Mi trovo nella situazione di aver realizzato un sito web dedicato a un regista italiano, naturalmente e un’operazione NO-PROFIT, comprendente numerose pagine in cui ho usato dei testi tratti da libri specializzati, pensando che specificando la fonte di ogni testo usato mi mettesse al riparo. Ma un articolo trattante il copyright in rete mi ha messo la pulce nell’orecchio, non vorrei che un qualche cosa che mi e costato tempo e fatica e, successivamente al upload in rete, soldi si riveli fonte di guai a questo proposito le giro il problema: cosa può comportare un operazione del genere in termine di diritto? Potrei avere contestazioni? Grazie per l’attenzione. Saluti (Eros, via mail)
Il quesito del lettore riguarda il tema del copyright, più che mai d’attualità con la diffusione di Internet. La “grande Rete”, sempre più capillare, rende possibile uno scambio ogni giorno più intenso di dati, tra cui anche testi, immagini, musiche e suoni il cui utilizzo non in ogni caso si può ritenere libero e consentito. Occorre, infatti, considerare che ogni creazione intellettuale, purché abbia caratteristiche di originalità e creatività, è oggetto di “proprietà” del suo autore, il quale solo può farne copie (copyright appunto significa letteralmente “diritto di far copia”). Il copyright, peraltro, è un fenomeno tipico dell’era moderna: nell’antichità non esistevano limitazioni di questo genere e, anzi, gli autori erano ben contenti di venir copiati, perché questo era un indice del loro successo. Le prime leggi a tutela del diritto d’autore nacquero con l’invenzione della stampa: fu solo in quel momento, infatti, che divenne possibile far soldi ricopiando su vasta scala i testi scritti (prima, con la scrittura manuale, non si potevano certo far molte copie e, quindi, molti soldi). E’ per questo che è prevedibile che anche Internet, paragonabile da questo punto di vista all’invenzione di Gutemberg, porterà notevoli cambiamenti in materia.
Allo stato, comunque, nel nostro Paese, la legge fondamentale in materia rimane la legge 22 aprile 1941, n. 633, la cosiddetta legge sul diritto d’autore che, concepita e varata oramai molto tempo fa, è stata via via aggiornata seguendo i progressi della scienza e della tecnica, tanto che oggi, ad esempio, comprende e regola da tempo anche i programmi per elaboratore (il software).
Venendo, ora, al tema specifico posto dal gentile lettore, va ricordato appunto che ogni opera intellettuale, cioè ogni testo, ogni immagine, disegno, melodia, purché abbia il carattere dell’originalità e della creatività, è oggetto di copyright. Non è necessario, al riguardo, che il diritto sia registrato o depositato in appositi elenchi o albi. Basta la creazione: è sufficiente, ad esempio, che una melodia sia eseguita anche solo una volta per veder nascere su di essa, se ve ne sono i requisiti, il diritto d’autore, che proibisce a tutti coloro che non sono stati debitamente autorizzati di far copie. La registrazione, ad esempio del marchio, serve solo per rendere più sicura la prova del diritto di autore sullo stesso, ma non per la sua esistenza (anche se, dal lato pratico, le cose spesso tendono a esser confuse).
Ovviamente, però, a tutto ciò ci sono eccezioni, che servono a rendere il copyright un po’ più elastico, rendendo possibile la tutela degli autori senza soffocare la libertà di pensiero e lo scambio delle idee. Tali eccezioni, previste un po’ dalle legislazioni di tutto il mondo (negli Stati Uniti si parla di ipotesi di fair use, uso equo), sono considerate, per quanto riguarda il nostro caso, dall’art. 70 della legge sul diritto d’autore, secondo cui “il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera, per scopi di critica, di discussione ed anche di insegnamento, sono liberi nei limiti giustificati da tali finalità e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera”. In questa disposizione si trova, dunque, la risposta al quesito in esame: se le pagine web realizzate dal lettore contengono un testo originale da lui redatto, all’interno del quale sono state inserite, a scopi appunto di discussione, critica, diffusione culturale, citazioni di opere o parti di opere oggetto di copyright, allora non ci sono problemi. In questi casi, infatti, non si può certo dire che l’autore delle opere citate sia stato danneggiato nei suoi diritti (anzi probabilmente ne avrà un ritorno pubblicitario). Con un po’ di equilibrio, insomma, è possibile fare informazione e cultura in Rete nel rispetto dei diritti di tutti.