Chissà quante volte avrai sentito parlare di mobbing e, quindi, di emarginazione del dipendente in ambiente lavorativo.
Bene, si dicono tante cose in giro sul mobbing e sulla possibilità di riuscire a dimostrarlo in causa.
Quello che ti posso dire, per esperienza, è che discutere sullo spinoso argomento è interessante ed utile ma, nell’applicazione pratica, cioè in giudizio, bisogna darsi da fare per costruire un’impalcatura probatoria robusta se vuoi avere una possibilità di riuscita.
Per caso ( …. ritenendoti vittima di una persecuzione sul posto di lavoro magari perpetrata a tuo danno da un superiore …. ) stavi pensando di avviare una causa per mobbing e mettere finalmente in luce tutte le angherie che hai dovuto subire nel tempo?
Hai però delle perplessità su come iniziare, cosa scrivere, come e cosa dimostrare, quanto devi spendere?
Non ti preoccupare, ci sono qui io a darti alcuni semplici ma essenziali consigli che, ne sono certo, ti potranno guidare nel prendere una decisione.
Non sto qui a ripercorrere le varie analisi giuridiche presenti sul web: è mia intenzione solo illuminare il tuo desiderato percorso di giustizia illustrandoti solo alcuni punti decisivi per riuscire ad ottenere una pronuncia (si spera) favorevole dal Magistrato.
Se pensi al mobbing ti stai rappresentando una condotta persecutoria avviata e mantenuta da un preposto sul posto di lavoro nel corso di un discreto lasso temporale e avente lo scopo esplicito o, comunque, percepibile, di emarginarti come dipendente.
Comprenderai quindi che si sta parlando non di singoli atti, ma della ripetizione di tante azioni e condotte che non devono avere per forza una connotazione penalmente rilevante.
Sono tutti atteggiamenti, comunque, che tu hai sicuramente percepito come ostili nei tuoi riguardi, che ti hanno addirittura mortificato ed isolato in quello che prima era il tuo fisiologico ambiente lavorativo.
Ora, non basta che tu descriva nell’atto introduttivo del giudizio la cronologia degli eventi mobizzanti: quello che serve veramente è la prova di quanto affermi.
Se sarai capace di vincere questa “resistenza” avrai successo nell’azione, altrimenti no.
Sappi che il Tribunale valuterà in dettaglio gli episodi che tu avrai narrato e rappresentato come lesivi ed ingiusti, inoltre verificherà l’esistenza del nesso tra fatti ed eventi lesivi.
Ti dovrai pertanto concentrare su “che cosa dimostrare”; a tal proposito gli spunti che intendo offrirti sono quindi questi: 1) impegnati a spiegare e dimostrare che l’azione mobizzante contro di te è stata ripetuta, sistematica ed ha avuto una notevole durata, 2) spiega inoltre chiaramente e dimostralo, quali sono state le caratteristiche oggettive della persecuzione, infine 3) come sei stato concretamente discriminato.
Vedrai che, seguendo questi piccoli consigli, ovviamente sviluppati con l’aiuto e l’assistenza di un difensore esperto in materia, affronterai la causa con ampio margine di riuscita.
5 risposte su “Mobbing sul posto di lavoro: come impostare la causa?”
In italia di parla di mobbing ma non esiste alcuna legge specifica. Si applica il riflesso di altre (anche se di recente ho letto qualcosa di diverso ma se non è di dominio pubblico, conta poco).
Il danno morale è riconosciuto solo in presenza di danno fisiologico (possibilmente esistenziale).
Le riforme del lavoro hanno accresciuto le possibilità di creare condizioni di disagio ed emarginazione, che oggi può culminare con legale licenziamento o blando risarcimento.
Nelle discussioni da bar, alla soluzione legale, si propone in alternativa la legge del taglione.
Anziché sprecare anni e soldi per farsi risarcire, è meglio, se possibilmente, ricominciare una nuova vita in un altro paese.
Sempre mobbing se è effettuato su un fornitore x giunta artigiano cosa si può fare
Detto così genericamente non ha molto senso: che cosa viene fatto in concreto?
E davvero difficile se poi x chi lavora è un nome.conosciuto dalle istituzioni stesse
Già.