Mio padre ha contratto diversi debiti personali (tramite carta di credito e prestiti da finanziarie). Poichè nessuno di questi debiti è servito per il mantenimento della famiglia o per il pagamento di tasse su immobili, ed essendo mia madre in comunione di beni, c’è nulla da temere? Mi spiego meglio; dobbiamo aver paura di eventuali pignoramenti anche sui beni di mia madre? E se procedessimo con la separazione, questo avrebbe un valore retroattivo? Approfittando della Sua cortesia, sarebbe interessante conoscere il suo parere su un eventuale interdizione di mio padre per malagestione.
Se tua madre non ha prestasto garanzie, personalmente e con beni personali, può stare tranquilla. Infatti l’art 189, stabilisce che ” I beni della comunione fino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato, rispondono, quando i creditori non possono soddisfarsi sui beni personali delle obbligazioni contratte dopo il matrimonio, da uno dei coniugi per il compimento di atti eccedenti l’ordinaria amministrazione senza il necessario consenso dell’altro.I creditori particolari di uno dei coniugi, anche se il credito è sorto anteriormente al matrimonio, possono soddisfarsi in via sussidiaria sui beni della comunione, fino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato”.
Quindi, in conclusione, se i debiti sono stati contratti per interesse personale e non per la famiglia, tuo padre sarà responsabile prima con il proprio patrimonio personale e successivamente con i beni in comunione limitatamente alla propria quota.
Per quanto riguarda il discorso dell’eventula richiesta di interdizione per “mala gestio”, la cattiva amministrazione sussiste ad esempio quando il coniuge, per inettitudine, abbia in concreto posto in essere atti che possono avere conseguenze dannose sui beni della comunione o dell’altro coniuge. Quando ci si rivolge al giudice questo prende in considerazione il caso concreto per appurare se effettivamente ci sia stata mala gestio.
La cattiva amministrazione è prevista sia come causa di esclusione dall’amministrazione, sia come ipotesi di separazione dei beni (art. 193 cod. civ.). Quindi tua mamma potrebbe chiedere la separazione dei beni. In particolare, l’art. 193 cod.civ. dice che questa separazione si puo’ chiedere anche “quando il disordine degli affari di uno dei coniugi o la condotta da questi tenuta nell’amministrazione dei beni mette in pericolo gli interessi dell’altro o della comunione o della famiglia…”. In entrambi i casi (esclusione dall’amministrazione o separazione giudiziale dei beni) bisogna rivolgersi al giudice. Tuttavia, di conseguenza è necessario l’aiuto di un avvocato.
2 risposte su “Quando il coniuge con la propria condotta mette a rischio i beni della famiglia”
salve come può rivalersi un socio di S.r.l. verso gli amministratori per una cattiva gestione che porta alla liquidazione e quindi rispondere per alcune fideiussioni ?
grazie
La responsabilità degli amministratori di società di capitali è prevista dal codice civile, ovviamente bisogna vedere se ce ne sono i presupposti nel caso concreto.