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Donazione soldi di un incapace: si può fare?

lo zio materno è disabile al 100%, vive con mia madre, che è la tutor e percepisce una pensione d’invalidità. Mia madre è l’amministratrice dei soldi dello zio e annualmente deve renderne conto presentando i giustificativi di spesa. La pensione di invalidità viene accreditata mensilmente su un conto dello zio, cointestato con mia madre e mia sorella. In diversi anni (circa 7) su questo conto sul quale gli unici soldi sono quelli relativi alla pensione d’invalidità si sono accumulate alcune migliaia di euro. Mia madre vorrebbe donarmene una parte ma essendo soldi derivanti dalla pensione non sa se può utilizzarli in tal senso. Inoltre esiste il tema della donazione. Questa va comunicata alle agenzie delle entrate anche se si tratta di un regalo da parte di un genitore a un figlio?

Il caso non è descritto con sufficiente chiarezza, purtroppo.

Non so cosa sia una «tutor» e non si capisce bene chi sia a percepire la pensione di invalidità, anche se immagino che sia lo «zio».

Se questi soldi che tua madre ti vorrebbe donare fossero, come sembra, dello zio, allora per fare questa donazione occorrerebbe l’autorizzazione del giudice tutelare, che non credo proprio che il GT potrebbe mai concedere dal momento che quei denari potrebbero da un momento all’altro servire all’incapace.

Non trovo molto igienico nemmeno far transitare i soldi dell’amministrato su un conto corrente intestato anche ad altre persone.

Questo è quello che posso dire al momento, se intendi approfondire valuta eventualmente di acquistare una consulenza.

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Sorella con vita disordinata e dissoluta: che fare?

vorrei sapere se esiste l’obbligo di mantenimento fra fratelli nel caso in cui uno di essi fosse nelle condizioni di non poter provvedere a sé stesso ma per motivi di sua colpa. Abbiamo una sorella ormai 66enne che da sempre crea problemi con i soldi. Vive di lavoretti saltuari che non le bastano per mantenersi, contrae debiti che non restituisce, affitta appartamenti che non paga per poi sparire (e quindi non é dato sapere dove risiede), ha emesso assegni a vuoto, ha tentato di far firmare ai nostri genitori in maniera fraudolenta un’ipoteca sulla loro casa a garanzia di un prestito e così via. Sia noi fratelli che i nostri genitori ci siamo trovati alla porta ufficiali giudiziari e conoscenti che la cercano. Non abbiamo notizie di nostra sorella, ma gli anni passano e il nostro timore é che, con l’avanzare dell’età, io e i miei fratelli siamo obbligati a farcene carico economicamente.

Il codice civile prevede a tutt’oggi, per antica tradizione, la disciplina degli alimenti, agli artt. 433 e seguenti.

Il diritto agli alimenti spetta a chi si trova in stato di bisogno indipendentemente dalle cause che hanno determinato questo stato: anche se esso sia derivato dalla sua condotta disordinata o dissoluta, come sembra essere nel vostro caso. Se tale condotta di vita prosegue, il giudice può solo e semmai disporne una riduzione ai sensi dell’art. 440.

I membri della famiglia sono tenuti agli alimenti secondo il seguente ordine (art. 433 c.c.):

  • 1) il coniuge (se non tenuto all’obbligo del mantenimento per effetto della sentenza di separazione personale);
  • 2) i figli, biologici o adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi (nipoti), anche non matrimoniali ovviamente;
  • 3) i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi (nonni);
  • 4) i generi e le nuore;
  • 5) il suocero e la suocera;
  • 6) i fratelli e le sorelle

Per quanto riguarda fratelli e sorelle, gli alimenti sono dovuti solo nella misura dello stretto necessario.

Oggigiorno, le disposizioni sugli alimenti sono applicate più di rado che in passato, dal momento che ci sono enti pubblici preposti ad intervenire con provvidenze socio assistenziali, ma non è escluso che anche i parenti vengano coinvolti nell’azione dell’ente pubblico.

Piuttosto a me pare che il vostro atteggiamento sia un po’ troppo passivo e attendista riguardo ai problemi di vostra sorella, nel senso che vi limitate ad avere paura di quello che potrebbe succedere un domani, ma non riflettete invece anche su quello che si potrebbe fare adesso per impedire che vostra sorella, continuando a malgestirsi, si trovi un domani in stato di indigenza.

Da questo punto di vista, forse, potreste valutare un ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno, che sia in grado di assisterla nel mantenere una condotta di vita più ordinata, sia per quanto riguarda gli aspetti finanziari che lavorativi che altro.

Se volete una consulenza per approfondire questa eventualità, che credo potrebbe essere utile anche per definire meglio le vostre posizioni e responsabilità come fratelli, oppure un preventivo per procedere con il ricorso, potete richiederli compilando i moduli appositi nel menu principale del blog.

