In queste ore, molti mi chiedono se con i tre decreti attuali si possa fare sport all’aperto.
Ovviamente da soli, e non in gruppo, perché gli sport di gruppo come il mio amato calcio, sono comunque esclusi, visto che è vietata ogni forma di assembramento – art. 1 comma 2 secondo decreto: sull’intero territorio nazionale e’ vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
Insomma, si può andare a fare la classica corsetta appunto da soli e quindi con l’osservanza delle distanze?
Il capo della protezione civile Angelo Borrelli ha detto chiaramente quanto segue: «si deve uscire lo stretto necessario e anche chi va a piedi deve portare l’autocertificazione».
A questo si aggiungono le considerazioni per cui, in caso di incidente o infortunio, è molto più difficile essere curati, anche perché bisogna evitare in ogni modo di andare nelle strutture ospedaliere e nelle cliniche private, che in questo momento sono ingolfate e in grave difficoltà già per i contagiati e non possono mettersi a curare chi si è procurato una contrattura, una distorsione o una frattura solo per essere andato a fare, ad esempio, jogging.
Comunque il primo decreto, valevole ormai a mente del secondo per tutto il territorio nazionale, è molto chiaro sul punto: «evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori …, nonche’ all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessita’ ovvero spostamenti per motivi di salute»
Il decreto, come spesso succede nel nostro paese, è scritto male, è mal formulato, ma non è difficile capire cosa dice veramente.
Se noti, gli spostamenti vietati sono anche quelli «all’interno dei medesimi territori», quindi le questioni relative ai comuni a cui molti hanno pensato (posso uscire dal mio comune?) non hanno in realtà alcuna rilevanza, è vietato qualsiasi spostamento che non sia sorretto da una adeguata giustificazione.
Il decreto avrebbe dovuto essere formulato, e deve essere comunque letto, nel modo seguente: ogni persona deve restare dentro alla propria casa e può uscirne solo per i motivi previsti che devono essere seri e reali.
In conclusione, anche la legittimità della «corsetta» purtroppo è da escludere ai sensi della legislazione vigente. Ai sensi, poi, del buon senso e dell’opportunità, in un momento come questo, anche.
Come allenarsi?
L’unica è allenarsi in casa.
Personalmente, ho due schede con esercizi a corpo libero, che mi ero fatto fare per le volte in cui non avevo occasione di andare in palestra, e userò quelle. Penso che manderò a prendere una power cage con bilanciere e panca, sto valutando in questi giorni.
In rete, comunque si trova di tutto, se credete potete anche prendere un coach on line, con tutti i limiti del caso è sempre meglio che fare da soli. Io mi servo del bravissimo Marco Testa. La mia palestra, La palestra ASD di Savignano sul Panaro, inoltre, ha fatto un gruppo fb dove ogni giorno mette dei video con degli allenamenti, se sei cliente o comunque interessato ti consiglio di seguirli perché sono ottimi.
Ti raccomando di continuare a muoverti, è importante per non deprimere il tuo sistema immunitario, ma anche il tuo umore e il tuo stato psico-fisico in generale, sotto minaccia in un momento in cui sei costretto a stare in casa.
Ti consiglio anche di esporti al sole in questi giorni se hai la possibilità di farlo da casa, sempre per i motivi di cui sopra.
Conclusioni.
Iscriviti al blog per non perdere gli aggiornamenti quotidiani sulla legislazione del coronavirus e sapere esattamente cosa puoi fare o meno.
Manda questo post a tutti quelli che conosci cui potrebbe essere utile per evitare di incorrere in sanzioni o problemi.
Se hai una domanda, mandamela con un commento qui sotto, tramite il modulo di contatto, o lasciandomi un vocale whatsapp.
Aggiornamento del 13/3/2020 ore 21:40: attento alle fake news.
Correre e fare altri sport, come ad esempio il ciclismo, all’aria aperta, anche da soli, non si può.
