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quando il sesso è accompagnato dal dolore

Provare dolore durante un’attività fisiologica che dovrebbe portare a sperimentare il piacere fisico più gratificante sembra un’eresia. Eppure sono tante le persone per lo più di sesso femminile che raccontano di provare sensazioni spiacevoli, fino al dolore durante o subito dopo un rapporto sessuale.

Il dolore accusato durante il rap- porto sessuale viene definito dispareunia. Si riconoscono, al femminile, tre tipi di dispareunia: quella introitale, della fase iniziale che coincide con i preliminari “locali” e i tentativi di introduzione, il dolore del terzo medio della vagina, ovvero durante l’entrata e i movimenti coita- li, infine la dispareunia profonda, av- vertita dalla donna quando le spinte si fanno più vigorose e profonde.

La dispareunia dell’introito è dovuta per lo più ad una vestibolite, cioè all’infiammazione di quell’area compresa tra le piccole labbra, vestibolo, che funge da scivolo per l’entrata del pene in erezione. Si tratta di una zona molto delicata e sensibile, in cui sboccano l’uretra e alcune ghiandole deputate alla lubrificazione della fase iniziale del rapporto. Un‘infezione/ infiammazione mal curata e protratta nel tempo compromette la funzionalità del vestibolo con difficoltà e do- lore al rapporto e cistiti post-coitum. Lo sbocco dell’uretra, infatti, è avvolto da tessuto erettile che gonfiandosi durante l’eccitazione, protegge l’ure- tra dalla risalita dei germi; l’inibizione riflessa dell’eccitazione, dovuta al dolore al tentativo di penetrazione, impedisce questo meccanismo di protezione causando il bruciore urinario del giorno dopo.

L’integrità funzionale del vestibolo e della vagina in toto, inoltre, è strettamente correlata ad un buon assetto ormonale, per cui carenza di estrogeni, spesso legate alla menopausa, ma anche da pillole troppo leggere o per irregolarità mestruali, possono comprometterne la risposta eccitatoria. Se alla carenza di estrogeni si associa un deficit di androgeni, si assisterà ad un sempre maggior silenzio sessuale non solo della vagina e del vestibolo ma an- che delle strutture vulvari deputate alla fruizione del piacere, cioè il clitoride.
Per inciso, è descritto un quadro clinico corrispondente alla vestibolite nel maschio, detta balanite, coinvolgente il glande, che per caratteristiche anatomiche e derivazione embrionaria è del tutto simile al vestibolo vaginale e come quest’ultimo può soffrire di infiammazioni o traumi mec- canici, per esempio da frenulo corto o per eccessiva ristret- tezza del prepuzio.

La dispareunia medio-vaginale, causata dalla compressio- ne del genitale maschile sulle pareti vaginali, non è un vero e proprio dolore bensì una contrattura involontaria del muscolo che circonda l’ingresso della vagina avvertita come una sorta di dolore anticipatorio, che impedisce di fatto alla donna di accogliere l’uomo dentro di sé. E’ il vaginismo, è il motivo principale della non consumazione del matrimonio. Si può curare con semplici terapie di decondizionamento, con esercizi sessuali che portano la donna alla piena con- sapevolezza di poter gestire volontariamen- te l’apertura o la chiusura del proprio corpo all’uomo, al piacere, alla vita.

La dispareunia profonda è legata alla presenza di patologie della pelvi, utero grosso con fibromi, endometriosi diffusa, stati infiamma- tori e infettivi dei genitali interni o dell’inte- stino, a volte semplicemente alla congestione pelvica, fisiologica, del periodo premestrua- le. La sintomatologia in questi casi è accentuata da una penetrazione intempestiva, che avviene temporalmente troppo presto, senza attendere il soggettivo periodo di eccitazione che prepara la pelvi ad accogliere il genitale, sollevando il corpo uterino ed “espandendo e allungando” la vagina. In questi casi la penetrazione profonda fa risuonare i legamenti dell’utero provocando dolori, sordi, più o meno intensi che bloccano il naturale abbandono alle sensazioni erotiche. In questi casi si insegna alla coppia come fruire della co- siddetta “penetrazione da gentiluomo”, tec- nica sessuale consigliata anche alla coppia gravida.

La penetrazione “da gentiluomo” prevede l’introduzione del genitale maschile solo per metà o poco più, orientando la stimolazione verso la parete vaginale anteriore. Una percentuale molto alta di donne individua proprio in questa area la zona di maggiore sensibilità erotica “vaginale”, il punto G.

Da sottolineare come una penetrazione molto profonda, operata con movimenti maschili intensi, vigorosi ed istintivi, venga spesso descritta ed interpretata come eroticamente piacevole solo perché testimonia una coinvolta partecipazione del maschio ma poche donne la definiscono “fisicamente” piacevole.
Le cause psicologiche, forte depressione ed ansia, molestie sessuali in età infantile o adolescenziale, tendenza caratteriale ad anticipazioni negative e a focalizzarsi solo sugli aspetti negativi delle esperienze, e relazionali, rapporto di coppia conflittuale, presenza di disfunzione sessuale anche nel partner, agiscono frenando il desiderio sessuale e l’eccitazione genitale attraverso meccanismi neuroendocrini tipici della reazione di ansia-paura. A volte è clinicamente difficile capire se viene prima un discomfort locale ripetuto che abbatte il desiderio e la partecipazione fisica al rapporto o se invece non esista un rifiuto inconscio nei confronti del partner che rende il congresso amoroso una sofferenza, psichica e fisica.

In base alla mia esperienza, raramente il dolore è puramente psicogeno. Dal momento che la dispareunia è un sin- tomo per lo più con i caratteri della cronicità, una corretta diagnosi medica, in eventuale collaborazione con altri specia- listi (psichiatri, psicoterapeuti, specialisti di terapia antalgica, fisioterapisti…) in particolare nel dolore del terzo medio, è essenziale per identificare i molteplici fattori eziologici, per orientare la terapia e, non ultimo, per evitare che la paziente frustrata da anni di sofferenza si senta ripetere che il dolore “passerà quando cambierà com- pagno sessuale” o, peggio, che il dolore “è solo nella sua testa”.

La dispareunia si può curare. Dalla dispareunia si può guarire.

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Di Maria Cristina Iannacci

Medico-chirurgo, Specialista in Ginecologia e Ostetricia, Perfezionata in Sessuologia Clinica, Perfezionata in Agopuntura e MTC, Master Universitario di II livello in Medicina Tradizionale Cinese, e-mail mc.iannacci@alice.it, cell. 335 6341890

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