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Cartella Equitalia e donazione: che può accadere?

Circa quattro anni addietro ho donato la mia casa pervenutami da donazione da mio padre.
La donazione é stata a favore dei miei due figli sposati che vivono per conto proprio.
In questi giorni mi é arrivata una cartella da Equitalia. In caso di mancato pagamento si possono rifare sulla donazione anche se é stata fatta in tempi non sospetti?

Un atto di donazione è soggetto, innanzitutto, ad azione revocatoria ordinaria, che, nel caso degli atti a titolo di liberalità, come appunto la donazione, è anche più facile da fare per il creditore e cioè, nel nostro caso, Equitalia, perché la prova che deve fornire è meno rigorosa di quanto avviene, ad esempio, per le compravendite, che sono atti a titolo oneroso e, come tali, meno frequentemente simulati.

La cartella è arrivata adesso, mentre la donazione risale a quattro anni prima, ma bisogna vedere che rapporto debitorio riguarda la cartella arrivata ora. Considerando i tempi che hanno solitamente queste cose, temo che il rapporto di debito fosse già sorto quando è stata fatta la donazione.

In ogni caso, bisogna valutare le circostanze.

Il creditore, se dimostra che un determinato atto è stato fatto apposta per sottrarre lui dei beni aggredibili, può chiedere che il giudice ne dichiari la inefficacia, con conseguente possibilità di rivalersi su di essi.

Ti consiglio di approfondire adeguatamente la situazione con la consulenza di un avvocato, anche per valutare se ci sono modi alternativi di gestire la cartella che ti è arrivata, di cui non conosco l’ammontare.

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Donazioni alla mia compagna: Equitalia che può fare?

avendo debiti con le banche e con Equitalia, ho trasferito dei soldi su un conto della mia compagna tramite assegno circolare a lei intestato, e ogni tanto faccio un bonifico sempre sul suo conto, potrebbero risalire e bloccare tutto anche se intestato ad altra persona?

Va premesso che un avvocato iscritto all’albo non può, per ragioni deontologiche, tantomeno su un blog pubblico che tutti possono leggere, impartire consigli diretti a consentire ad un debitore di sottrarre le proprie sostanze ai legittimi creditori.

Parliamo quindi della situazione da un altro punto di vista, limitandoci strettamente a quel che potrebbe accadere o quel che se ne potrebbe dire in diritto.

Quello che hai realizzato è una simulazione di trasferimento, che potrebbe persino essere inquadrata come donazione (e, pertanto, più debole), peraltro ad un soggetto, se hai usato a proposito il termine «compagna», il cui legame con te è dimostrabile semplicemente con un certificato di stato di famiglia, simulazione che potrebbe essere attaccata già con una azione revocatoria, per non dire degli istituti previsti in modo speciale dalla legislazione fiscale.

Più che altro, non sembra esserci nemmeno un titolo per questi bonifici o comunque trasferimenti di denaro tracciati che li giustifichi.

Ti consiglio di andare a parlare con un avvocato di persona per un altro approccio di trattazione del problema, tra cui sia la negoziazione ma anche ad esempio la composizione della crisi da sovraindebitamento, per maggiori approfondimenti sulla quale rimando alla scheda relativa.

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Acquisto quote e concordato preventivo: possono revocarlo?

una questione abbastanza intricata relativa ad un bene comune ereditato da mio padre e diviso tra me, mio fratello e mia madre.
casa in località di mare, multiproprietà, acquistata per tutte le quote da mio padre negli anni ’80. Dopo la morte di mio padre nell’87, nel 1995 la società di gestione cedette ad ognuno di noi il 33, 3 della proprietà ma specificando nei contratti di acquisto i mesi di godimento dell’appartamento ad ognuno di noi. Adesso mio fratello e mia madre, titolari di una ditta che naviga in cattive acque mi han chiesto di comprare le quote loro.Mio fratello nel frattempo ha fatto valutare la casa come appartamento.
Le mie domande sono:1. Mio fratello sta tentando un concordato stragiudiziale dove però non ha messo la quota della casa in comune. Se acquisto le quote rischio la revocatoria ANCHE SE LE PAGO AL GIUSTO PREZZO ? Il valore delle quote singole è differente dal valore dei 2/3 dell’appartamento?

