c’è responsabilità se i medici scambiano un problema di conduzione elettrica del cuore per una sindrome ansiosa?

Nel 1992 mi reco, privatamente, da un cardiologo che rileva una frequenza cardiaca molto elevata e mi prescrive un betabloccante per regolizzare il battito. Nel 1994, mostrando a tratti e ancora un battito cardiaco sopra la norma, nonostante il farmaco, mi reco dal mio medico curante, il quale presume uno stato ansioso e mi suggerisce di eliminare il betabloccante. Dopo qualche gg la frequenza cardiaca torna elevata, comincio a svenire e vengo ricoverata 24 gg in ospedale. La diagnosi è di sindrome ansiosa reattiva e mi prescrivono ansiolitici e antipressivi. Vengo dimessa, ma continuo a sentirmi male, sul lavoro cominciano a farmi pesare la situazione e vengo messa part time. Realmente provata fisicamente e psicologicamente (stato depressivo), riassumo il betabloccante, mantenendo antidepressivi e ansiolitici. Smetto di svenire. Nel 2009 conosco un elettrofisiologo che opera all’ospedale di Firenze, il quale ipotizza un problema di conduzione elettrica del cuore, ma che mi suggerisce di rimanere con il betabloccante se la situazione è stabile. Nel 2012 concordo con lo stesso medico uno studio elettrofisiologico del cuore. Emerge un problema di conduzione elettrica e vengo ablata (operazione fatta tramite l’arteria della gamba). Vorrei intentare causa per la sbagliata diagnosi, i problemi derivati dall’assunzione dei farmaci e il rischio di non poter eliminare il betablocco per l’assuefazione, nonchè i rischi legati a un’eventuale gravidanza.

Per sapere se nel caso in questione c’è responsabilità dei sanitari che sono intervenuti precedentemente, sbagliando oggettivamente la loro diagnosi del problema, occorre un consulto medico legale. Occorre cioè rivolgersi ad un laureato in medicina, quindi un medico, specializzato tuttavia in medicina legale e cioè nella valutazione, dal punto di vista legale, delle lesioni riportate dalle persone ovvero dell’operato dei sanitari che sono intervenuti su un determinato caso.

Per capirci bene: io sono un avvocato, non ho cognizioni di medicina, e non sono assolutamente in grado di dire se i medici che ti hanno visitato prima di quello che ha azzeccato la diagnosi giusta avrebbero dovuto, in base al patrimonio di conoscenze che si richiede generalmente a chi pratica la medicina, individuare la diagnosi giusta. Io non so nemmeno bene cosa sia un problema di conduzione elettrica del cuore. Questo lo può dire solo quella figura che sta a metà tra un avvocato e un medico che è il medico legale.

Il nostro studio tratta molti casi di responsabilità medica ed ha rapporti di collaborazione con diversi medici legali e centri medico-legali. Devi ottenere una valutazione da parte di una di queste figure, poi, sulla base della loro valutazione, si vedrà se procedere e per quali profili farlo – tu ne citi diversi (sbagliata diagnosi, assunzione di farmaci inutili, eventuale gravidanza) ma bisogna vedere in relazione ai quali sussistono effettivamente aspetti di responsabilità dei sanitari.

Se vuoi un preventivo per la nostra assistenza, puoi compilare il modulo apposito. Si può chiedere anche ad un medico legale un preventivo per la sua valutazione della questione, in base al decreto legge 1/2012.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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