Tramite web ho acquistato una stampante hp 2400×1200, all’arrivo apro lo scatolo e faccio le prime stampe, ma ecco una grande delusione: le stampe sono pessime sia in testo che in grafica, tutto ciò che era riportato sul sito?sulle caratteristiche e qualità fotografica veniva meno tanto che neanche la mia stampante di 600 dpi ha una così pessima qualità… Così invio subito un fax e contatto il?fornitore spiegando ogni cosa e specificando che volevo avvalermi del diritto di recesso chiendo la sostituzione con un’altra stampante di produttore diverso. La risposta è stata “non è possibile perchè la confezione è stata aperta e quindi usata, deve rivolgersi direttamente al produttore”. Inutili le mie insistenze… chiamo la HP, chiedo del responsabile … risposta: “non c’è nessun responsabile”, “noi non possiamo farci niente” non le dico la grande amarezza, ho speso dei soldi per avere un prodotto di qualità e mi ritrovo una merce che non trova quanto lodato sulle specifiche caratteristiche. Come faccio a far valere i miei diritti? Nell’intraprendere una via giudiziale bisogna sostenere una spesa molto maggiore del mio acquisto… Allora dove sta la tutela di noi consumatori?
Il lettore da un lato è stato male indirizzato ma dall’altro si è tutelato non bene. In primo luogo, giova ricordare che il diritto di recesso è previsto dalla legislazione vigente non a caso solo per i contratti a distanza e non anche per le ipotesi in cui si acquista tradizionalmente in negozio, proprio perchè, acquistando ad esempio via web, il consumatore non ha la possibilità di avere “in mano” il prodotto e di valutarlo, soppesandone le caratteristiche.
Nel nostro caso, il lettore, se si fosse recato in un negozio ben avrebbe potuto chiedere di provare la stampante o di vedere alcune stampe realizzate a suo tempo dal negoziante con la stessa, tutte cose che ovviamente non possono avvenire quando si acquista via web. Per questi motivi appunto è stato previsto il diritto di recesso, che, si noti, non deve mai nemmeno essere motivato: basta che il consumatore restituisca il bene, anche semplicemente se, per mero capriccio, ci ha ripensato, sempre che utilizzi le formalità previste dalla legge, cioè la lettera raccomandata entro il termine previsto, diverso a seconda del contratto e delle informazioni fornite dal venditore.
Alla luce di quanto sopra, non ha fondamento la eccezione del venditore secondo cui il recesso non poteva più essere esercitato perchè la confezione era già stata aperta, dal momento che per valutare il bene, cosa alla quale il diritto di recesso è preordinato, è necessario aprire la confezione e i vari imballi i quali, peraltro, possono essere conservati nella loro integrità e, quand’anche non fosse, non sarebbero comunque tali, se compromessi, da impedire l’esercizio del recesso, restando a cura del venditore la loro sostituzione (si tratta quasi sempre di sacchettini di nylon!). Però il lettore non è stato sufficientemente smaliziato. Anzichè telefonare alla casa produttrice, che nel caso in questione non c’entra niente, doveva fare una raccomandata – e non un fax: questo purtroppo è stato l’errore fondamentale e oramai irrimediabile per avvenuta decorrenza dei termini – in cui dichiarava di esercitare il diritto di recesso, nonchè di restare in attesa della resituzione del prezzo pagato entro il termine di legge, trascorso inutilmente il quale avrebbe agito in giudizio per la restituzione, cosa che, in ipotesi, sarebbe anche valsa la pena di fare, dal momento che la questione era molto semplice, la somma relativamente bassa e una causa in materia non sarebbe stata molto lunga o complicata.
Per ulteriori dettagli, rimando alla nostra scheda pratica in materia di tutela, in concreto, dei consumatori.
Una risposta su “diritto di recesso negli acquisti on line”
Hai prp ragione…credimi!!! sono d'accordissimo con te