Oggi vi racconto una storia – vera, verissima – che piacerà molto a quelli che purtroppo hanno oramai perso fiducia in buona parte della classe medica e si sono fatti, pian piano, non certo attraverso l’improvvisazione, ma attraverso lo studio e la formazione serie, le loro idee in materia di alimentazione, allenamento e così via.
Come sapete, nel corso dell’ultimo anno ho perso molto peso, recuperando anche tanta salute, passando ad uno stile alimentare dapprima nutrigenomico, poi più propriamente paleo.
La storia, comunque, è questa.
A marzo, quando ero già calato molto, incontro un medico a fare la spesa.
Mi vede dimagrito e mi chiede come ho fatto.
Gli spiego il percorso che ho seguito, di «guarigione» attraverso, semplicemente, l’eliminazione dei cibi deteriori e, da ultimo, l’arrivo in «paleo», mangiando sempre a volontà e fino a completa sazietà.
Al ché, lui mi guarda serio e mi dice: «Se davvero sei dimagrito mangiando così, ti consiglio caldamente di farti controllare al più presto la tiroide!».
Quando una persona dice quella che ti sembra una grossa cazzata, spesso succede che istintivamente abbassi lo sguardo, anche solo per rifletterci un attimo evitando che nel frattempo il tuo interlocutore capisca che della sua affermazione pensi il peggio che si potrebbe.
Così dunque ho fatto io, abbassando lo sguardo, e lui mi ha automaticamente seguito.
Solo che a quel punto i nostri sguardi sono caduti sui rispettivi carrelli della spesa, che, essendo alla cassa, era già stata fatta.
Il mio carrello conteneva solo carne, pesce, verdura, frutta.
Nel suo c’era un cotechino, dei würstel, pane, una colomba industriale, due bottiglie di vino.
A quel punto, per non ridere sarei dovuto scappare nel cesso.
Serro le labbra, alzo la testa e lo guardo con la maggior neutralità possibile senza dire niente.
Lui allora mi fa «Sai, oramai siamo sotto Pasqua…».
Per fortuna, è venuto il suo turno alla cassa così ci siamo potuti salutare.
L’ho guardato andare avanti, più grasso di me, e ho concluso pensando «Controllo della tiroide un paio di ricchissime balle».