Ci si può imporre di amare una persona che da tempo si sente come estranea a noi? E se si riesce, è il cuore che ama o la mente che costruisce una finzione? E se a un certo punto il cuore, anche nella sua fisicità, si ribellasse? Si può volere sempre bene a chi ci ha delusi e sforzarsi di convivere per il bene di uno o più figli. Ma potresti chiamarlo mai amore? E se poi ci scoprissimo sempre più innamorati di un’altra persona? Quante doverizzazioni dovrebbe imporre la mente – la nostra morale, forse – al nostro cuore?
Il counseling sulla coppia non può mai essere diretto ad aiutare una persona a sopportare una situazione che per lei non fornisce più alcuna soddisfazione; non sarebbe un progetto sostenibile e, in fondo, sarebbe persino inumano e, probabilmente, una vera e propria tortura.
Quello che tuttavia l’uomo di oggi non capisce, spesso non riesce o non vuole capire, é che i sentimenti possono effettivamente tornare, nonostante il buio totale del momento attuale.
Cioè si può tornare a vivere con piacere e soddisfazione dentro ad una coppia che al momento ci è intollerabile.
Questo è possibile; non è detto che tutti ci riescano, ma va detto con estrema chiarezza che non è affatto impossibile come si tende a credere: é possibile, molti ci sono riusciti e altri in futuro ce la faranno.
Insomma, é un tentativo che si può fare e che non è mai inutile. Certo può andar male ma non hai perso tempo, hai tentato.
Ci sono tante cose da imparare, tante consapevolezze da acquisire prima di gettare la spugna.
Il libro da leggere resta assolutamente quello dei 5 linguaggi.
Buonasera Tiziano… come mi avevi detto sto passando un brutto periodo con questo ragazzo che frequento da tanto tempo …ci siamo presi e lasciati parecchie volte …il rapporto sempre come mi avevi detto si è modificato….ci vogliamo davvero molto bene… me lo dice spesso ….visto che è un tipo molto freddo se lo dice è vero …non direbbe mai una cosa che non prova…io invece credo che è un po di più di un semplice bene…e credo che sua la stessa cosa x lui …ma la sua voglia di libertà è più forte del stare insieme…solo che vederlo da amico mi fa stare male …non so come fare…arrabbiarmi non serve a nulla …anzi lo posso solo allontanare…ti chiedo un consiglio e un piccolo aiuto…cosa devo fare? Quello che prova è qualcosa di più di un semplice bene…mi farebbe star un po meglio saperlo
Una relazione è esattamente come un giardino, un orto o un campo: richiede cura, attenzione e nutrimento. Tutti i giorni bisogna chinarsi su di essa a raccogliere ed estirpare le erbacce. Alcune di queste erbacce, peraltro, come ci insegna il Vangelo – puoi leggere la celebre parabola della zizzania – è meglio non cavarle subito, ma aspettare che siano completamente cresciute perché, fino ad allora, non si può nemmeno sapere se siano appunto erbacce o grano…
Nessuna relazione, per contro, nasce perfetta. All’esatto opposto, tutte le relazioni, anche quelle che sembrano più brillanti e più costruite sull’amore, più piene di sentimento, nascono zoppe e devono essere aggiustate col tempo, a forza di interventi quotidiani, di cura ed attenzione, perché ognuno di noi porta nella relazione i suoi limiti, le sue inadeguatezza quando non i suoi veri e propri problemi.
Anche se sembra contraddittorio, il lavoro sulla relazione però è sempre un lavoro su te stessa, perché non si può mai far evolvere un altro direttamente, ma solo indirettamente. In altri termini, il tuo partner non può cambiare perché glielo chiedi tu. Ognuno di noi cambia solo quando se ne convince da solo e mai quando sono solo gli altri a chiederglielo. Questo è molto importante, è fondamentale, da capire e da sapere. Lo spiego meglio nel mio post sul mito di Orfeo ed Euridice, che ti invito a leggere con attenzione: clicca qui.