Alcune fonti, anche quelle considerate «ufficiali» dicono di sì, ma sbagliano, quello cui devi fare riferimento sono i tre decreti e comunque la normativa vigente.
In questo post appena pubblicato spiego meglio tutta la questione, se vuoi approfondire dacci un’occhiata.
Aggiornamento del 18/3/2020 ore 23:45: in Emilia Romagna non si può.
La regione Emilia-Romagna questa sera ha approvato una nuova ordinanza con la quale è espressamente vietato camminare, correre e andare in bicicletta all’aperto.
Puoi leggere l’ordinanza, in vigore già da domani 19 marzo, qui.
È chiaro che questa ordinanza sarebbe bene fosse estesa ad ogni parte del territorio nazionale, probabilmente verrà copiata anche degli altri governatori se non addirittura recepita dal governo centrale di Roma.
Il provvedimento della regione Emilia-Romagna conferma quello che ti avevo già detto essere ricavabile in via di interpretazione dai decreti nazionali.
Proteine: che mondo sarebbe senza di loro? Un mondo senza tette e culi, riesci a pensarci?
Brrr… mi vengono i brividi solo ad immaginarlo.
Comunque, mi hai chiesto quali sono i prodotti migliori per integrare le proteine, per cui ho pensato di fare questo post a beneficio come al solito di tutti i lettori del blog, con quelle che uso o ho comunque usato con soddisfazione in passato personalmente.
Chiaramente, ci sono in giro, anche sui social, PT con addominali, culi e persino tette molto migliori dei miei che potrebbero consigliarti altri prodotti. Magari queste persone hanno anche un curriculum studiorum più pertinente e ricco del mio, quindi in ultima analisi valuta tu, in questo post mi limito a riportare la mia esperienza, le mie considerazioni, per quel che può valere, di persona che si allena, cura l’alimentazione ed è appassionata di tutti gli argomenti legati al fitness, finendo per informarsi e leggere molto, pur in mancanza – purtroppo – di una preparazione sistematica di base.
Prima di tutto: quelle da scartare.
Qui ti parlo innanzitutto di alcuni tipi di proteine che personalmente tendo a scartare, indicandotene anche i motivi.
Non userei mai le caseine, onestamente, essendo molto allergizzanti e la base per procurarsi problemi di permeabilità intestinale, oltre che ad assorbimento molto più lento, cosa che specialmente come uso post workout le rende abbastanza prive di senso, oltre tutto.
Le proteine vegetali non hanno lo stesso valore biologico di quelle animali. Alcune sono proprio da evitare come la peste, mi riferisco a quelle di soia.
Se vuoi approfondire a riguardo, puoi leggere il libro di Kaayla T. Daniel, The Whole Soy Story, dove si comprova come l’uso, naturalmente protratto nel tempo, di questo tipo di proteine, specialmente quelle isolate, abbia comportato problemi alla tiroide, fertilità e di tipo autoimmune.
Proteine dell’uovo.
Tra le proteine che non uso ma che invece in qualche caso si potrebbero usare metto anche quelle dell’uovo, che hanno lo svantaggio di essere poco gestibili per l’integrazione, si usano infatti solo da cotte e non si mettono in uno shaker, e di essere in media ancora più allergizzanti delle caseine. Ma il loro profilo sarebbe ottimo, quindi non sarebbero proprio da scartare del tutto, se si riescono ad integrare nella propria cucina. Un prodotto che mi piace molto, che non ho mai preso, ma che prima o poi vorrei provare sono quelle di ProteinVital.
Le whey.
Se vuoi usare le whey, o proteine del siero del latte, il tipo migliore tra i tre disponibili (concentrate, isolate, idrolizzate) a mio giudizio è quello delle isolate.
Quando le usavo, prendevo questo prodotto, Iso-Fuji di Yamamoto Nutrition, disponibile in diversi pesi e in diversi gusti, tra cui anche il caffè che a me piaceva molto.