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Amministratore di sostegno: se una sorella spende denari di mamma.

mia madre è invalida al 100×100 e ha un introito di circa 2400 euro mensili mia sorella ha messo il suo nome sul conto di mia madre..lei gestisce i soldi di mia madre ma a noi fratelli non ci fa sapere niente neanche l estratto conto..io sono in possesso di un estratto conto di mia madre dove si evince che lei usa i soldi di mia madre per pagarsi il suo dentista e credo anche altre spese..cosa si può fare??praticamente è lei che gestisce il patrimonio di mia madre. mia madre abita in affitto nel medesimo portone dove abita mia sorella lei sta al 4 piano e mia sorella al sesto.mia madre voleva fare un regalo alla nipotina di un anno e mia sorella glielo ha impedito.non si può far niente??è giusto che è lei che gestisce i soldi e li può prendere quando vuole lei.?

È una situazione oggigiorno, in una società come la nostra dove ci sono molti più anziani rispetto ad un tempo, molto comune.

Ci sono due possibili approcci per trattare un problema come questo, uno più semplice, immediato, economico, ma meno incisivo e un altro più complicato ma, alla lunga, più importante e sostanzialmente quasi sempre decisivo e risolutivo.

Peraltro, questi due sistemi si possono usare entrambi, eventualmente scalandoli tra di loro, in un’ottica di gradualismo nella trattazione dei problemi legali.

La prima cosa che si può valutare di fare è l’invio di una diffida scritta da parte di un avvocato, con la contestazione di queste operazioni avvenute maneggiando i denari della «mamma» ed invitando a rendere i conti delle stesse e, più in generale, della gestione della mamma. Non so quanti fratelli siate, ma vale la considerazione per cui più fratelli aderiscono all’iniziativa meglio sarebbe.

La seconda cosa che si può fare, auspicabilmente dopo aver comunque prima inviato una diffida, è il deposito di un ricorso per amministratore di sostegno, istituto di cui abbiamo parlato diverse volte nel blog e su cui dunque ti invito a fare una ricerca nel vecchi post.

Con la nomina di un amministratore di sostegno, il patrimonio della «mamma» verrebbe gestito da una persona indicata dal tribunale che, di solito, in caso di disaccordo tra i familiari sulla persona da incaricare, è un avvocato o un commercialista di fiducia del giudice tutelare.

Nel valutare tra i due diversi approcci, tieni presente anche gli aspetti legati ai tempi necessari.

La diffida si può inviare appena uno decide di farla, mentre per la nomina di un amministratore di sostegno le tempistiche presso il tribunale di Modena, che sarebbe competente nel tuo caso e che conosco bene essendo quello dove opero correntemente, sono lunghette: un ricorso, ad esempio, per cui mi è stata fissata udienza in questi giorni lo avevo depositato a fine luglio 2016, e l’udienza mi è stata fissata a marzo 2017.

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Raccomandate: per sapere cosa contengono, resta necessario aprirle.

siamo 3 fratelli , mio padre e mia mamma sono morti 3 anni fa , ci e’ arrivata una raccomandata per eredi , che possiamo ritirare solo se abbiamo una delega . Noi nn ci capiamo niente . Abbiamo una minuscola casa dove vivevano anche i nostri genitori , ma nn abbiamo mai fatto divisioni o , nient’altro . Non abbiamo soldi , e sicuramente e’ una assicurazione di auto di mio padre nn pagata di anni fa . Che dobbiamo fare , mia sorella e’ invalida , io pure e mio fratello vive in affitto. Per piacere ci dica qualcosa

Per sapere cosa contenga una busta postale, rimane anche nel 2016 necessario aprirla.

Purtroppo, noi avvocati non abbiamo poteri speciali e non siamo in grado di sapere cosa contiene un plico senza prima sbustarlo.

Va dato atto che questa deve essere una credenza diffusa, perché ad esempio già un’altra volta un cliente ha lasciato alla mia assistente in studio una busta chiusa, chiedendo se gli avrei poi saputo dire di che cosa si fosse potuto trattare.

Vediamo di vedere comunque cosa è possibile fare.

Escludendo vostro fratello, che non credo sia impedito dall’andare a ritirare una raccomandata per il fatto di condurre in locazione un immobile anziché goderne ad altro titolo, dal momento che anche gli immobili in locazione possono essere lasciati incustoditi, nel vostro caso bisogna vedere se la vostra disabilità impedisce di sottoscrivere una delega.

Se così fosse, l’unica soluzione sarebbe rivolgersi purtroppo ad un notaio per raccogliere una delega tramite altre modalità; qualora questo fosse impossibile, non rimarrebbe che la nomina di amministratore di sostegno, che sarebbe a questo punto consigliabile perché oltre alla lettera in questione in futuro ci potrebbero essere molte altre cose da gestire.