Se ho capito bene, ormai non è più una multiproprietà vera e propria, dal momento che tuo padre ha acquistato tutti i «periodi» temporali di godimento riconducendo ad unità il diritto relativo in capo alla famiglia.

Se questo è vero, tuttavia, potrebbero residuare comunque, per via dell’origine, norme tipiche della multiproprietà applicabili anche al caso in questione, che andrebbe approfondito molto di più, da questo punto di vista.

Ciò comunque non interessa la questione principale, che è quello della possibilità di acquistare le altre quote.

Qui purtroppo non ci possono essere sicurezze, perché è una valutazione quella della revocabilità e, ancora ulteriormente, dell’opportunità di chiedere effettivamente la revoca che spetta agli organi della procedura.

Il punto è che il concordato non così di rado è l’anticamera del fallimento, cosicché a non molto servirebbe parlare con il commissario giudiziale e gli altri organi della procedura.

Chiaramente puoi procedere con l’acquisto, facendolo con tutti i crismi del caso e soprattutto ad un prezzo di mercato corretto sulla base di una previa perizia di stima scritta, ma un certo margine di rischio è destinato a residuare, purtroppo.

Un’idea potrebbe forse essere quella di farti rilasciare una fideiussione per il caso di revoca, ma è ovviamente tutta da valutare.

C’è da dire che un bene di tipo multiproprietà, cioè limitato non solo nello spazio ma anche nel tempo, è più difficilmente collocabile sul mercato, quindi una procedura fallimentare potrebbe ritenere di soprassedere alla eventuale revocatoria.

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Revocatoria del fondo patrimoniale: perderò la casa?

sono una mamma di 34 anni con due bimbi di 10 e 6 anni.
Mio marito ha fatto da garante in una SRL dove amministratore era suo zio e lui un normale operai :ora ditta non è fallita ma è in Concordato .
Una delle banche con la quale ha firmato delle fideussioni ha messo due decreti ingiuntivi sulla sua casa,nostra abitazione,con un mutuo di 19 anni ancora da pagare!
Abbiamo fatto il fondo patrimoniale e la vendita della suddetta casa a me e lui usufruttario.ora la banca chiede la revoca di ciò
La mie domande sono: conviene ancora pagare il mutuo?
La Banca aspetta i 19 ANNI di mutuo?
La casa ha un ipoteca fondiaria ed è ancora di un altra banca.
Il procedimento che hanno attuato è un 602 bis…..entro quanto dovremo lasciare la casa?

Non ho capito quasi niente, per farlo dovrei vedere la documentazione del caso, per cui mi limito ad alcune osservazioni generali che magari possono essere utili, restando inteso che la cosa che dovreste fare visti i valori in gioco sarebbe andare prima possibile da un legale degno di fiducia per farvi assistere.

Se non disponete di entrate o di un patrimonio sufficienti per compensare un professionista adeguatamente, forse potete chiedere l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, sempre che ce ne siano i presupposti, ovviamente.

Il procedimento ex art. 602 bis cod. proc. civ. è un procedimento di tipo sommario che in teoria dovrebbe durare meno di quello ordinario, ma non è affatto detto e, in questi primi di applicazione, la tempistica è stata molto diversa a seconda del tribunale.

Piuttosto, un’azione revocatoria è una cosa abbastanza delicata, per cui dovreste costituirvi e difendervi in questo procedimento nel modo più efficace possibile.

La domanda circa la convenienza di continuare a pagare o meno il mutuo non ha senso se non si comprende bene la situazione e non si capisce come affrontarla o trattare più in generale il problema.