Puoi, però, determinare una sua evoluzione in modo indiretto. Per fare questo, puoi evolvere tu, portare la tua personalità e la tua visione della relazione ad un livello più alto, dando a lui l’occasione per seguirti. Quello che puoi fare è accendere un circolo virtuoso che possa essere di innesco anche per la sua evoluzione, che non è garantita, perché comunque resta dipendente da lui. Puoi offrigli, col tuo lavoro su te stessa e sulla relazione, una occasione, poi lui resterà libero di approfittarne o meno.
Del resto, l’amore si regge su due grandi pilastri: la libertà e il perdono.
Se non riconoscessimo la libertà dell’altro, quello che l’altro manifesterebbe nei nostri confronti, non essendo libero, non sarebbe amore. È proprio per questo che Dio ha donato all’uomo il libero arbitrio, che è un bene che non va mai intaccato, perché è il bene più prezioso dell’uomo, ciò che lo rende tale.
Se non riconoscessimo, ancora, la libertà dell’altro, il nostro non sarebbe amore, ma solo desiderio di possesso, come spiego meglio in un altro post che ti invito a leggere molto attentamente, perché illustra la differenza tra amore egoico e amore animico. L’amore di ognuno di noi si colloca sempre in un determinato punto di questa «scala»: non è mai puramente egoico, nè puramente animico. Clicca qui.
Il perdono, ugualemente, nelle relazioni umane è necessario perché solo Dio ci ama senza errori, quando è un uomo, o una donna, ad amarci, ci sarà sempre qualcosa che l’altro fa, ogni tanto, che ci farà soffrire. Perdonare diventa facile quando capiamo che noi siamo i primi ad essere stati perdonati dagli altri, infinite volte, e che possiamo guardare al nostro partner non con gli occhiali del giudizio, forniti dalla mente, ma con quelli della compassione, che del giudizio è l’esatto opposto, forniti dal cuore.
Non è con la logica che si vive nelle relazioni, del resto, ma con il cuore. Questo lo dobbiamo ricordare sempre: significa che possiamo rinunciare a giudicare l’altro e possiamo cominciare ad ascoltarlo ed accoglierlo.
Dopo tutte queste belle premesse, dunque, che cosa puoi fare?
Non esiste una soluzione magica, una soluzione pronta, anche a pagarla milioni di euro non la puoi trovare su amazon, proprio perché in amore c’è il libero arbitrio. Quindi niente filtri d’amore, l’amore bisogna … vincerlo sul campo.
L’unica cosa che puoi fare è decidere di investire su questa persona, di continuare a investire, senza poter avere la sicurezza che questo investimento ti frutti. Esattamente come quando pianti il seme di una pianta, lo annaffi, lo curi, lo segui per un mese e poi non germoglia nulla. Amare è proprio questo, è anche accettare il rischio che di quello che diamo non torni nulla, perché non è un contratto, è un gesto di amore che noi facciamo solo per l’interesse del gesto stesso, così come facciamo un regalo di compleanno non certo per averne uno poi a nostra volta ma solo per vedere aprirsi un sorriso.
Puoi, dunque, continuare a stargli accanto, nelle modalità che sono al momento possibili e che ti cagionano anche, comprensibilmente, sofferenza, ma che al momento non possono essere diverse. Potranno cambiare in futuro, ma è solo un’eventualità e comunque riservata a un domani che non si sa se e quando arriverà.
Puoi ascoltarlo, accettarlo e stargli accanto, diventanto nel frattempo una versione sempre migliore di te stessa, aprendogli così punti di vista nuovi, occasioni di miglioramento e circoli virtuosi.
È dura, ma l’amore vero funziona così: tutto il resto non ti potrà mai offrire una sensazione di vita vera come questa.
In bocca al lupo per tutto.
