Pubblico di seguito la lettera di una utente con risposta fornita dal mio maestro Marco Scarmagnani, che considero un testo fondamentale e potenzialmente utile per tutti coloro che vivono un disagio di coppia, anzi un vero e proprio «programma di azione» per mettersi a lavorare in modo ricostruttivo o costruttivo sulla propria unione.
Se anche voi state vivendo con difficoltà la vostra coppia, scrivetemi dalla pagina dei contatti.
Gentile Marco,
ho letto con grande curiosità un suo articolo e mi ha colpito la conclusione: «In coppia non siamo ” fortunati o sfortunati”, ma siamo “chi lotta o chi molla”». Io ho lottato, non ho voluto mollare anche se, a volte, penso che il tener duro non ha dato frutti positivi. Tante persone mi hanno detto: “x, meritavi di più. La vita è una sola dobbiamo viverla al meglio. Cosa ci fai con un uomo così?”. L’uomo così è mio marito da x anni. Non è uno sprovveduto, un irresponsabile, è una persona affidabile. Tuttavia è un uomo incapace di tenerezza, incapace di mostrare affetto sia a me che al figlio. Tendenzialmente portato a vedere il negativo nelle persone, a criticarle a non valorizzare mai. Questo ha sciupato la sua relazione con nostro figlio e ha mortificato me, sempre alla ricerca di un sorriso, di un incoraggiamento, di una carezza spontanea, di un pensiero gentile e soffocata invece da parole pesanti e denigratorie (non capisci niente, parli troppo, …). Mi chiedo dov’è sta di casa la stima. Mi chiedo dov’è la confidenza, dov’è l’ascolto, il sostegno, l’incoraggiamento, la stretta di mano, l’abbraccio….Lui ha modalità brusche e parole pesanti. Pretende molto dagli altri . Richiede che tutto sia perfetto e non gratifica mai. Forse non si accorge neppure di come si comporta, non lo fa con voluta cattiveria, ma per tutto questo il nostro rapporto di coppia non è armonioso e nostro figlio , respirando un clima familiare violento, ( nelle parole, nei gesti, negli atteggiamenti minacciosi del padre ) sta in parte assumendo le stesse modalità relazionali….Allora mi chiedo : Ho fatto bene io a non mollare? La mia migliore amica ride con il nuovo compagno….sembrano la famiglia del Mulino Bianco…..Un riso sulle ceneri di un altro matrimonio….Mi chiedo se è un riso vero o se solo apparente. Intanto io porto la mia croce, non rido più…. Grazie per l’attenzione, un caro saluto. x
Carissima,
grazie per avermi scritto e per avermi confidato questa situazione familiare che ti fa molto soffrire.
Ti sento scoraggiata e anche un po’ confusa e allora – pur con i limiti dello scritto – provo a passarti qualche spunto su cui riflettere, sperando che ti possa essere di giovamento.
La prima cosa che mi sento di dirti è che noi non investiamo energie nella indissolubilità del matrimonio per averne un tornaconto, né per noi né per i nostri figli. Mi spiego meglio: è ovvio che crediamo che l’amore per sempre (o – meglio ancora – crescere per sempre nell’amore) sia la cosa più umana che possa esistere, e sia un bene per noi, per i nostri figli, per la società intera, ma non sempre questo si realizza pienamente ed immediatamente in tutte le famiglie, anche se è lecito augurarselo. Non tenere conto di questo aspetto ci fa scivolare presto nella filosofia dell’ “amore è eterno fin che dura” e troveremo sempre delle occasioni per essere scontenti del nostro coniuge (un paio al giorno, dico ai miei clienti!) fino al punto di volerlo lasciare.
Ci sono poi altri fattori di cui tener conto: ad esempio tu non sai quanto può essere di aiuto a tuo figlio la tua amorevole pazienza, magari lo aiuterà a tener duro in un momento difficile della vita, non necessariamente coniugale. La capacità di resistenza attiva nelle difficoltà della vita a parer mio è più educativa di una famiglia del mulino bianco, visto che la vita in genere è segnata da fatiche, sconfitte e bisogno di rialzarsi. Discorso a parte va fatto in caso di gravi abusi (che non mi pare di rilevare nel tuo caso) per i quali a volte è il caso di “mettere in sicurezza” i familiari, peraltro senza il bisogno di procedere a separazione formale; può essere piuttosto un momento concordato in cui uno si prende l’impegno di un percorso di crescita in vista di un rientro con un diverso atteggiamento in famiglia.
Il secondo spunto è che ti invito a circondarti di persone che ti aiutano a sostenere il tuo matrimonio. Mi hai citato esempi (che io – perdonami – definisco “velenosi”) di persone che insinuano in te dubbi, e un esempio di una persona che ha ricostruito un matrimonio migliore del precedente.
Mi fa pensare ad una tua attenzione selettiva di questi messaggi, che anziché consolarti ti fanno sentire sempre più al posto sbagliato.
Ricorda che spesso ciò che ci fa soffrire di più non è la realtà ma la nostra interpretazione di essa. Se io penso di essere una sposa infelice e continuo a nutrirmi di persone che mi rinforzano questa idea, mi sentirò sempre peggio, non ti pare?
Ti invito a cercare confronto, amicizia, o aiuto professionale da qualcuno che al contrario ti possa dare forza.
Fatte queste premesse veniamo allo spunto principale. Io credo che nel matrimonio oggi ci sia il bisogno di crescere sempre perché l’indissolubilità – come spiega bene Papa Francesco – non significa (solo) “resistere” ma crescere attivamente nell’amore.
Il fatto che voi non abbiate ancora trovato la strada non significa che non esista.
Datevi degli strumenti e su questo penso che tu abbia il diritto ed il dovere di mettere alle strette tuo marito.
Lui è felice del suo matrimonio e della sua famiglia? Vorrebbe stare meglio? Se sì, bene, cercate (o cerca tu e proponi), altrimenti il bisogno è tuo e il tuo bisogno, contando il 50% del peso della coppia, deve essere preso in considerazione.
Gli uomini spesso sono duri e timorosi di questi strumenti, e allora fatti aiutare da qualche amico comune, da un sacerdote, o parlane apertamente in un momento in cui vi sentite in armonia (ci sono questi momenti? o ci sono stati? e quando sono finiti?). Cercate aiuti professionali validi.
Altrimenti anche all’interno della Chiesa ci sono percorsi per coppie molto validi. Incontro matrimoniale, retrouvaille, la Casa della tenerezza di Perugia, solo per citartene alcuni.
Se funzionano cambieranno radicalmente la vostra relazione di coppia e familiare, se non funzionano non vi scoraggiate e provatene altri.
So che lo scritto lascia il tempo che trova ma intanto ci ho provato e vi abbraccio forte.
Marco
2 risposte su “Difficoltà di coppia: come affrontarle.”
Grazie. Sto vivendo un momento di sconforto e queste parole mi hanno dato una grande forza. Grazie. Ho già stampato e riletto il tutto.
Mi fa molto piacere. Ti siamo vicini, in bocca al lupo di cuore. Ti raccomando di seguire il blog di Marco e di leggere i suoi due libri, che sono ricchissimi.