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Il patrocinio a spese dello Stato e la questione del reddito del nucleo famigliare

Le scrivo x chiederle informazioni su un problema di mia figlia; il suo ex vicino di casa,l’è ha fatto denuncia, x un presunto morso da parte del suo cane,mia figlia, vorrebbe avvalersi di un avvocato patrocinato,perchè il suo reddito del 2010, arriva appena ai 9.000,00euro circa.(viveva da sola),, ma da giugno di quest’anno è andata a convivere con il suo ragazzo, che ha un suo reddito; vorrei sapere se ha diritto o no all’assistenza gratuita.

Quando si parla di limite reddituale per ottenere il patrocinio a spese dello Stato il T.U. in materia di spese di giustizia fa riferimento al reddito del nucleo famigliare dell’istante intendendo tutti coloro i quali risultano risiedere allo stesso civico. Non a caso i consigli dell’Ordine degli avvocati, quando si presenta un’istanza chiedono sempre di allegare un certificato cumulativo di residenza e stato di famiglia dell’istante.

Si tratta in pratica, nel tuo caso, di verificare se tua figlia risiede con il fidanzato oppure vive solo con lui ma ha ancora la residenza presso di te.

Nel primo caso i redditi andranno cumulati, nel secondo avrà rilevanza esclusivamente quello di tua figlia.

Se alla fine dei conti tua figlia dovesse avere bisogno per il patrocinio dille pure di contattarmi in studio.

 

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La zia che non molla l’eredità

Buongiorno, Ringrazio anticipatamente per il servizio gratuito che eventualmente mi sarà reso e spero in tal modo di riuscire a sbrogliare una questione che mi riguarda da vicino,anche se non sono direttamente coinvolto. Cercherò di essere il più chiaro e conciso possibile: La questione che vi sottopongo riguarda la permuta di un tratto di terreno che appartiene alla famiglia di mia nonna (mi riferirò da qui in avanti sempre alla parte materna della mia famiglia) e il terreno adiacente alla nostra casa che appartiene al nostro vicino. Quando morì mio nonno la sua proprietà ,cioè la casa in cui abito con mia madre e mia nonna e alcuni terreni,da quello che mi ha detto mia madre (forse è anche così per legge in assenza di una testamento,confermate?),passarono in parti uguali sotto la proprietà di sua moglie e le sue due figlie. Non c’è mai stata una separazione definita di quali fossero le proprietà,di fatto possiedono tutte e tre un terzo della proprietà indistintamente. Per motivi,che non starò qui a elencare,non scorre buon sangue tra le due sorelle,il ché rende difficile la creazione di un atto notarile per la suddivisione delle parti. Detto questo,pochi giorni fa il nostro vicino ci ha offerto il suo terreno,adiacente alla nostra abitazione, in cambio di uno dei nostri terreni. A mio avviso lo scambio è molto conveniente,il terreno richiesto da lui è un campo agricolo non utilizzato e il suo, oltre ad essere adiacente alla nostra abitazione, è anche edificabile probabilmente,sia mia madre che mia nonna sono favorevoli allo scambio,mia zia però che vive a Milano e che non ah nemmeno interessi su questa casa, in una mail scrive “sono assolutamente contraria”. La mia domanda è: possiamo comunque fare la permuta,basta la maggioranza (cioè mia madre e mia nonna) oppure è necessaria l’unanimità? ed eventualmente come possiamo fare per fare la permuta senza il consenso di mia zia? Grazie mille del tempo dedicatomi,cordiali saluti.

In casi come questi dove l’eredità è stata suddivisa equamente (1/3 alla nonna e 1/3 a testa alle due figlie del de cuius) ma sembra non esserci una suddivisione che dica esattamente quali parti appartengano a chi, occorre trovare un accordo e sancirlo davanti al notaio.

Una possibilità potrebbe essere quella di “liquidare” la zia una volta stabilito il valore della massa ereditaria, sempre però che questa accetti.

In ogni caso occorre il suo consenso se la parte che verrebbe ceduta appartiene anche a lei

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La trascrizione della locazione

salve avv. vorrei porle porle il seguente quesito. ho stipulato un contratto di locazione per una durata minore di nove anni. sebbene non sia previsto l’obbligo della trascrizione, posso comunque procedere alla stessa per una tutela maggiore? grazie in anticipo

Come bene dice il nostro amico, non c’è obbligo di trascrizione per i contratti di locazione di durata inferiore ai nove anni.

Tuttavia la trascrizione si può effettuare ricordando però che essa non è opponibile a chi abbia acquisito legittimamente diritti sul medesimo immobile e abbia trascritto per primo.

