la richiesta di cittadinanza da parte del coniuge di cittadino italiano quando però si risiede all’estero

Scrivo per conto di un amico che non ne sa molto di computer. Sua moglie é cittadina Dominicana residente nel suo paese (Repubblica Dominicana) mentre lui é ufficialmente residente in Italia. Non sono ne separati, ne divorziati… insomma… non vi é cessazione degli effetti civili del matrimonio. Si sono sposati in Repubblica Dominicana otto anni fa. Sua moglie si é presentata presso l’Ambasciata d’Italia per fare richiesta di cittadinanza italiana. Questa non é stata accettata perché, secondo l’ufficio consolare, i due coniugi devono risiedere nello stesso Stato e vivere assieme. La legge, da quello che ho potuto investigare, dice semplicemente che al momento della richiesta e della concessione del decreto, non deve esserci scioglimento, l’annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e non sussista la separazione personale dei coniugi. Non solo non vogliono accettare la richiesta, ma stanno dicendo che il coniuge italiano deve essere anche lui residente in R.D. e deve essere iscritto all’Aire. Che opinione potreste darmi al riguardo? Il fatto che non vivano assieme, non mi sembra essere motivo sufficiente per pensare che si tratta di una separazione a tutti gli effetti. Il coniuge italiano, tra l’altro, vive in Italia perché ha un lavoro stabile che gli permette di mantenere la sua familia. La moglie non é mai andata a vivere in Italia perché ha un lavoro stabile nel suo paese.

Il caso non è molto chiaro, andrebbero approfonditi alcuni dettagli (il coniuge è cittadino italiano dalla nascita? si trova in Italia per motivi di lavoro? i coniugi non hanno mai convissuto?), e non è una materia che io conosca approfonditamente, ma può essere che le autorità consolari sospettino una simulazione. Un conto, infatti, è la richiesta di un permesso di soggiorno o addirittura un visto per motivi turistici, un altro è la vera e propria cittadinanza italiana. Se si conferisse la cittadinanza a tutte le coppie formalmente unite in matrimonio ma che in realtà non hanno mai convissuto, credo che ci sarebbe una vera e propria esplosione del fenomeno della simulazione, che già comunque è largamente, purtroppo, praticato.

Un tentativo che si può fare è mandare una pec alle Autorità consolari al fine di ottenere una risposta per iscritto, nei termini previsti dalla legge italiana, al fine di capire se questo rifiuto è legittimo o è solo una ostruzione basata su di un sospetto che, per quanto possa essere legittimo, comunque non consente di respingere una domanda se la legge prevede invece che venga accolta.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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