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Oggi voglio parlarti della scala che c’è tra amore egoico ed amore animico. Si tratta di un aspetto molto importante, e direi assolutamente fondamentale, dell’amore; quindi oggi in conclusione ti parlo di amore, una cosa basilare per la tua vita, spiegandoti un aspetto fondamentale dello stesso…
Il «tono di voce» di questo articolo ti potrà sembrare un po’ strano e diverso dal solito, la cosa è dovuta al fatto che questo articolo è la trascrizione di una breve lezione tenuta nel mio studio ad un gruppo di persone sul tema, quindi non nasce originariamente come testo scritto, ma appunto come lezione orale.
Ti ricordo sin da ora che puoi prenotare, se vuoi approfondire maggiormente questo argomento e altri allo stesso collegati, una seduta presso lo studio di Vignola o via skype, anche se io raccomando sempre almeno per la prima seduta di cercare di venire di persona, ovviamente a condizione di non essere davvero troppo lontani.
La scala dell’amore egoico-animica si applica all’amore di tutti noi o, detto in altri termini, l’amore di ognuno di noi si colloca sempre in un determinato gradino della scala egoico-animica.
Questi discorsi sembrano molto astratti, ma è possibile fare subito due esempi molto chiari che fanno anche capire come si tratti i discorsi in realtà molto concreti e fondamentali nella vita di tutti i giorni.
L’amore egoico è l’amore di colui che desidera letteralmente possedere la persona amata, per soddisfare un proprio bisogno e senza curarsi più di tanto, o addirittura senza curarsi minimamente, del benessere della persona amata. L’amore egoico quindi è quello di colui che prende una persona e ad esempio la chiude in cantina perché la vuole avere, la vuole avere tutta per sé, la vuole avere in qualsiasi momento, al completo soddisfacimento del proprio ego.
«Victor Hugo ha magnificamente descritto questo inseguimento di colei che vi ignora: l’abate Frollo, per farsi notare da Esmeralda che continua a respingerlo, alla fine la tortura e la mette a morte!»
L’amore animico si colloca invece all’estremo opposto.
Prima di farti l’esempio dell’amore animico devo però farti una precisazione.
Sia l’esempio dell’amore egoico che l’esempio dell’amore animico rappresentano due estremi che raramente si trovano in forma pura nell’uomo di tutti i giorni. Sono però due concetti molto importanti che ci fanno capire che cos’è questa scala egoico-animica e come la possiamo utilizzare per misurare il nostro amore, perché l’amore di tutti si colloca in qualche punto di questa scala, tra l’amore egoico, che abbiamo appena visto, e quello animico che vedremo tra poco.
L’amore animico è quello che appunto, come dice il termine stesso, viene dall’anima e non dall’ego della persona.
Facciamo subito un esempio. Tu sei sposato con una donna che ami tantissimo. Questa donna un giorno vieni a casa e ti dice che si è innamorata di un altro uomo e che per la prima volta in vita sua è completamente felice. Tu, anziché impazzire ed imbestialirti, sei genuinamente felice per lei e senti la sua stessa gioia e completezza dentro di te…
È evidente che l’amore animico è l’amore con cui ci ama Dio, è l’amore con cui hanno amato quegli uomini che si sono riusciti ad elevare al massimo grado della dimensione animica, ad essere delle grandi anime, come ad esempio Ghandi, che appunto era soprannominato grande anima (a proposito sai che ad esempio a Genova una persona che si comporta male viene chiamata anima piccola), oppure Budda oppure Gesù.
Per un uomo, è difficile provare per un’altra persona un amore puramente animico che é totale e incondizionato e prescinde anche dalle proprie esigenze.
Ma, se proprio dovessimo dare una definizione di amore, che cosa potremmo dirne, se fossimo davvero sinceri fino in fondo?
Come lo potremmo definire se non come mettere il benessere di un’altra persona sopra al proprio?
Io non credo che l’amore possa essere definito diversamente da così, l’amore è sempre mettere il benessere di un’altra persona sopra al proprio benessere.
É solo in questi casi che si ama davvero, è questo peraltro l’oggetto della promessa del matrimonio cristiano, che non è affatto una promessa da poco ma è una promessa terribile che ti impegna e ti vincola per sempre, anche perché, come è stato giustamente detto, chi non è disposto ad amare per sempre non ha amato davvero neppure un solo istante.
