buon giorno :nel 2006 un medico dentista effettuava degli interventi nella mia bocca , apparentemente sembrava tutto ok ma , a distanza di 1 anno e mezzo x la precisione nel 2008 ho iniziata ad accusare forti dolori alla colona vertebrale fatta la risonanza hanno constatato che avevo 1 ernia espulsa al 4c passo mesi d’inferno con dolori terribili e spesi mediche private cospicue,non avendo avuto traumi di nessun genere :il mio medico fatte le vari domande di rito mi chiede se avevo fatto interventi hai denti ,dissi di si 18 mesi 1a allora mi fa visitare da un medico dentista che con un tecnico constatano che la mia masticazione in seguito al lavoro mal fatto nella mia bocca si è abbassata di 5 mm mi reco dal dentista che aveva effettuato il lavoro e mi assicura che mi rimborserà se avrò la cortesia di attendere trovandosi momentaneamente in difficoltà..ma ancora non è accaduto credo a questo punto che mi sta facendo solo perdere del tempo x arrivare alla possibilità che la cosa passi in prescrizione x ciò ho deciso di andare da 1 avvocato ;domando : posso chiedere i danni al mio dentista ?se si,di che natura ? come si quantifica il danno di 1 ernia espulsa..grazie se avrete la cortesia di rispondermi
Sicuramente ha tutto il diritto di chiedere i danni al Suo dentista. Ovviamente è impossibile quantificare l’ammontare del danno dal punto di vista economico. Si tratta infatti di una valutazione:
a) soggettiva (nel senso che uno stesso pregiudizio, dal punto di vista fisico, puo’ essere diverso da persona a persona);
b) che solo un medico (in particolare un perito, di parte se scelto da Lei, d’ufficio se concesso dal giudice laddove si rendesse necessario per un contrasto con il parere di un medico scelto da controparte) può quantificare;
c) polivalente (nel senso che il danno può essere biologico, ma anche ad esempio prettamente economico: il cosiddetto “danno emergente” vale a dire tutte le spese mediche sostenute per le cure; poi abbiamo il “lucro cessante” da intendersi come mancata possibilità di guadagno se a causa della sofferenza non è potuta andare al lavoro).