come gestire il malato grave

Mio zio è separato consensualmente da più di 10 anni. Purtroppo, si è ammalato gravemente e attualmente è in coma profondo… Sui diritti personali ovvero (assistenza, cure mediche, scelta della struttura presso la quale accoglierlo per la riabilitazione) chi decide: la moglie separata, il figlio, i parenti? (Anna, via mail)

Il diritto di decidere spetta al figlio quale parente più prossimo, nel nostro caso di primo grado ai sensi del codice civile. La moglie separata, peraltro da oltre dieci anni, stante l’affievolimento del rapporto matrimoniale che si determina con la separazione, non può ragionevolemente essere ritenuta in grado di prendere decisioni riguardo ad una persona con cui non convive più da così tanto tempo. In ogni caso, sia detto incidentalmente, questa è una di quelle situazioni in vista delle quali conviene sempre chiedere il divorzio una volta che sono scaduti i tre anni, essendoci appunto il rischio di trovarsi malato a letto e con una ex moglie che pretendere di prendere decisioni sulla nostra situazione attuale…

Ad ogni modo, al di là di quanto sopra, in queste situazioni di solito è opportuno procedere con un ricorso per amministrazione di sostegno, amministratore che poi può benissimo essere anche il figlio, dal momento che non ci sarà solo da decidere su assistenza, cure mediche e così via, ma ci sarà anche da andare in banca, riscuotere pensioni, pagare imposte, insomma compiere atti giuridici e apporre sottoscrizioni per chi non è più in grado di farlo. Nominando un amministratore di sostegno si farà chiarezza definitivamente su quale è il congiunto legittimato a gestire la situazione e si sopperirà anche all’esigenza di una gestione completa del malato. Per la procedura di ads, ci si può rivolgere ad un avvocato oppure – dal momento che è controversa la necessità di avere assistenza legale – si può provare a sentire direttamente dall’Ufficio del Giudice Tutelare competente per il proprio comune di residenza, anche se il mio consiglio sarebbe quello di trovare un legale disposto a seguire la procedura con un compenso contenuto, visto che improvvisarsi in materia giuridica è sempre poco agevole.

Ti è piaciuto il post? Usa qualche secondo per supportare Tiziano Solignani su Patreon!
Become a patron at Patreon!

Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

4 risposte su “come gestire il malato grave”

Salve, sono un 30enne di Roma che dalla scorsa settimana ha perso la propria madre per un insufficienza renale a seguito di un arresto cardiaco. La mia coscienza è ancora sconvolta per alcuni avvenimenti drammatici che si sono svolti durante il tempo di malattia di mia madre. Mia madre è stata ricoverata al ''Fatebenefratelli'' di Roma una settimana prima dell'accaduto con edema polmonare ed è entrata in arresto cardiaco la sera dopo il ricovero. Portata in rianimazione, inizialmente i medici avevano esculo danni celebrali permanenti e le speranze di vita erano abbastanza cospicue. Nei giorni seguenti gli si arrestarono i reni e non fu sottoposta a dialisi, ma, miracolosamente i reni si riattivarono da soli l'indomani. Nei giorni successivi esami neurologici e una TAC, davano una risposta negativa e mostravano secondo gli stessi medici danni al cervello per il 90%(?). Nei giorni seguenti i suoi reni riiniziarono a bloccarsi e i suoi fratelli cercarono di prendere decisioni (firmare una non-dialisi) senza il mio consenso. Tirato in causa chiesi prima di tutto notizie relative alla faccenda ad una sua sorella che lavora come ostetrica nella stessa struttura che sembrò confermarmi i dati drammatici circa i danni celebrali. Il suo fratello più grande fece verso il sottoscritto pressioni psicologiche verso il non ricorso a dialisi e la stessa sua sorella probabilmente in accordo con i medici sembrò nettamente contraria a questa soluzione. Chiuso tra incudine e martello cercai una soluzione disperata e scongiurai i medici di apportare la massima attenzione all'eventualità dialisi, ricevendo quasi sempre risposte negative, la maggior parte di esse con i suoi fratelli presenti. Dalla seconda volta in cui gli si ribloccarono i reni lasciai passare un giorno come previsto dai medici e restai la notte nella struttura per seguire gli avvenimenti. La mattina seguente i medici notarono che i reni erano ancora bloccati, il medico donna della prima mattinata mi disse che avrebbero fatto esami nefrologici per determinare se era possibile effettuare dialisi o meno. In seconda mattinata un medico chiamò dentro suo fratello, me e sua sorella e ci disse che la dialisi la avrebbe portata a emorragie mortali causa scoauguli troppo persistenti. Suo fratello minacciò la mia persona in quel momento visto che spingevo ancora per salvare la vita di mia madre e le ore passarono inesorabili. Assolutamente deciso rientrai nella struttura e parlai insieme ad un altra sua sorella con un altro medico donna che confermò il fatto che la dialisi in quel momento era impossibile. La sera me ne tornai sconsolato a casa e dormii tutta la mattina perché troppo esausto della notte prima L' indomani arrivato in ospedale mi diedero la notizia della morte di mia madre due minuti prima che fossi giunto nella struttura; addolorato per la morte di una donna debole e troppo buona chiedo chiarezza e un aiuto disperato perché chi si sia preso responsabilita illegalmente paghi e resti in prigione per il resto dei suoi giorni. Un caro saluto
MANRICO BIANCHI, Roma manrico.bianchi@yahoo.it

Per fare una donazione o mandare un contributo leggi qui:
https://blog.solignani.it/donazioni

Per il resto, se tuo zio è in coma non può naturalmente firmare nessuna istanza, se non c'è già un ads, quindi la moglie non potrebbe fare questa richiesta, salvo che la legge stessa su questo tipo di pensione preveda che la domanda, in caso di impossibilità, sia presentata dal parente a ciò legittimato. Naturalmente tua zia lo fa per il bene di tuo zio, che, date le sue condizioni, avrà sicuramente bisogno di reddito per cure, spese mediche e così via. Comunque ribadisco che per regolarizzare tutta la posizione sarebbe bene fare la nomina di un ads, che potrebbe poi benissimo essere tua zia. In bocca al lupo.

Caro avvocato,
mi aveva risposto ad una domanda relativa a mio zio, in coma, separato consensualmente dalla ex moglie da più di 10 anni, indicandomi che ha decidere per lui è il parente più prossimo e cioè il figlio (che è sempre d’accordo con le prese di posizione della madre) e suggerendo la necessità di nominare un amministratore di sostegno.
Tutta la famiglia cerca l'accordo per evitare litigi ma mia zia ha fatto, come ultima cosa, la pratica per la richiesta di pensionamento di mio zio.
Lo può fare? Può decidere in merito a queste cose senza accordarsi con nessun altro parente ossia senza confrontarsi con la famiglia di origine di mio zio?

Ps: non ho chiaro le modalità per dare il contributo al blog

Tu che cosa ne pensi?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: