Avvocato buongiorno, ho ricevuto una raccomandata dalla mia assicurazione che mi allega in copia una racc. di un tizio che sostiene di esser stato coinvolto in un sinistro dal sottoscritto, specifico che il fatidico sinistro sarebbe avvenuto in novembre 2006, ricevo ora la racc., nel luglio 2007. Riponderò di non aver mai avuto alcun sinistro con l’auto in oggetto e respingo ogni addebito. Le scrivo in quanto un amico dice che poi se il tizio asserisce di avere un testimone la mia assicurazione pagherà ! E’ vero ? Io in polizza ho anche l’assistenza legale. Cosa mi consiglia ? La ringrazio per il tempo messomi a disposizione e la saluto cordilmente. (Massimo, via mail)
Sì è verissimo quello che dice il suo amico e, naturalmente, se la sua assicurazione pagherà crescerà la sua classe di rischio, per cui nei prossimi anni si troverà a pagare un premio assicurativo più alto. Quindi il mio consiglio è quello, visto che c’è – per fortuna – la tutela giudiziaria di incaricare subito un legale che curi adeguatamente la vicenda, attraverso gli svariati modi in cui è possibile, tra cui evidenziare le contraddizioni della eventuale testimonianza avversaria, ricostruire i suoi movimenti relativi al giorno del sinistro in modo da dimostrare l’impossibilità che il suo veicolo si fosse trovato sul luogo dell’incidente, assumere un perito di infortunistica stradale, la cui spesa solitamente è pagata dalla compagnia di tutela giudiziaria, al fine di far esaminare il proprio veicolo per escludere, anche a distanza di tempo, tracce di collisione o di riparazioni avvenute sullo stesso in corrispondenza di passate collisioni, con il fine ultimo di escludere appunto che tra i veicoli in questione vi sia mai stato contatto. Purtroppo casi come questo non sono così rari, è preferibile tutelarsi, avendo una tutela giudiziaria, visto che tutto è pagato dalla compagnia, non c’è alcuna ragione per non farlo.
Una risposta su “quando ti contestano un sinistro cui non si ha in realtà dato causa”
[…] il blog di Tiziano Solignani rimango sempre incredulo sulla vicende che nella vita comune siamo sottoposti a difenderci per far valere i nostri diritti. […]