Ma allora se amaredavvero è così difficile, così arduo, così improbabile specialmente in una società e con un inconscio collettivo di proiezione neoliberista che ha eretto l’egoismo a criterio di relazione con gli altri, sulla scorta del concetto, di Hobbes, homo homini lupus, che è esistenzialmente una delle più grandi truffe della storia della filosofia una cosa falsissima e sciagurata, dal momento che l’uomo è esattamente l’opposto è un animale non solo sociale ma socievole e che soffre tremendamente per la mancanza di autenticità propria e di relazioni autentiche con gli altri.
Se – dicevo – amare è così difficile, così arduo, così ridicolo persino, dovremmo forse rinunciarci prendendola persa in partenza o, magari, poco dopo la partenza, come fanno in tanti, quasi tutti?
Lo scopo del discorso di oggi non è fare rinunciare nessuno, anzi, tutto al contrario, io ti voglio dare più consapevolezza per renderti in grado di amare meglio, di più e più a lungo…
Quando dico che per imparare ad amare bisogna studiare molti anni intendo proprio questo, che non si nasce sapendo già come si può far sentire amata una persona, bisogna studiarlo, bisogna impararlo: bisogna studiare ad esempio i cinque linguaggi dell’amore di Gary Chapman, un grande genio.
Bisogna capire nella scala egoico-animica dove si colloca il nostro amore per una determinata persona e bisogna fare delle scelte.
L’amore non è per qualsiasi persona: qualunque stupidotto è capace di innamorarsi, per amare davvero invece ci vogliono le palle.
La conclusione del nostro discorso di oggi, comunque, è in una domanda, anzi un paio di domande.
L’essenza dell’uomo, come ha molto lucidamente sostenuto Heidegger, ha la forma di un punto interrogativo.
E lo stesso counseling, nonostante che il nome possa indurre qualcuno a pensarlo, non è mai fatto di consigli; nel counseling è assolutamente vietato impartire consigli, l’essenza del counseling è fare domande, domande che stimolino dei processi riflessivi e che generino delle nuove idee e dei nuovi punti di vista nella persona che ha fatto ricorso al counselor, che li deve produrre, di fatto, più o meno spontaneamente.
La domanda di oggi è allora questa:
«dove si colloca l’amore che provi per la persona che c’è nel tuo cuore, tra un estremo e l’altro della scala egoico-animica?»
Si colloca più vicina al tizio che prende una donna e la chiude in prigione per tenerla tutta per sè, anche a costo di farla morire, o si colloca più vicina a quell’altro tizio che gode sinceramente del fatto che finalmente la moglie ha trovato l’uomo della sua vita?
Sì, lo so: entrambi questi tizi ti sembrano dei pazzi, dei folli, delle persone completamente fuori di testa e può anche essere che sia vero, ma dentro di te ti assicuro che questi due tizi ci sono entrambi.
Ed ecco adesso la domanda finale di oggi e del resto della tua vita:
«a quale di questi due tizi dentro di te vuoi dare da mangiare da oggi in poi?»
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«Frollo è talvolta vittima di pensieri passionali, benché abbia fatto voto di castità, s’innamora perdutamente della zingara Esmeralda, che altri personaggi vorrebbero conquistare, come il capitano Phoebus che, con l’intenzione di ucciderlo, Frollo pugnalerà alle spalle. Frollo vede Esmeralda soprattutto come un oggetto da ottenere, non come una persona da amare (tuttavia prova occasionalmente e disperatamente amore nei suoi confronti, che quasi sorpassano la libidine). Nonostante ciò, Esmeralda (che non essendo affatto innamorata e sapendo che è stato lui a cercare di uccidere Phoebus) si rifiuta di sposarlo, mentre lei viene condannata all’esecuzione Frollo prova un sadico piacere quando osserva la giovane al patibolo»