Il comune di xxx per la terza volta emette nei miei confronti un avvio di procedimento di decadenza dall’assegnazione di un alloggio comunale, perchè secondo loro io non vivo in quella casa. L’ultima volta ho portato il Comune dinanzi al TAR che ha accolto il mio ricorso. Io mi sento perseguitato. Se,nell’eventualità anche questa volta si dovesse ricorrere al TAR,in caso positivo, potrei querelare o quanto meno diffidare il Comune?
Parlare delle cose giuridiche in generale non ha mai molto senso, il diritto vive moltissimo del fatto su cui deve essere applicato, interagisce con esso e ne rimane quasi sempre plasmato in un senso o nell’altro. Per dire che nel tuo caso la prima cosa da fare è vedere se il comune, nonostante tutto, avesse buoni motivi per ritenere che tu non abitassi più nell’immobile, ciò che ne determinerebbe la buona fede, che, come tale, impedirebbe di poter fondare qualsiasi procedimento nei confronti del comune stesso.
Non vedo poi la rilevanza penale della vicenda, al massimo si può valutare una figura di abuso del diritto, che avresti dovuto peraltro far valere al TAR nel procedimento in cui hai ottenuto l’annullamento. Se il titolo di concessione, poi, fosse contrattuale (ma non credo, visto che ti sei rivolto al TAR), si potrebbe parlare di buona fede nell’esecuzione del contratto – un concetto che forse si potrebbe invocare anche in ambito amministrativo, ovviamente quest’ultima considerazione è tutta da valutare.
In conclusione, può darsi che si possa fare qualcosa nei sensi che hai in mente, ma bisognerebbe, in una cosa come questa, studiare molto meglio il caso in tutti i suoi dettagli.