Le beef.
Ancora poco studiate, meno diffuse delle whey, ma io le preferisco, anche perché mi piace di più evitare, quando possibile, latticini e lattosio, per via del mio stile paleo.
Ho usato due prodotti con cui mi sono trovato bene:
Ultra Beef di Yamamoto. Costa un po’ ma è una confezione da 2kg con cui alla fine risparmi e vai avanti moltissimo. Inoltre contengono anche la creatina, così ti risparmi di integrarla a parte, questa cosa per me è molto comoda.
100% Hydrolyzed Beef di Scitec Nutrition. Costano un po’ meno, ma pesano meno della metà delle Ultra, inoltre non hanno la creatina. Per me convengono quelle di Yamamoto, poi vedi tu.
Il collagene idrolizzato.
Una cosa, sempre della grande famiglia proteine / aminoacidi, che metto nella tisana della colazione tutte le mattine è appunto il collagene idrolizzato.
Ho notato un effetto rinvigorente sui capelli, dicono si produca anche per le unghie, ma io, tenendole corte, non ho potuto valutarlo, e un miglioramento nelle articolazioni e nei dolori articolari, che io non avendo mai avuto non ho potuto ugualmente valutare.
Il collagene è completamente incolore e insapore, lo puoi sciogliere tranquillamente nel tè o nella tisana del mattino, o durante la giornata, che non cambia di una virgola il gusto, né, quando si è dissolto, la trasparenza e quindi l’aspetto della bevanda.
Dopo averne provato diversi, ho trovato un prodotto molto buono, che contiene collagene da bovini al pascolo: questo di PureCollagen. Venduto in una busta che contiene anche un misurino, ne metto due nella tisana, come da istruzioni, ogni mattino.
Come edulcorante, sai che uso l’eritritolo bio, ma di questo magari ti parlerò meglio in un altro post apposito.
Brodo di ossa concentrato.
Un altro prodotto che mi piace moltissimo della famiglia delle proteine e degli aminoacidi, che personalmente utilizzo così da solo ma anche per cucinare, è il concentrato di brodo d’ossa di Meador e Marrow.
Qui, peraltro, non solo fai rifornimento di proteine, ma anche di minerali.
Ha la consistenza di una crema e si può usare come insaporitore, che però arricchisce anche molto nutrizionalmente, per molti piatti come risotti, stufati, spezzatini, ecc.. Io ne metto un cucchiaio, ovviamente è molto sapido, fai conto che sia tipo un «dado» di quelli venduti comunemente.
Anche questo prodotto viene da bovini allevati al pascolo, senza ormoni e antibiotici.
Ne esista anche un’altra versione insaporita con limone ed erbe varie.
Io lo uso anche per «farmi una tazza di brodo»: col mio adorato e sfruttatissimo bollitore scaldo l’acqua, poi ci diluisco dentro il concentrato, è sostanzialmente come avere un bicchiere di saporitissimo brodo appena fatto.
Dopo averlo aperto la prima volta, tienilo in frigo.
Conclusioni.
Grazie per avermi seguito sin qui, in questo meraviglioso viaggio nel mondo delle proteine ed affini.
Quando avrai provato questi prodotti, fammi sapere come ti sei trovato.
Se vuoi qualche altra indicazioni, lasciami pure un commento qui sotto o scrivimi in privato.
Se conosci qualcuno cui questo post può essere utile, o se pensi che possa essere utile per buona parte dei tuoi contatti sui social, sentiti libero di condividerlo: a me fa soltanto piacere.
In questa puntata molto speciale del podcast ti presento un’intervista con Angelo Rossiello, autore, tra l’altro, del libro «Insonnia. Il male del nuovo secolo» e importante esponente della comunità paleo, lo stile di vita che seguo con soddisfazione da alcuni anni.
