Si tratta di una causa civile vinta dopo 50 anni solo in primo grado. Vi pongo questi quesiti: – come valutare la parcella dell’avvocato, esiste un massimo ed un minimo e quali strumenti ho per valutare bonariamente se il suo operato non ha esso stesso causato lungaggini? – effettuando causa contro stato italiano (legge pinto) l’importo della parcella dell’avvocato è preso in considerazione per calcolare i danni o non ha alcun nesso? – nel caso in cui le lungaggini nel processo civle possano essere imputate in parte anche alla condotta della stessa parte che richiede la riparazione, questo compare nella sentenza per l’equa riparazione ed eventualmente ne decurta parte del risarcimento danno?
Rispondo con ordine.
Le tariffe forensi sono piuttosto oscure anche per molti avvocati quindi non ti consiglierei di andarle a leggere. Invece puoi leggere i verbali di udienza per vedere cosa è stato fatto e se la colpa dei ritardi è dovuta a rinvii richiesti dai legali o a quelli disposti dal giudice, per esempio. La cosa migliore sarebbe, comunque, incaricare un bravo avvocato di fiducia di valutare il tutto, per avere un suo parere.
No, sono due cose completamente diverse. Con l’equa riparazione viene risarcito il danno morale, quello di tua nonna, se ho capito bene, sarà risarcito a te o tua madre come eredi dello stesso e poi c’è il vostro come titolari dirette.
Sì, se lo Stato prova che c’è colpa della parte, ad esempio perchè sono stati chiesti rinvii semplici senza scopo, cosa che a volte specialmente per le vecchie cause succedeva, il risarcimento viene corrispondentemente decurtato, ma vale comunque la pena, nel vostro caso, promuovere il giudizio perchè comunque ci sarà una larga parte risarcibile.