Posso dire la mia sulla pizzeria di mio marito se siamo in separazione dei beni?

Mio marito titolare di una licenza di bar pizzeria ( esercizio pubblico)si è impegnato in forma scritta con scrittura privata davanti ad un avvocato, a ridare in gestione la suddetta licenza commerciale al fratello tra 5 anni. Il fratello lo ha avuto in gestione da giugno 2006 a giugno 2011.Io non sono d’accordo  e  siamo in separazione dei beni. Abbiamo 3 figli minori. Questo contratto è vincolante o si può cambiare in prossimità della data prevista per la cessione? Grazie

Avendo adottato il regime della separazione dei beni ne consegue che la gestione commerciale dell’attività e ricavi connessi spettino a suo marito.

Per quanto riguarda il contratto è sicuramente vincolante perchè esso ha forza di legge fra le parti. Nulla esclude, tuttavia, che suo marito e il fratello possano modificarlo.

Il negozio locato senza agibilità

Spett.le redazione nel 2009 come sas insieme a mio padre ho acqisito un ristorante. A fine stagione estiva, abbiamo iniziato a fare dei lavori di ristrutturazione ed ammodernamento del locale in locazione. Purtoppo i lavori (messa a norma impianti: luce, acqua, metano, areazione …) hanno subito un arresto perchè per la loro ultimazione occorreva il certificato di agibilità che ovviamente il propietario del locale (ex propietario dell’attività) non ha mai chiesto nè aveva intenzione di chiedere (raccomandate inevase). Dopo alcuni mesi, non potendo neanche lavorare, non abbiamo più pagato il canone di locazione ed abbiamo ricevuto una ingiunzione di sfratto alla quale ci siamo opposti. Il giudice putroppo, dopo molti rinvii e titubanze, ha dato ragione al proprietario intimandoci lo sgombero, pagamento canoni pregressi etc. E’ mai possibile, che in presenza di un grave inadempimento del locatore (mancanza dei requisiti igienico sanitari del locale), il giudice dia ragione a quest’ultimo e metta sul latrico un’azienda? Grazie

Per dare una risposta soddisfacente occorrerebbe leggere la sentenza. Sicuramente avreste potuto chiedere la risoluzione del contratto o una riduzione del canone e avete comunque diritto al risarcimento del danno.

Così recita l’art. 1578 c.c.: “Se al momento della consegna la cosa locata è affetta da vizi che ne diminuiscono in modo apprezzabile l’idoneità all’uso pattuito, il conduttore può domandare la risoluzione del contratto o una riduzione del corrispettivo, salvo che si tratti di vizi da lui conosciuti o facilmente riconoscibili.
Il locatore è tenuto a risarcire al conduttore i danni derivati da vizi della cosa, se non prova di avere senza colpa ignorato i vizi stessi al momento della consegna”

Resta il fatto (ma è solo una deduzione) che non avete pagato il canone e probabilmente il giudice non ha potuto decidere diversamente.

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Il vicino rompiscatole

 le scrivo in quanto sto aprendo un asilo nido autortizzato dal Comune di Roma in una villa presa in affitto in una piccola via chiusa. Accanto a noi c’e un avvocato molto arrogante e che ci ha dato molti problemi per i lavori di ristrutturazione e siamo arrivati all’esasperazione mandandolo a quel paese.Non potendo appellarsi a nulla, per la nostra nobile causa e dall’ottenimento di tutte le autorizzazioni necessarie per i lavori, ha coinvolto tutte le famiglie della via per mandare una lettera al Comune chidendo gli atti delle autorizzazioni e appellandosi a tantissime cavolate(cancello rumoroso, ci sono troppi asili nella zona, sarebbe un disagio per le famiglie della via quando l’asilo sara’ aperto). Pertanto lui ha gia’ litigato con molti nella zona e non e’ a nroma, in quanto ha murato i contatori dell’acea e la gente deve entare nella villa dove sono per le operazioni standard, ha usato lo stesso muro di cinta della nostra villa per definire il suo confine e ha fatto crescere gli laberi attaccati al muro di cinta causando nella mia villa molta immondizia. Come ultima cosa, ha inserito nella via un cartello di (starda privata) quando non lo e’. Cosa posso fare per farlo tacere  e non farmi creare danni per la mia attivita’ che stiamo aprendo con tanti sacrifici economici e personali? Grazie in anticipo.

Mi sembra di capire che, pur lamentandosi, questo avvocato non abbia in mano prove o altro che possano in qualche modo impedirvi di realizzare il vostro progetto.

Avete quindi tutto il diritto di andare avanti senza curarvi della cosa. Se come dici le lamentele in oggetto sono infondate non ci saranno impedimenti da parte del comune.