Come sentirai, abbiamo finito, anzi iniziato, anche per parlare di diritto, che oggigiorno è una delle cose che più mina anche la salute dell’uomo, considerato come funzionano i sistemi giudiziari.
Nel corso dell’intervista, che è diventata un dialogo che verrà sicuramente ripreso in altri episodi del podcast, ho citato alcune fonti o riferimenti, di cui metto di seguito i link, in ordine rigorosamente sparso:
Ingegnere e light trainer. Autore del best seller INSONNIA. IL MALE DEL NUOVO SECOLO. il più completo libro al mondo sugli stili di vita. Coautore del VIVERE SECONDO NATURA
Past President ed attuale segretario della SIMNE (Società Italiana di Medicina e Nutrizione Evoluzionistica). Organizzatore del PALEOMEETING, l’evento itinerante divulgativo su dieta e stili di vita salubri. Redattore per il progetto IMMUNOREICA MAGAZINE. Editore del blog www.evolutamente.it. Esperto di paleodieta per atleti di endurance ed inventore del metodo Mitochondrial Training. Fa consulenze multitasking (con altri ingegneri, PT e biologi nutrizionisti) sulla persona per correggere stili di vita insalubri e resettare ritmi circadiani, semplici biohacking, per illuminazione artificiale per case, palestre, uffici e evolutionary fitness (allenamento con i pesi abbinato alla Dieta Secondo Natura).
Manda la tua domanda!
Se hai delle domande per Angelo, puoi scrivere al blog, dalla pagina dei contatti, o mandarci tranquillamente un messaggio vocale tramite l’account whatsapp dello studio.
Oggi scrivo un post per parlarti di scelta vegetariana e vegana, con alcuni concetti di base che saranno poi utili per molti dei post successivi in tema di nutrizione e stile di vita.
Oggigiorno, e più o meno ciclicamente, le diete che escludono i cibi di originale animale o marino sono di gran moda. Chi le adotta, peraltro, parla addirittura a proposito della propria scelta alimentare come di una «scelta etica», lasciando ad intendere velatamente che lui è in qualche modo migliore degli altri perché rispetterebbe l’ambiente e la vita, a differenza della massa inconsapevole.
Qual è però la verità? Le diete vegetariane e vegane sono effettivamente migliori per la salute? E quali sono, per chi vi è davvero interessato, gli aspetti etici al riguardo?
In questo post non parlerò di aspetti scientifici, perché se c’è una cosa che oggigiorno viene citata a sproposito, fino alla noia, sono gli studi scientifici, di cui si è fatto un vero e proprio idolo, nonostante siano spessi mal progettati, mal eseguiti, mal interpretati e non di rado persino corrotti sia nel loro finanziamento che nei loro contenuti. L’unico riferimento saranno quelle poche evidenze fattuali che ci sono in materia, ovviamente viste secondo il mio punto di vista che ognuno valuterà se condivisibile o meno.
La prima cosa da richiamare è che, in questo universo, gli uomini, per sostentarsi, devono nutrirsi di altre forme di vita.
Può sembrare crudele e io, se me lo chiedi, non ne conosco la ragione, così come non sono in grado di capire la logica di tanti altri progetti di Dio, ma fatto sta che è così.
L’uomo non si può nutrire mangiando sassi o altri oggetti inerti, ma deve necessariamente, se vuole vivere, alimentarsi di altre forme di vita, animale o vegetale. Sì è vero, ci sono persone che sostengono di potersi nutrire di aria e luce del sole, ma a quanto pare la cosa non funziona o non è sinora stato dimostrato il funzionamento, nonostante l’esistenza di svariati libri che sostengono il contrario.
Dunque, se vuoi sopravvivere, devi nutrirti di altre vite.
Nessuno vuole essere mangiato.
Ora, sai qual è un’altra importante verità a riguardo, che viene subito dopo la prima?
Che nessuna delle altre forme di vita che ti servono per sopravvivere vuole essere mangiata da te, né da nessun altro essere vivente al mondo.
