Nel 1999 ho subìto un incidente in moto, per la causazione del quale è stato valutato il mio concorso di colpa pari al 30%. L’incidente mi ha provocato una frattura al piede destro, con un danno biologico riconosciuto dal medico legale, nominato dal giudice, pari al 26%. Sulla base di tale perizia, il giudice, dopo 6 anni, ha disposto a mio favore la corresponsione di un acconto pari a 5000 euro. La controparte, dal canto suo, mi offre 37000 euro. Intanto, io in questi anni ho dovuto sostenere spese mediche pari 15000 euro, e 7500 euro per riparare la moto. Secondo lei, faccio bene ad accettare o mi conviene aspettare la sentenza del giudice? Secondo il suo parere di quanto dovrebbe essere il risarcimento? Distinti saluti. (Aldo, e-mail)
Anzitutto mi preme sottolineare che quantificare un danno biologico non è molto semplice, anzi. Pertanto, dato che non sempre il danno alla salute si viene a trovare in concomitanza con un danno patrimoniale, ma essendoci comunque un danno, è sorta la necessità di trovare dei criteri equilibrati, generici e sempre applicabili per poter quantificare in termini economici il risarcimento per il danno subito. Poiché il danno biologico si identifica con l’evento dannoso e si qualifica dunque come danno-evento, una volta dimostrata la lesione, si è anche dimostrata l’esistenza del danno biologico, in quanto il fatto costitutivo del diritto al risarcimento del danno si identifica con la lesione stessa, pur permanendo la necessità di provare l’entità della menomazione dell’integrità psicofisica subita. In questo caso il tema probatorio è circoscritto all’esistenza di una lesione personale e di una menomazione a questa conseguente.
Per quanto riguarda la prova, questa si basa su di una perizia medico-legale che accerta il grado di invalidità subito dal soggetto leso.
Ultimamente, dato che spesso la menomazione viene quantificata dal medico in termini di percentuale di invalidità (invalidità intesa come incapacità psicofisica di attendere alle normali attività della vita quotidiana), molti tribunali hanno elaborato una tabella, che tenendo conto del grado di invalidità e dell’età dell’individuo, indica una cifra che può venire considerata come base di partenza per quantificare il quantum del risarcimento.
Tali tabelle, che sono state elaborate dal Tribunale di Milano ed adottate ufficialmente dal Tribunale di Cuneo, non costituiscono tuttavia una certezza per il soggetto che ha subito un danno biologico, ma possono essere considerate, in buona misura, un criterio abbastanza preciso.
Tuttavia, anche volendo fare riferimento a tale tabella, ocorrerebbe, per poter quantificare la reale entità del danno che ha subìto, conoscere la sua età, in quanto elemento necessario ai fini della valutazione delle conseguenze pregiudizievoli che sono per lei derivate, soprattutto con riferimento alla sua normale condotta di vita.
Il consiglio che mi sento di darle, in ogni caso, è comunque di attendere una decisione definitiva del giudice in quanto, probabilmente, se la controparte le offre 37000 € a titolo di totale risarcimento, è plausibile ritenere che l’entità del danno da lei realmente subìto non sia inferiore a tale cifra.
3 risposte su “quantificare il risarcimento del danno biologico”
salve,
nel 2001 sono andato a finire con la moto dentro una buca stradale non segnalata procurandomi la frattura scomposta del braccio dx. e danni alla moto fatturati.
Quanto potevo chidere come indennizzo.?
Grazie
Più che una domanda, la tua è una malinconia oramai 🙂 Comunque non è un quesito a cui possa rispondere un avvocato, dovresti sentire da un medico legale, ma trattandosi di roba di 10 anni fa credo che anche lui difficilmente riuscirebbe a darti una risposta.
–?cordialmente,
tiziano solignani, da ? Mac http://ts.solignani.it (splash) http://goo.gl/p6Sb0 (libri)
[…] alla tua persona. Per vedere se c’è un danno permanente è indispensabile consultare un medico legale, cosa che secondo me conviene sempre. Visto che c’è anche un danno fisico, ti consiglierei […]