Nessuna donna odia gli uomini, quando lo sostiene in realtà sta odiando la sua stessa incapacità di attrarre altro che coglioni
Tag: solarità
«gli uomini sono tutti uguali» = «con me escono solo idioti, ma non mi sogno nemmeno lontanamente di chiedermi perché»

«Rispetto» é una parola magica.
Non è solo un indice di solarità, ma funziona come un vero e proprio incantesimo: appena la si pronuncia, la solarità arriva,
immediatamente, anche laddove prima non era presente.
La parola «rispetto» é una formula generatrice che crea la solarità.
Houston, abbiamo un problema…

«This is ground control to Major Tom…»
La Cristoforetti capa della stazione spaziale mi fa venire in mente
quella volta in cui prestai la mia cabrio col cambio automatico ad una
donna, di cui é giusto e pio tacere il nome, per andare e tornare da
Vignola a Castello di Serravalle.
La macchina mi fu riconsegnata con un ringraziamento, un sorriso e la
garbata e divertita osservazione per cui, al ritorno, «faceva un
rumorino».
Sul momento non ci pensai, anche perché c’era altro da fare.
Riprendendo la macchina il giorno dopo, notai invece quello che era successo.
Il cambio era stato spostato in modalità manuale – cosa possibile,
anche se per lo più inutile, in molti cambi automatici – e messo in
prima.
Il «rumorino» era il motore imballato fuori giri viaggiando a 60/70 km
all’ora in prima da Serravalle a Vignola.
Questo mi ha fatto capire che non c’è problema meccanico, elettrico, elettronico o di diverso genere così grande che una donna non possa mai completamente ignorare.
Oggi mi chiedo: chissà se le stazioni spaziali hanno un cambio, se è
automatico e, ancora, se é possibile passarlo in manuale…
«Houston, abbiamo un problema»
Conclusioni
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Adesso fermi tutti che é il momento dell’ingresso della ingiustamente trascurata sino ad ora donna «solo gli inquieti sanno com’è difficile sopravvivere alla tempesta e non poter vivere senza».
Questo ennesimo topos femminile, descritto con le parole di Emily Brontë, non è di poco momento, cari amici!
micapizzaefichi
Le solari hanno anche un inno ufficiale, é bellissimo, ascoltatevillo ?
Non tutte le donne del mondo sono solari: lo sono solo le mie.

Ascolta.
Questa é la vicenda di un sovrano, re crudele di una terra lontana.
Il nome di quella landa potrà essere disvelato forse solo dal vento
che, proprio ora, sibila, si lamenta e s’ostina tra le sue torri.
Ghiotto di storie, forse ancor più di Shahriy?r, quel monarca invia
tutte le notti le sue guardie in Europa.
Le manda alla ricerca di coloro che sono dotate del solo ed unico
potere inestinguibile dell’affabulazione: le donne.
Quei gendarmi che vengono da lontano si acquattano così, calando piano
con la mano le spade perché non cozzino col terreno,
ed iniziano ad ascoltare sotto le case.
Se non è altro che silenzio quel che odono, subito si alzano e,
pagando con altrettanto silenzio, si raccolgono lungo le mura della
casa successiva, prestano l’orecchio, tentano di udire.
Quando sentono una donna che parla, si fermano.
Analizzano durata e contenuti di tutti i discorsi, elaborano,
valutano, quantificano.
Devi sapere, infatti, che questi gendarmi non sono appuntati,
brigadieri o marescialli dei carabinieri.
Sono truppe istruite.
Sì, sanno usare la spada, ma il re ha messo loro in mano anche tanti
libri, li ha spediti all’università.
Sono la guardia personale di un re avido di racconti.
Quando trovano la donna giusta, la rapiscono.
Ma, a differenza di quello che fecero i Romani, che delle Sabine
avevano bisogno soprattutto dell’utero, l’organo che le guardie del re
sequestrano é il cervello.
Usando un’antichissima alchimia del ferro e dell’oro, estraggono il
cervello e lasciano qua il corpo delle donne che, grazie alla potenza
di quegli incantesimi, continua a vivere.
Solo così il sovrano crudele può pascersi ogni sera col racconto di
una storia diversa, cullato dai pensieri acuti, divertenti, vibranti,
sfiziosi, creativi e stimolanti di milioni di cerebri femminili ben
nutriti ed oliati.
Intanto, anche i corpi rimasti in Europa continuano a parlare e noi li
possiamo udire pronunciare frasi come:
- «sono una donna solare»
- «regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza»
- «per fortuna, ho finalmente [dopo il quarto divorzio] incontrato una
persona magnifica» - «sono fatta di ciò che ami, più l’acciaio»
- «gettami tra i lupi, diventerò capobranco»
- «non sono impegnata sono impegnativa»
- «mi piacciono le sorprese»
- «ho divorziato perché con mio marito a parte quattro figli non avevo
alcun interesse in comune» - «ogni tanto bisogna ricordare che l’aborto è un diritto!»
- «e i preti pedofili?»
- «se per avere una cosa la devo chiedere, allora non la voglio più»
- «mi iscrivo a psicologia»
Negli occhi di chi ascolta quei corpi c’è tanta nostalgia e una
domanda: dov’é finito il cervello che prima ci stava?
Ma, caro lettore, solo io, e ora anche te, sappiamo la verità: lo ha
preso il re di Solaria!
E nemmeno Astolfo ormai potrebbe più andarlo a riprendere.
Non lo dire a nessuno.
Conclusioni
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Ho un nuovo incontro da organizzare, tra la donna «io sono uragano» e la meravigliosa new entry «buttatemi tra i lupi e ne uscirò capobranco»