Ogni forma di vita difende se stessa.
Gli animali, i pesci, lo fanno utilizzando la propria forza muscolare, le forme di vita vegetale lo fanno con gli antinutrienti, cioè con le tossine, contenute nelle loro parti, soprattutto nei semi, che rappresentano il loro stesso futuro, un po’ come i nostri figli per noi. Qual è la tua reazione se ti toccano tuo figlio? Anche le piante difendono i loro figli, solo che non potendo muoversi lo fanno con le tossine.
Non è che tutto quello che viene dalle piante sia benefico per l’uomo. Oggi si vive nella convinzione che se assumiamo un farmaco di sintesi o facciamo un vaccino questa sia la più grande delle sventure, mentre tutto ciò che è fitoterapico non possa far male, ma è una convinzione assolutamente infondata, essendo vero piuttosto il contrario.
Le forme di vita vegetale sono comparse sul pianeta milioni di anni prima dell’uomo. Quali tipi ti piante pensi che possano essere sopravvissute sino a noi? Quelle i cui semi erano liberamente mangiabili da tutte le altre forme di vita, insetti, uccelli, animali e così via, oppure quelli i cui semi erano velenosi per le altre forme di vita, cosicché un insetto che se ne fosse cibato sarebbe morto poco dopo?
«All plants generate toxins» (Paul Jaminet, Perfect Health Diet). Tutte le piante generano delle tossine. È la loro linea di difesa.
Sempre Paul Jaminet, nello stesso libro, ci parla ad esempio (ma i casi di gente che si è avvelenata mangiando le verdure sono numerosissimi) di un caso: «Recently, an 88-year-old Chinese woman was taken to the emergency department at New York University’s Tisch Hospital by her family. She had been unable to walk or swallow for three days and soon entered a coma. Her life was saved by intravenous thyroid hormone, but she needed four weeks in the hospital before she could be moved to a nursing facility. The cause of her trouble? She had been eating 2 to 3 pounds of raw bok choy daily for several months in the hope that it would help control her diabetes». Si tratta di una donna che aveva mangiato chili di cavolo cinese nella speranza di tenere sotto controllo il proprio diabete, finendo gravemente intossicata e in coma.
Quindi il quadro, alla fine, è questo: – tu, se vuoi vivere, devi nutrirti di altre forme di vita – le altre forme di vita – guarda caso – non vogliono essere mangiate da te.
La nostra vita, quella di tutti noi, è basata sulla predazione. Non si esce da questo.
È appena il caso di sottolineare che le tossine contenute nei vegetali sono molto maggiori di quelle contenute nelle carni, degli animali e del pesce, perché gli animali, come ti ho accennato prima, si difendono scappando o attaccando, cioè con il loro movimento, in una lotta in cui a volte a soccombere può peraltro essere anche l’uomo. Nelle carni ci sono per lo più le tossine del cibo che ha ingerito l’animale stesso, ma – e questa è una importante differenza – smaltite dal suo apparato digerente e dai suoi organi emuntori (fegato, polmoni, ecc.).
Ora, sembra incredibile, ma tra le forme di vita vegetale più stracolme di tossine ci sono alcuni alimenti che sono alla base dell’alimentazione occidentale, come i cereali e i legumi che, guarda caso, sono in entrambi i casi semi.
Non scendo nel tecnico, perché come ti ho detto le discussioni tecniche mi annoiano, chi vuole approfondire può farlo semplicemente con google o leggendo uno dei tanti libri disponibili in materia. In questa sede è sufficiente dire che né i cereali né i legumi sono alimenti che possono essere mangiati crudi e, se un alimento non può essere consumato crudo, ciò significa molto semplicemente che quello non è un alimento adatto per l’uomo.
