Mi piace molto leggere e mi sto interessando ad alcuni lettori di ebook, ne sto provando alcuni e mi sembrano tutti davvero ottimi, per quel poco che posso vedere sono molto comodi, il mio problema però sono i contenuti. Mentre ho visto che per chi legge in Inglese ci sono già tantissimi libri disponibili, in Italiano c’è ancora molto poco di acquistabile, si trovano libri solo tramite emule o via bittorrent, frutto di pirateria. La mia domanda quindi è questa: esiste un sistema legale per poter avere un libro in formato elettronico per poterselo leggere nel modo che si preferisce?
E’ un argomento che interessa moltissimo anche a me. Ultimamente, dopo un primo approccio di qualche mese fa che non aveva dato molti frutti, ho scoperto la comodità di leggere tramite l’iPhone usando l’applicazione Stanza e mi sono accorto della grande comodità che offre questo metodo di lettura. In questo momento, ad esempio, sto rileggendo (mi capita molto spesso di ri-leggere i libri che mi sono piaciuti molto) per l’ennesima volta “Il nome della rosa” di Eco, dopo aver finito la trilogia di Millenium. Poter inserire annotazioni, fermarsi un attimo per fare una ricerca con google su alcuni termini o frasi che trovi nel testo, poter consultare wikipedia, riuscire a leggere senza bisogno di una lampada retrostante (e quindi sostanzialmente in qualsiasi posto), avere sempre un’idea, nonostante la mancanza del supporto fisico, del punto in cui ci si trova nel libro, non perdere mai nè il segno nè, soprattutto, il libro (avevo smesso di leggere perchè i miei figli mi nascondevano sempre i libri…), avere sempre con te tutti i propri libri preferiti, sono vantaggi impagabili che mi hanno convinto una volta per tutte della bontà del “leggere elettronico”, pur essendo stato un amante del profumo della carta per tanti anni.
Probabilmente ai libri, che oggigiorno sono uno dei tanti media insieme a dischi musicali, film e altro, succederà nei prossimi anni, con buon ritardo, quello che è successo alla musica e che sta succedendo adesso ai videogames: staccarsi dal supporto fisico per essere scaricabili tramite la rete. Come dici tu, questo fenomeno è anzi già accaduto nei paesi anglosassoni, mentre da noi, che siamo sempre più indietro (pensiamo solo ai film, che negli USA si possono tranquillamente scaricare via iTunes mentre qui da noi si deve sempre fare avanti – indietro dai distributori di dischi), la cosa deve ancora svilupparsi.
La soluzione adottata purtroppo da molti è quella della pirateria pura e semplice, ma è giusto chiedersi come fai tu come poter fare a coltivare il proprio hobby della lettura senza violare la legge. Come forse saprai, anche io sto scrivendo un libro in questo momento e ti posso garantire che non è uno scherzo: c’è da lavorare sodo e i compensi non sono quasi mai proporzionati alle energie profuse. Per questi motivi, sinceramente mi dispiacerebbe che finisse piratato e letto da persone che non ne hanno pagato il giusto corrispettivo sia a me, come autore (che prendo peraltro solo una misera percentuale), sia al mio editore, che ha creduto in me e mi ha fornito i mezzi per poter pubblicare. Sono peraltro uno che regala quotidianamente contenuti tramite questo blog, penso di poter decidere di fare un libro soggetto a copyright, per tante ragioni, una volta tanto e spererei che questa scelta fosse rispettata dal grande pubblico, che non poco ha beneficiato di quegli stessi contenuti gratuiti del blog.
D’altra parte è anche vero che il mondo dell’editoria italiana ha le sue colpe nel non essersi modernizzato, come hanno fatto, invece, negli altri Paesi, e nell’essere rimasto fermo agli stessi metodi di pubblicazione e diffusione degli ultimi decenni.
Io personalmente, comunque, procedo così: scarico solo libri di cui possiedo già un originale, e quindi i diritti di lettura, oppure, nel momento in cui scarico un libro che già non possiedo in formato cartaceo, lo ordino tramite IBS o qualche altro fornitore on line. Naturamente, poi, il libro arriva che magari ho già finito di leggerlo, ma poco importa, in ogni caso il cartaceo finisce direttamente sugli scaffali, dove rimane intonso, mentre il libro me lo leggo e rileggo sull’iPhone.
Non saprei dirti, tuttavia, se questo sistema possa essere considerato perfettamente legale. A mio giudizio, ognuno dovrebbe avere la possibilità di scansionarsi un testo e passarlo all’OCR, per averlo in formato digitale sul proprio computer o su dispositivi portatili (nel mio caso, la scansione è fatta da altri, ma il risultato è analogo alla situazione che si sarebbe avuta se la scansione l’avessi fatta io).
