quando viene rubato il numero della carta di credito

Ho avuto la cattiva idea di comunicare gli estremi della carta di credito per alcuni acquisti su internet. Sono ormai due mesi che riscontro addebiti indesiderati e ingiustificati sugli estratti conto. Come posso fare?

La carta di credito serve per poter pagare un bene o un servizio senza dover utilizzare denaro contante, cosa che a volte rappresenta una mera comodità, mentre in altri casi è di fatto una vera e propria necessità come nel caso di acquisto di hardware o software su internet. Per poter fare a meno del denaro liquido, è necessario che il titolare della carta abbia depositato del danaro presso una banca. Ed è inoltre necessario che la stessa banca abbia stipulato, con i fornitori dei beni o servizi che si vogliono pagare mediante carta, una apposita convenzione, in base alla quale gli stessi fornitori sono obbligati ad accettare il pagamento mediante carta. Il fornitore poi, per ottenere il pagamento, deve presentare alla banca dove esiste il conto di chi, anziché pagare, ha presentato la carta, la cosiddetta “nota di spesa”. La nota di spesa è il bigliettino che il cliente titolare di carta sottoscrive e rilascia, in originale, al fornitore e sul quale è indicato l’importo da corrispondere, insieme a data dell’acquisto e numero della carta. Tramite la nota di spesa il titolare della carta, con un atto da lui sottoscritto in originale, impartisce alla propria banca l’ordine di pagare una certa somma ad un certo fornitore.

Orbene, nel nostro Paese, l’esistenza di una nota di spesa, cioè di un documento firmato dal titolare della carta, è sempre e comunque necessaria per ottenere il pagamento. Non è possibile presentare ad una banca un documento in cui è indicato il numero di carta di credito di una determinata persona ed ottenere un pagamento, senza che a tale documento sia apposta la sottoscrizione del titolare della carta.

Nei casi – sempre più numerosi – in cui si comunicano gli estremi della propria carta via Internet per scopi che, a dire dei percettori dei dati, sono di mero accertamento anagrafico mentre invece poi si verificano degli addebiti, bisogna presupporre che o gli istituti di credito esteri pagano ordini di pagamento cui non è apposta alcuna sottoscrizione oppure in calce a tali ordini di pagamento è stata apposta una firma falsa.

In entrambi i casi, tuttavia, il consumatore è tutelato. Nel primo caso è la banca che sbaglia: quello che si trova in mano è un vero e proprio non-documento, un foglio di carta pieno di dati magari pure veritieri e riferibili ad una determinata persona, ma senza che la stessa vi abbia impresso la propria sottoscrizione ed abbia, così, dimostrato la volontà di conferire l’ordine alla banca di pagare. La banca, in tali casi, deve non solo sospettare la provenienza illecita dei dati ma comunque rilevarne la insufficienza per dar corso ad un pagamento; deve inoltre in ogni caso quantomeno avvertire il titolare della carta.

Quanto al secondo caso, non c’è ovviamente molto da dire… Resta solo da precisare che, in tutti e due i casi sopra descritti c’è un reato. Si tratta del delitto di indebito utilizzo di carta di credito o di ordini di pagamento riferiti alle stesse, previsto dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, di conversione del Decreto Legge 3 maggio 1991, n. 143, all’art. 12.

A questo punto, cosa deve fare chi si trova nella situazione in questione, nel momento in cui vede addebiti non autorizzati? E’ preferibile in ogni caso dare luogo alle seguenti formalità:
a) spedire una lettera raccomandata a ricevuta di ritorno alla società o alla banca gestrice della carta di credito – con copia, sempre per lettera raccomandata a ricevuta di ritorno, alla banca e filiale presso cui è acceso il conto dal quale vengono materialmente prelevati i soldi – in cui viene rappresentata la situazione e si precisa che gli addebiti “x” sono non autorizzati e si invitano i percipienti a non dar più corso ad alcun pagamento nei confronti dei relativi soggetti, sotto pena della loro responsabilità in caso contrario;
b) presentare una formale denuncia querela presso la locale Procura della Repubblica esponendo per filo e per segno l’andamento dei fatti e lasciando che sia il Procuratore a darvi la qualificazione più acconcia (se truffa, indebito utilizzo della carta di credito o altro) e inviarne una copia alla società gestrice della carta e alla banca.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

5 risposte su “quando viene rubato il numero della carta di credito”

salve ho una carta di credito che mi scadeva a febbraio 2013 qualche giorno fa ho ricevuto una imeil che mi diceva che la carta era stata bloccata per problemi di sicurezza….io non ci ho dato peso subito ma ho comunque telefonato al numero verde della carta di credito e appena mi chiedeva il dischetto le ultime 8 cifre della carta mi diceva carta bloccata e non mi davano la possibilita’ di parlare con un operatore per sapere il motivo.Ora dovevo fare un prelievo con la carta ma mi e’ impossibile,faccio presente che non mi e’ ancora arrivata per posta la carta sostitutiva come posso fare? grazie per l’attenzione

La colpa del portatore della carta è una cosa che sicuramente in linea di principio può escludere la responsabilità della banca, ma non mi pare che sussista per aver lasciato il portafoglio in auto piuttosto che portarselo nello spogliatoio dove avrebbe anche più facilmente essere sottratta. L'attenzione dovrebbe essere focalizzata sul confronto delle firme, semmai, per quel che può valere (poco) dal momento che il ladro conosce la firma proprio perchè la legge sul retro della carta e quindi si sforza di imitarla. Purtroppo, però, le banche quando si incaponiscono non lasciano altra scelta che quella di procedere giudizialmente, lo dico per esperienza, quindi ti conviene valutare subito questa alternativa.

Una banca non vuole rimborsare opponendo la colpa del titolare nella clonazione della carta di credito (non sottratta) usata da ignoti per acquisti nel centro commerciale. Il titolare ha lasciato la carta nell'auto in sosta in un parcheg non custodito mentre era in un centro sportivo (per evitare che gli rubassero il portafoglio nel centro sportivo!). La banca ammette la falsità della firma nelle ricevte di acquisto e non contesta la sottrazione dei dati a mezzo clonazione (c'è denuncia ai carabinieri). La colpa (colpa grave e dolo nel regolamento contrattuale della banca sono conteplati per escludere responsabilità della banca) quindi prevale sull'obbligo di diligenza della banca?

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