I cereali sono cibo per uccelli, che non a caso si chiamano granivori. Solo gli uccelli hanno uno stomaco adatto a digerirli senza subire danni. Noi, per poterli mangiare, li dobbiamo non solo polverizzare, ma anche cuocere, sottoponendoli dunque a molteplici trasformazioni per renderli masticabili ed ingeribili, a prezzo poi di danni gravi che sia producono nel nostro apparato digerente, e nel nostro intestino, che ha per noi la stessa importanza che hanno le radici per una qualsiasi pianta. E no, ovviamente il discorso non riguarda solo i celiaci, ma qualsiasi uomo, per cui i cereali sono un cibo inadatto.
Chi adotta la «scelta vegetariana» finisce per mangiare grandi quantità di cereali e legumi, tra cui in particolare la soia, che è sicuramente il legume più velenoso di tutti, specialmente per i maschi a causa dei fitoestrogeni che contiene.
Si tratta di cose che fanno malissimo a chi le ingerisce. In più, fanno danni tremendi anche all’ambiente. L’agricoltura, infatti, è di gran lunga la prima causa di deforestazione, come riportato in questo articolo, che richiama un recente studio in materia.
Fai bene attenzione, c’è adesso un aspetto importante: qui a morire non sono solo gli alberi, ma una vastissima quantità di microfauna che vive sugli alberi ed intorno ad essi, che viene letteralmente sterminata dalle operazioni di preparazione del terreno alle coltivazioni intensive di quella spazzatura che sono i cereali e la soia. Conigli, scoiattoli, toporagni e mille altri animali pucciosi.
Già qui si vede che la scelta vegetariana non ha, purtroppo, niente di etico. Partendo dal fatto che devi mangiare altre forme di vita se vuoi continuare a sostentarti, devi scegliere se mangiare direttamente le carni di animali o pesci o se preferisci mangiare vegetali, ma – attenzione – in entrambi i casi ci saranno degli animali che moriranno (oltre che delle forma di vita vegetali). Non si scappa.
Questa cosa degli animali che vengono decimati per far mangiare i veg peraltro non vale solo per i cereali e i legumi ma per molti prodotti largamente consumati in occidente, come ad esempio il cacao. Ti piace la cioccolata? La coltivazione del cacao determina danni ambientali gravissimi e un largo sfruttamento di lavoro minorile – va bene che non parliamo di vacche e magari non ti interessa, ma sono sempre bambini. Leggi ad esempio questo post tra tanti, sul «lato nero» del cioccolato.
Cosa è meglio mangiare?
Allora per stare in salute e vivere in modo «etico» bisogna mangiare la carne?
Non proprio.
La carne del supermercato proviene per lo più da allevamenti intensivi che suscitano giustamente ribrezzo anche in chi non ha pregiudizi sul tipo di cibo di cui nutrirsi, in quanto la pietà verso gli animali è un sentimento connaturato all’uomo. In questi allevamenti, tra l’altro, gli animali vengono nutriti in modo sbagliato, con gli stessi cibi spazzatura che tutti i mammiferi dovrebbero evitare, generando poi alla macellazione carni che non sono salubri, perché «inquinate» dai cibi ingeriti a monte – più in particolare, queste carni sono troppo grasse e i grassi relativi sono del tipo omega 6, pertanto proinfiammatori. Per non dire dei noti problemi degli ormoni e delle condizioni igienico sanitarie di animali stipati in stalloni.
Cosa può fare dunque, di fatto bene, il consumatore finale?
La scelta giusta è quella di consumare carne da animali allevati al pascolo, o allo stato brado, e nutriti con il cibo previsto per la loro specie che, per i bovini, ad esempio è solo l’erba che mangiano appunto pascolando.
Ma questa carne non costa di più?
Certo, cosa di più ed è anche giusto che sia così. Ma non siamo partiti dal fatto che tu volevi essere etico nelle tue scelte alimentari?