Nel caso questa persona dovesse continuare ad importunarvi non ci starebbe  male una lettera di diffida firmata dal vostro avvocato. Oppure si potrebbe denunciare ai vigili la questione del finto cartello “strada privata” anche se temo che questo non farebbe altro che alimentare i dissidi.

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Sono incinta ma lui non ne vuole sapere

Buongiorno, mi chiamo xxx ho 35 anni e sono in attesa da 27 settimane di una bimba, che il suo papà non vuole e ora per non aver accettato di abortire, come lui voleva dice anche di non amare più me. Due mesi fa, esattamente a Pasqua abbiamo litigato e non ci siamo più sentiti, lui mi ha assicurato verbalemte che avrevve riconosciuto la bambina e che mi avrebbe passato una cifra al mese per poter sostenere le spese, anche i suoi genitori mi hanno garantito questo, ma in due mesi non ho visto un euro, anzi resta il fatto che loro, tutti, sono letteralmente spariti, nel senso che non chiamano neanche per sentire come procede la gravìdanza, ora il mio interesse è tutelare me e mia figlia considerando il fatto che io non potrò più lavorare tra un pò, faccio un lavoro part-time che mi occupa solo il pomeriggio ed ho un contratto a progetto. oltretutto ho dovuto lasciare due lavori nei primi mesi di gravidanza per seguire lui che voleva avermi vicino, quindi sono stati mesi difficili e ho dovuto cercare lavoro al 4 nese di gravidanza. la mia domanda è che diritti ho? cosa devo fare e come posso agire nei suoi confronti?non ho molti soldi e non so come fare e ad agosto smetterò di lavorare. cordialmente ringrazio

Innanzitutto bisogna vedere se lui vuole o no riconoscere la bimba come sua figlia. In caso positivo avrà gli stessi obblighi (mantenimento ad esempio) che avrebbe se voi foste sposati.

In caso contrario se tu vorrai ottenere da lui quello che è giusto occorrerà iniziare un procedimento per il riconoscimento della paternità.

Finito quello con esito positivo ti spetterà il mantenimento, le spese straordinarie ecc. in base a quanto stabilirà poi il giudice. Ovviamente avrai diritto anche agli arretrati.

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Quando il problema è lo scaldabagno

salve..sono uno studente universitario da poco trasferitosi in un appartamento con altri tre ragazzi.    Vado al dunque,sto avendo dei problemi con i miei coinquilini nella divisione della bolletta.Pomo della discordia è il mio bagno privato con conseguente scaldabagno. mi spiego; la camera compresa di WC”con scaldabagno di 40 L ” mi è stata concessa dal locatario ad costo mensile 250€ mentre gli altri inquilini pagano 200€ e si dividono  un bagno “con scaldabagno di 110 L “ . Loro tre concordano però nel fatto che il mio scaldabagno sia una spesa in più e che quindi io debba pagare il doppio rispetto a loro,cosa che io non ritengo per niente giusta in quanto  per usufruire di questo servizio già pago ben 50€ in più rispetto a loro!!mi potete aiutare?io per andare incontro alla loro richieste ho deciso di mettere un timer al mio scaldabagno in modo che si accenda solo dalle 4 alle 7 di mattina(fascia a basso consumo) ma sto avendo ancora problemi..come risolvereste la cosa??io sono obbligato a far limitare le mie ore di accensione e a pagare anche di più???

Innanzitutto occorra una precisazione: quello che paghi di canone lo paghi al padrone e a prescindere dall’uso dello scaldabagno. Il fatto che paghi di più degli altri è probabilmente dovuto al fatto che il tuo bagno è tutto a tua disposizione (aspetto sicuramente per te vantaggioso). In pratica se questi sono gli accordi ciò significa che tu pagheresti comunque questa cifra anche se lo scaldabagno non lo utilizzassi mai (ovviamente è solo un esempio paradossale). Spero di essere stato chiaro.

La bolletta è un altro discorso. Qui siete voi che dovete trovare un accordo che potrebbe essere il seguente. Non so come siate d’accordo circa la suddivisione della bolletta, ma la proposta più logica ( e che si potrebbe proporre in una eventuale causa) sembra quella di presumere (in assenza di contatori separati) un consumo uguale pro capite di acqua. A questo punto bisognerebbe considerare il gas utilizzato per scaldare l’acqua (ovviamente stiamo parlando di aspetti tecnici non valutabili da un legale) e fare una giusta divisione. Non sono un tecnico ma se stiamo parlando da scaldabagno tipo-boiler è evidente che il gas utilizzato per mantenere caldi 40 litri d’acqua è inferiore a quello che serve per scaldarne 110.

