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Figlio maggiorenne e assegnazione casa familiare.

Ho acquistato l”abitazione principale nel 1996 e saldata nel 2006 mi sono sposato nel 2017 figlio maggiorenne moglie dipendente pubblico se mi separo si possono avvalere dell”abitazione o posso venderla ?

Per la serie «come progettare un’intera separazione in due righe»…

Se tuo figlio, benché maggiorenne, vive ancora in casa, tua moglie può ottenere l’assegnazione della casa familiare.

Ciò non ti impedisce di vendere la casa, ma ovviamente ben difficilmente, salvo fare uno sconto davvero sostanzioso, puoi trovare qualcuno disponibile ad acquistare un immobile la cui liberazione è collegata all’acquisto dell’autosufficienza da parte di tuo figlio, cosa che avverrà in un momento non predeterminabile e che, in alcuni casi, collegati a corsi di studi particolarmente lunghi e approfonditi, può avvenire oggigiorno anche verso i 27/28 anni.

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Benefici prima casa e separazione dei coniugi: come non perderli?

Mi sono separato da mia moglie e il giudice ha affidato a lei la casa coniugale dove vivevamo quando eravamo insieme. Ma quella casa l’avevo acquistata come prima casa ed ora che mi sono spostato devo cambiare la residenza. Come faccio a continuare ad avere gli sgravi fiscali? Mi verranno chiesti i soldi che ho risparmiato al momento dell’acquisto? Ad oggi non posso riacquistare un altro immobile, che fare?
Il problema è piuttosto frequente. Spesso la casa familiare viene assegnata all’ex moglie.
La Corte di Cassazione si è occupata dell’attribuzione della casa coniugale all’ex (in questo caso la moglie) e distingue l’assegnazione dell’immobile al coniuge dal caso di alienazione.
La precisazione è semplice: la corte ha stabilito che è irrilevante ai fini del godimento dei benefici di prima casa l’utilizzazione effettiva dell’immobile.
Almeno sotto questo punto di vista, puoi tirare un sospiro di sollievo: i benefici fiscali della prima casa rimangono fermi. In caso contrario in effetti la legge richiede il pagamento delle somme risparmiate.
Ma con la recente sentenza della cassazione che differenzia l’attribuzione al coniuge della casa dalla sua alienazione, la lacuna sembra essere stata colmata.
L’attribuzione costituisce solo una forma di utilizzazione della casa familiare volta a sistemare al meglio i rapporti tra gli ex coniugi, in vista della cessazione della loro convivenza.
Insomma: l’immobile acquistato per essere destinato a casa coniugale resta tale e i benefici non vengono meno, l’immobile infatti, anche in caso di separazione continua a soddisfare la primaria esigenza di tutela della prole.
La sentenza di riferimento è Corte di Cassazione, Sentenza n. 23225/2015