Molto probabilmente, l’unico approccio possibile è quello negoziale o di instaurazione di una trattativa, anche per questa cosa è assolutamente indispensabile l’aiuto di un bravo avvocato.

In conclusione, non ci sono affatto, come sicuramente sapete anche voi, soluzioni «pronte» per una situazione così difficile ed ormai degenerata, ci si può solo provare a lavorare sopra per vedere di riuscire a gestirla nel modo migliore, cercando ove possibile di risolverla o quantomeno di contenere i danni con un accordo che possa avere una qualche utilità per voi.

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Credito da lavoro: come impedire che il datore di spogli dei beni?

ho un problema sto per fare causa al mio vecchio datore di lavoro che stupidamente non ha voluto liquidarmi alla mia richiesta di 5.000€ per 10 anni di lavoro,
ho provveduto nel farmi fare i conteggi a chi di dovere “Caf” e la somma sorprendente è di 70.000€
la sua vecchia societa S.a.S ha chiuso poco fa ma lui ne ha aperta una nuova srls ed ha delle auto mezzi di lavoro, casa, gommone, tutto intestato a lui come si può evitare che intesti il tutto ad una terza persona in modo tale da diventare nulla tenente e non riconoscermi quanto dovuto

Non sono sicuro di aver capito come si sia passati dalla somma di 5.000€ a quella di 70.000€.

Comunque, ammesso che si tratti effettivamente di una somma del genere, che sarebbe importante, il problema è sempre appunto, come hai giustamente intuito, quello della solvenza del debitore, di cui parliamo più approfonditamente nella nostra scheda sul recupero crediti, alla cui attenta lettura ti rimando prima di ogni altra cosa.

Per evitare che il debitore si sbarazzi di cespiti e altre attività si può tentare di agire con ricorsi d’urgenza e di tipo cautelare, tra cui segnatamente il sequestro conservativo, prima che le cessioni siano avvenute, oppure con un’azione revocatoria, se le cessioni sono già, purtroppo, avvenute.

Si tratta, in entrambi i casi, di iniziative giudiziarie da non varare assolutamente alla carlona, ma dopo adeguata ponderazione e valutazione e tenendo presente che in nessun caso è garantito l’accoglimento delle richieste da parte del magistrato, dal momento che si tratta, specialmente nel caso del sequestro, di una cognizione d’urgenza, in cui la discrezionalità del giudice è, comprensibilmente, massima.

Devi, insomma, procedere con i piedi di piombo.

Intanto, comunque, apri la tua vertenza con una diffida, dopodiché valuta a seconda del riscontro che avrai ricevuto. Tieni presente sin da subito che il tuo obiettivo, anche per garantire l’ottemperanza dell’assetto che raggiungerai, deve essere sempre primariamente quello di raggiungere un accordo.

Fatti seguire da un avvocato veramente bravo, non solo come tecnico ma anche come stratega.

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Se dono la mia casa ai figli cosa possono fare i creditori?

non sono ancora arrivato alla cartella esattoriale equitalia e quindi vorrei tutelarmi.
sto in commercio da 20 anni, fino al 2011 sono in regola con tutti i pagamenti iva inps ecc, ecc.
dal 2012 non riesco a pagare niente e a luglio dello stesso anno ho donato la mia casa (l’unico bene che avevo) a i miei due figli. e quindi vorrei sapere se dopo la mia morte loro saranno indebitati con lo stato.

Al momento del tuo decesso, e quindi apertura della successione, i tuoi figli potranno valutare di rinunciare alla successione stessa, cosa per loro resa più agevole dal fatto che l’unico bene che avevi glielo hai già trasferito.

Piuttosto, non so se il notaio presso cui hai fatto la donazione, sempre che tu gli abbia esposto i tuoi problemi debitori, ti abbia detto che l’atto potrebbe essere reso oggetto di richiesta di revocazione (azione revocatoria) da parte dei tuoi creditori.

Si tratta di una ipotesi non molto probabile, ma comunque da valutare.