La base di partenza potrebbe essere una divisione in 4 parti uguali della bolletta (e così 3/4 a carico dei tre coinquilini e 1/4 a te). E’ però una soluzione pro bono pacis visto che non è possibile stabilire quale sia effettivamente il consumo pro capite di acqua e quindi di gas.

Sicuramente ci sarebbe da discuterne.

Locazione camuffata da comodato

Ho un contratto di comodato gratuito ( pago l’affitto di € 500.00 al mese) registrato dal 2006, il contratto si rinnova automaticamente ogni 2 anni almeno che il padrone di casa o io non faccimo una disdetta per raccomandata 6 mesi prima. Chiedo da anni di avere un contaratto regola 4+4 anni ma il mio padrone di casa si rifiuta perchè non vuole pagare le tasse. Purtroppo l’affitto lo vuole solo in contanti ( ho testimoni e registrazioni vocale che lo pago, ma so che non valgono in tribunale) per cui non posso dimostare che lo pago. Sono residente e le bollette sono tutte a nome mio. Ho il numero di c/c del proprietario, secondo voi mi conviene fargli un bonifico senza il suo permesso per avere una possibilità di avere ragione davanti a un giudice) Come posso fare per avere un contratto in regola. Mi rivlogo a voi perchè nessuno ma NESSUNO mi sa dire assulutamente niente di come fare. Sto per diventare mamma e vorrei offrire a mio figlio una sicurezza per una casa ed vorrei poter acceder ai bonus affitto dei Comuni. Grazie mille per l’attenzione e che avete fatto questo servizio che è molto di aiuto per chi non si può permettere un avvocato. Cordiali Saluti

Immagino mi stia parlando di una contratto di comodato d’uso gratuito simulato che nasconde una locazione. L’unica soluzione che ha per ottenere un contratto di locazione è proporlo al locatore ma questi ha il diritto di rifiutarsi.

Potrebbe anche fare una denuncia all’agenzia delle entrate del territorio dimostrando che sta pagando l’affitto e che in realtà il vincolo che la lega al proprietario è una locazione piuttosto che un comodato, ma questo servirebbe solo a comminare una sanzione al padrone e non certo a ottenere la stipula di un contratto come vuole lei.

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la nuova casa è un disastro: cosa posso fare?

Il mio quesito riguarda gravi vizi di costruzione in un immobile. L’immobile in questione è di proprietà di mia madre per il 75% e la rimanenza dei 4 figli in parti uguali. E’ stata costruita tra il 2002 e il 2004. Siamo entrati ufficialmente a viverci nel dicembre 2004. Da due anni a questa parte si è presentata, in tutto il perimetro della casa, unidità di risalita con scrostamento della pittura e degli intonaci. Oltre a questo c’è un’evidente crepatura al secondo piano di un angolo della casa, crepe in un terrazzino a ridosso della conversa, tegole che sono saltate e punti della pavimentazione esterna che si è sollevata. Abbiamo fatto presente più volte sia la Direttore Lavori/Progettista che al costruttore i problemi della casa sia andando di persona presso gli uffici sia telefonicamente. Circa due anni fa c’è stato il primo intervento di taglio muro a cui ne è seguito un altro, ma a tutt’oggi nessuna azione risolutiva è stata effettuata. Ora, stufi di andare per vie bonarie, abbiamo inviato una raccomandata a tutti e due, con allegata tutta la documentazione fotografica, invitandoli entro 10 giorni a provvedere alla sistemzione di questi vizi. Vorrei capire. In che modo, come privato, possiamo d’ora in avanti procedere e se la legge comunque ci tutela. Immagino che non avremo a breve una risposta alla raccomandata e che dovremo per forza rivolgerci ad un Legale che abbia la massima competenza.

Hai fatto sicuramente bene ad inviare la raccomandata così rimane una data certa della tua richiesta di sistemazione dei vizi (che come dici tu possono essere dovuti a progettazione o a esecuzione non a regola d’arte).

E’ necessaria anche la mossa successiva di rivolgerti a un legale perchè non è escluso che chi ha progettato e costruito la casa non ti risponda.

Occorrerà citarli in giudizio per vedere riconosciute le loro responsabilità e in quella sede loro sicuramente tenteranno di limitare le proprie responsabilità. In ogni caso sarà necessario un accertamento tecnico preventivo (art. 696 cpc) che assolve la funzione di raccogliere prove prima del giudizio.

Concludo ricordandoti (ma ci penserà il tuo legale a farlo) che, se anche i responsabili dovessero sistemare la casa tu hai conmunque diritto a un risarcimento con relativi interessi per i disagi patiti nel frattempo.