Tempo fa ho trovato un programma chiamato Babylon, che è un traduttore in grado all’occorrenza di collegarsi anche on-line: se per caso il programma non trova un termine si collega al sito di Babylon e verifica se nel database più aggiornato esiste quanto ricercato. Sono generalmente soddisfatto del programma, però un giorno ho ricevuto un’e-mail con tanto di allegato proveniente dal sito di Babylon. Ho avuto subito il sospetto che c’era qualcosa che non funzionava perchè nel messaggio stesso non compariva il mio indirizzo di posta, inoltre non avendo mai fatto la registrazione del programma non capisco come sia possibile che mi abbiano spedito quel messaggio. Ho chiesto in giro e mi hanno detto che si tratta di uno spamming. Come fa una persona a tutelarsi contro queste cose? Secondo me siamo controllati anche solo andando a curiosare semplicemente una pagina Web… (Vittoria, via mail).
In effetti, la modalità di invio del messaggio descritta dalla lettrice è quella tipica degli spammers, che, sfruttando una particolare caratteristica del protocollo di trasporto della posta internet (SMTP) inviano messaggi ad un numero notevole di utenti in modo BCC, cioè blind carbon copy: è proprio per questo motivo che l’indirizzo del destinatario non si vede nel messaggio mail. Ma non si tratta di una modalità esclusiva degli spammers, anche molte lecite mailing list usano correntemente questo sistema per l’invio della posta. Peraltro, di solito nello spamming vero e proprio è difficilmente individuabile il server di provenienza, perché spesso vengono utilizzati degli anonimous remailer, cioè dei siti facendo passare la posta per i quali diventa impossibile risalire al mittente originario.
Il fatto che nel messaggio ricevuto dalla lettrice fosse individuabile il server di provenienza, cioè quello di Babylon (http://www.babylon.com) che sembra una seria software house, lascia pensare che forse non si tratta di spamming. Può darsi, infatti, che leggendo nelle condizioni di utilizzo della versione freeware del software sia previsto che, a fronte dell’utilizzo gratuito del programma, il titolare dei diritti d’autore sullo stesso, Babylon nel nostro caso, si riservi il diritto di spedire posta agli utenti del database on-line e magari anzi quello di registrare l’indirizzo di chi, da utilizzatore, si collega al database on-line. Bisogna ricordare che queste condizioni generali di licenza sono valide e vincolanti per gli utilizzatori anche se non sono mai state sottoscritte, ma solo perché conoscibili in quanto distribuite assieme al programmi e magari evidenziate in sede di installazione con la necessità di accettarle se si vuole proseguire con la stessa. Qualora, invece, ad un controllo delle condizioni generali risultasse trattarsi di vero e proprio spamming si potrebbe chiedere la eliminazione del proprio indirizzo di posta elettronica con una raccomandata internazionale a/r diretta alla sede legale di Babylon, ricavabile dal sito.
Una risposta su “spam da babylon”
Siete sicuri che Babylon sia una seria software house? Non vi è capitato come a me di acquistare regolarmente con carta di credito un Babylon per 53 euro e il giorno dopo Babylon vi chiama dicendo che possono regalarci qualcosa in più perchè siete simpatici e quando chiedete di precisare le loro offerte per mail il mail ve lo mandano sì ma con una seconda fattura di 75 euro. E se cercate di scrivere mail e telefonate in Israele (dove loro abitano) si rendono irreperibili.