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Indennità di disoccupazione per rimpatriati: come averla?

Ho lavorato in Svizzera per 5 anni e sono rimpatriato da 3 mesi facendo la domanda per la disoccupazione per rimpatriati in italia.La domanda mi é stata respinta perché mi sono dimesso volontariamente,però é stato per giusta causa cioé ho riscontrato delle ernie al disco che mi hanno portato a blocchi continui con la schiena e facendo lavori pesanti non avevo possibilitá di continuare questo lavoro e ho deciso di ritornare in italia.Peró nella lettera di dimissioni non ho specificato questo problema di salute ma ho scritto una semplice lettera di dimissioni per rimpatrio definitivo.La mia domanda é questa: vale la pena fare ricorso all’inps e in che modo oppure non ne vale la pena?

Purtroppo non sono in grado di prevedere cosa possa decidere l’istituto, o il giudice che si occuperebbe del ricorso, però si possono fare alcune considerazioni.

Ovviamente, l’errore è stato quello di fare una lettera di dimissioni sic et simpliciter: sarebbe stato preferibile, se l’intento era quello di richiedere una indennità di disoccupazione, richiedere l’assistenza di un avvocato o quantomeno di un sindacato italiani, in modo da formulare la lettera nel miglior modo possibile.

Senza avere la documentazione a posto sin dall’origine, dunque, la vedo abbastanza grigia. Anche se immagino che tu un po’ di documentazione dei tuoi problemi di salute la abbia.

Tutto considerato direi che puoi tentare con un «ricorso» o una trattativa in via amministrativa, senza pensare a impugnazioni o ricorsi giurisdizionali per i quali probabilmente mancherebbero adeguate basi legali, soprattutto a livello istruttorio. Puoi cioè, a mio giudizio, tentare di negoziare con l’INPS e spiegare le tue ragioni.

Ti consiglio in questa fase di farti finalmente assistere da un esperto del ramo, un avvocato in primis, ma se non vuoi incaricare un legale o, dopo aver richiesto alcuni preventivi, questo legale ti costa un po’ troppo, almeno un sindacato o patronato.

Se vuoi approfondire maggiormente, puoi valutare di acquistare una consulenza. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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Abuso edilizio e trasferimento all’estero: sarà impossibile?

sono proprietaria assieme a mio fratello di un terreno in cui è stato fatto una struttura abusiva, hanno posto il sigillo e ora siamo in attesa della comunicazione (siamo proprio agli inizi). Mio fratello si prenderà tutta la responsabilità. Ciò che vorrei sapere è: che problemi avrò io in quanto dovrei sposarmi e trasferirmi in svizzera? C’è la possibilità che non mi venga rilasciato il permesso di soggiorno?

La realizzazione di un abuso edilizio, nei casi più gravi, configura un illecito non solo amministrativo ma anche penale.

Nel vostro caso, per dire di più bisognerebbe conoscere con più precisione il caso, e quindi innanzitutto i fatti, lo stato dei luoghi e il tipo di abuso realizzato, ma anche la documentazione del caso, a cominciare dagli atti che verranno notificati tra poco.

Anche a prescindere da una conoscenza più precisa della situazione, comunque, non sono in grado di dire che cosa può essere rilevante per uno stato estero per la concessione del permesso di soggiorno.

In materia, infatti, ogni stato di regola come crede meglio, adottando una propria politica dell’immigrazione, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, a seconda che il paese sia più o meno rigoroso al riguardo.

Generalmente, ritengo che la Svizzera sia uno stato abbastanza pignolo in materia, ma per saperlo con precisione si deve necessariamente interpellare o direttamente le autorità preposte all’immigrazione di quel paese ovvero un avvocato elvetico, ovviamente dopo che si sarà acquisita la necessaria chiarezza sugli estremi precisi del problema.