Però la legge sul diritto d’autore sembra dire una cosa diversa, all’art. 68, comma 1°, quando prevede che “E’ libera la riproduzione di singole opere o brani di opere per uso personale dei lettori, fatta a mano o con mezzi di riproduzione non idonei a spaccio o diffusione dell’opera nel pubblico“. Quindi, se rimanessimo alla lettera della legge, si potrebbe copiare un libro di cui si sono già acquistati i diritti solo a mano (manco fossimo ancora nell’epoca degli amanuensi!) o con mezzi, come ad esempio le fotocopie in unico esemplare, che non sono idonei alla ulteriore diffusione dell’opera. Quindi, ad esempio, non si potrebbe scansire e passare all’OCR un libro, perchè il file relativo, potendo essere trasmesso via mail, ftp, file-sharing e così via, sarebbe “idoneo a diffusione dell’opera nel pubblico”. La legge qui esagera, perchè se uno si fa un file per suo uso personale, cioè se lo tiene sui suoi dispositivi per leggere in altro modo un’opera di cui possiede già i diritti di utilizzo, non fa in realtà male a nessuno. A me come autore, ad esempio, non dispiacerebbe affatto e non mi recherebbe nessun danno. L’illecito ci sarebbe solo se il file venisse trasmesso ad altri, ma fino a quel momento non ci troverei proprio nulla da dire. Forse il nostro legislatore ha avuto paura che, una volta su di un computer, il file potesse essere “rubato” da terzi malintenzionati, e poi messo in circolazione, ma è una ipotesi risibile: va anche considerato, infatti, che tutti gli utilizzatori di apparecchi informatici hanno, sempre per legge, l’obbligo delle misure di sicurezza, anche per la tutela dei dati personali, e comunque si sarebbe potuta formulare la disposizione in modo da prevedere la responsabilità dell’utente per diffusione di materiale protetto avvenuta con sua colpa, ma effettivamente avvenuta.
Che dire? Siamo in un Paese in cui le leggi, specialmente le più recenti (e la legge sul diritto d’autore è vecchia, ma viene continuamente ritoccata), sono scritte sempre peggio. Io penso di non far male a procedere nel modo sopra descritto ma come avvocato non posso tecnicamente consigliarti di fare altrettanto e, se lo fai, è a tuo rischio e pericolo, esattamente come nel mio caso.
Tutto questo in un contesto, naturalmente, in cui i politici e i grandi soloni che gestiscono la scuola italiana si lamentano che i giovani non leggono più, ma nessuno si preoccupa di fornirgli un modo innovativo e moderno per poterlo fare… Si gioisce quando si costruisce una biblioteca, un ente che tra vent’anni non dico non servirà più a niente, ma avrà funzionalità completamente diverse da quelle che ha avuto per tutto il dopoguerra, sicuramente meno popolari e molto più di nicchia, e non si alimentano i collegamenti e i trasferimenti di rete, che sono la vera linfa della trasmissione della cultura nella società attuale, specialmente per i più giovani che, se Dio vuole, stanno finalmente abbandonando la televisione. Buona lettura.
4 risposte su “come leggere ebook in “piena” regola”
Ho scritto alla SIAE per chiedere lumi sulla questione, metto di seguito la risposta che ne ho ottenuto, sembra a favore della legittimità della mia "prassi" (la domanda originaria è in calce):
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Egregio Signore in relazione alla sua e-mail del 12 c.m. la informiamo che il principio portante della legge sul diritto di autore è la esclusività dei diritti patrimoniali riconosciuti all'Autore all'atto della creazione dell'opera. Pertanto, se il sito lo consente, potrà scaricare il libro ma unicamente per farne un uso privato.
Con i migliori saluti.
Ufficio per le Relazioni con il Pubblico – SIAE
(RM)
Da: Tiziano Solignani [mailto:solignani@solignani.it]
Inviato: martedì 12 gennaio 2010 19.24
A: urp@siae.it
Oggetto: richiesta di chiarimento
Vorrei sapere se può essere considerato lecito scaricare da internet la versione elettronica di un libro che si possiede già in formato cartaceo e per il quale, pertanto, si sono già corrisposti i diritti di utilizzazione all'editore.
Ad esempio, io ho una copia originale de "Il nome della rosa".
Se scarico da internet un documento word che contiene il libro in formato elettronico commetto un illecito o sono in regola?
Grazie e buon lavoro.
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cordialmente,
tiziano solignani
Un'altra buona opportunità offerta dalla l.d.a. è la possibilità di copiare integralmente i libri che sono oramai fuori catalogo, cioè non si trovano più in commercio (come il mio "Il perfetto cybercittadino", scritto più di dieci anni fa e oramai introvabile in libreria), ma che si trovano nelle biblioteche.
Lo prevede l'art. 68, comma 5°, parte finale della legge.
L'eccezione è molto giusta perchè non ha senso vietare la diffusione di un libro che oramai non è più nemmeno acquistabile.
Purtroppo, manca un sistema di digitalizzazione per cui i libri fuori catalogo siano effettivamente disponibili, perchè non è pensabile che uno da Modena vada poniamo a Firenze a farsi delle fotocopie (per mettersi poi a leggere delle fotocopie…).
Per i casi "fortunati" in cui il libro non e' soggetto a copyright segnalo: http://www.liberliber.it/
Io per esempio ho scaricato tutti i romanzi di Italo Svevo …
Se non vado errato, i libri di Svevo sono diventati liberi nel 1998, essendo l'autore morto nel 1928 e disponendo, in materia, la l.d.a. che (Art. 25) "I diritti di utilizzazione economica dell'opera durano tutta la vita dell'autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte".
In realtà, io pagherei volentieri i diritti di utilizzazione economica, se solo ci fosse qualche editore coraggioso disposto ad investire nella distribuzione elettronica dei libri.
Svevo l'ho letto ai tempi della scuola, oggi non credo che lo rileggerei ancora (leggo di solito alla sera in mezzo al baccano che fanno i miei figli, quindi opere di solito molto più leggere).