Per il solo fatto di trovarsi in un newsgroup o su un sito
Web, gli indirizzi di posta elettronica non sono
liberamente utilizzabili per scopi diversi da quelli per i
quali sono presenti on-line. Il principio e’ stato
ribadito dall’Autorita’ Garante della Privacy (composta
da Stefano Rodota’. Giuseppe Santaniello, Gaetano
Rasi e Mauro Paissan) che ha affrontato la pratica
di inviare e-mail commerciali ad indirizzi di posta
elettronica raccolti in rete. In questi casi le societa’
sostengono che non vi e’ alcuna violazione della privacy
perche’ gli indirizzi, reperiti su Internet (spesso attraverso
appositi software) sarebbero “pubblici”.
“Niente di piu’ sbagliato”, afferma l’Autorita’. Gli
indirizzi di posta elettronica non provengono, infatti, da
pubblici registri, elenchi, atti o documenti formati o
tenuti da uno o piu’ soggetti pubblici e non sono
sottoposti ad un regime giuridico di piena conoscibilita’
da parte di chiunque. L’Autorita’ sottolinea che
l’eventuale disponibilita’ degli indirizzi di posta
elettronica, va “rapportata alle finalita’ per cui essi
sono pubblicati sulla rete”.