Questo è l’unico investimento sul benessere animale – e ambientale – che possa avere un senso. Se compri del tofu, dei legumi o dei cereali (parliamo di pasta, pane, pizza, spaghetti, ecc. per intenderci) l’ambiente e gli animali li stai distruggendo, nel tuo piccolo.
Tutti gli animali sono mortali.
Adesso un’altra domanda: ma non è crudele macellare gli animali, anche dopo che li hai fatti vivere liberi e in salute per tutta la vita?
Niente affatto. Torniamo al discorso iniziale, quello per cui ogni forma di vita animale su questo pianeta ha bisogno, per sostentarsi, di mangiare altre forme di vita.
Cosa credi che succeda ad un animale libero, una volta divenuto vecchio e debole, privo di forza muscolare? C’è una società degli animali, guidata da simpatiche scimmie, come in un bel film della Disney (quanti danni che hanno fatto queste pellicole), che lo prende, lo mette in un ospizio degli animali, e lo nutre e lo cura amorevolmente sino al termine, spontaneo e naturale beninteso, dei suoi giorni?
Purtroppo, o per fortuna, non succede niente di tutto questo: l’animale viene semplicemente mangiato da altri animali.
Nessun animale libero in natura muore di vecchiaia.
Ora se comunque, alla fine del suo ciclo di vita (su questo mondo, ognuno ha un ciclo di vita), un animale muore divorato o macellato con sistemi indolori che differenza fa dal punto di vista del suo benessere?
Probabilmente, è addirittura meglio la seconda ipotesi. Senza contare il fatto che, durante il suo ciclo di vita, l’animale è accudito con cura dal suo allevatore, mentre nello stato libero può comunque essere vittima di predatori, parassiti, malattie, incidenti e così via.
Quindi, in conclusione, la cosa più etica che si può fare con riguardo all’alimentazione è effettuare la spesa con discernimento, scegliendo prodotti di allevatori e coltivatori seri, spendendo anche qualcosa in più, consapevoli che si tratta di un investimento di cui vale la pena sia dal punto di vista della salute che più in generale della tutela dell’ambiente.
Considerato, poi, che ognuno di noi continua a vivere sostanzialmente prendendosi la vita di altri essere viventi, animali o vegetali, è importante dire che questo sacrificio debba può avere un senso se ognuno di noi nella sua vita si adopera costantemente per fare il bene, per aiutare gli altri, non per rubare, essere scorretto, cattivo, ma per vivere in modo civile e amorevole, con benevolenza verso tutti gli altri uomini e tutte le forme di vita che non servono strettamente alla sua sopravvivenza, in considerazione del fatto che la vita premia sempre la vita.
Il senso della scelta veg.
Se tutto questo è vero qual è allora il senso delle scelte veg?
Mi è capitato di parlare spesso con amici vegetariani e vegani di queste considerazioni, ottenendone spesso la risposta secondo cui magari è tutto vero, ma loro la carne «non la possono mangiare». Ad alcuni di questi, la carne è stata addirittura prescritta dal medico, ma loro non sono riusciti a mangiarla ugualmente. Ho quindi chiesto loro che cosa fosse successo e mi hanno detto che, dopo averlo fatto, al pensiero di aver mangiato un altro essere vivente, hanno rimesso.
Dunque, se le cose stanno così, non c’è nessuna scelta vegetariana in queste persone, ma c’è un fenomeno che può essere chiamato in un solo modo.
E qual è la situazione in cui una persona non riesce ad ingerire un determinato cibo per ragioni mentali o psicologiche, senza esserne intollerante o allergica?
Ti dò un indizio: inizia per «disturbo» e finisce per «alimentare».
Per diverse persone, anche se certamente non tutte, la scelta veg è solo un disturbo alimentare.
Ora, come si possa prendere un disturbo, cioè una patologia, e presentarla come una «scelta etica», dove una persona con un problema si presenta agli altri come in realtà qualcuno che degli altri sarebbe addirittura migliore, quando invece ha un problema, resterà sempre per me un mistero.