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Faccio tante denunce ma nessuno mi ascolta…

lavoro come badante da 12 anni ho fatto in Italia tante denunce,nessuno non fa niente ,carabinieri,questura,ispetorato del lavoro ,non ho ne meno il dirito ad un processo, ne i diriti come comunitaria,nula,ho bisogno di informazioni,

Questo che ti serve, credo, non sono informazioni. Ti serve assistenza per far valere i tuoi diritti.

Per questo, la figura professionale insostituibile, come dico da decenni ormai, è l’avvocato.

Per quanto la categoria sia guardata con diffidenza, a volte anche magari comprensibilmente, un onesto e competente avvocato resta insostituibile per poter coltivare qualsiasi vertenza, qualsiasi diritto riconosciuto dalla legge.

Riferisci di aver fatto tante denunce, anche se non si capisce bene nemmeno per che cosa.

Ti serve innanzitutto un legale che ti ascolti e ti aiuto ad esprimere compiutamente quello che ti serve, ciò che lamenti e quello che chiederesti. Una volta fatto questo, l’avvocato potrà aiutarti ad adottare le iniziative stragiudiziali e giudiziali valutabili come più opportune.

Non sempre, infatti, sono le denunce gli strumenti da utilizzare. Soprattutto, nei casi in cui lo sono, devono essere redatte da un professionista del diritto, una persona che è munita di una preparazione sistematica in materia giuridica, di una esperienza nella pratica legale, sia giudiziale che stragiudiziale e della capacità di ascolto.

Polizia, Carabinieri, Ispettorato del lavoro e tutte le altre istituzioni potenzialmente interessate agiscono in base alle leggi dello Stato e si possono attivare solo con iniziative che siano «coerenti» con esse.

La prima cosa che ti serve, a mio giudizio, il vero punto di partenza è la presa di consapevolezza dei tuoi limiti e della disfunzionalità di un metodo con cui si vorrebbero maneggiare da sé situazioni giuridiche, per le quali invece è necessaria l’assistenza di un bravo avvocato.

Quindi il tuo prossimo passo dovrebbe a mio giudizio proprio essere questo: mettiti alla ricerca di un bravo avvocato.

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Fratello invalido: posso andare all’estero?

ho una sorella più vecchia di me sposata da quasi 40 anni con uno schizofrenico che a vOlte diventa anche pericoloso, un fratello anche lui schizofrenico da più di 30 , abita difronte a me, da poco ho saputo che anche l’altra sorella (non ho rapporti con lei da più di 20 anni) sposata da 15, anche lei con qualche problema…è alcolista grave tanto che in questi giorni è stata ricoverata in una comunità di recupero. Bene il marito di questa, quando lei uscirà dalla comunità vuole separarsi e pensa di mandarla a vivere con mio fratello in quanto la casa che per ora usufruisce solo mio fratello è un eredità e tutti noi fratelli abbiamo una quota, il fratello è interdetto e il suo tutore è il sindaco del paese, ora io chiedo se decido di trasferirmi all’estero e non posso più seguire mio fratello vado incontro a qualche grana?

Gli obblighi alimentari che potresti avere nei confronti di tuo fratello ai sensi dell’art. 433 cod. civ. e quelli, più in generale, che ogni persona ha nei confronti degli incapaci non sono tali da impedirti di trasferirti all’estero o altrove.

Si tratterebbe di una limitazione eccessiva della libertà personale di un individuo.

Ovviamente, se hai sempre seguito tu tuo fratello di fatto non puoi interrompere così semplicemente, ma devi trovare una soluzione e cioè un modo con il quale tuo fratello possa continuare ad essere assistito anche dopo che tu non lo farai più, specialmente se il bisogno di assistenza è assoluto.

Ti conviene, se hai questi progetti, iniziare a muoverti sin da subito, interessando gli eventuali familiari che possono essere in grado di farsi carico di questo problema ma soprattutto gli enti pubblici preposti.

Comincia segnalando la situazione e il caso ai servizi sociali.

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Ex badante minaccia denuncia molestie sessuali: che fare?

a meta’ novembre 2016 ho dovuto prendere una badante italiana per mia madre e’ stata da noi con vitto e alloggio fino il 18 gennaio 2017 premetto che iniziava la sera alle 22 e se ne andava alle 14e30 del giorno successivo cosi’ fino al venerdì quando finiva alle 14e30 percepiva euro 250 la settimana in nero sabato e domenica liberi, perché cosi’ voleva essere pagata per un totale di euro 1.000 al mese , una settimana fa mi e’ arrivata una lettera dell’avvocato in cui diceva che per tutto il suo periodo lavorativo aveva percepito solo 400 euro e che adesso fatto il calcolo fatto dal suo avvocato ne dovrei dare 2.700 per inps ferie eccc., in piu’ se non dovessi accettare paventa di denunciarmi anche per molestie sessuali , cose non assolutamente vere dicendomi che ha testimoni inventati logicamente , vorrei sapere cosa potrei fare e come agire nei suoi confronti visto che non vorrei essere infangato anche come molestatore

La prima cosa che si può valutare di fare, considerando attentamente tutte le circostanze, è «smontare» la sua minaccia contestandole per iscritto, tramite una apposita diffida, da redigere e inviare vista la delicatezza della materia rigorosamente con l’assistenza di un avvocato, proprio l’aver paventato tale evenienza, facendola apparire correttamente per ciò che è, cioè sostanzialmente una ricattatrice, ma soprattutto privando l’eventuale successiva denuncia che lei dovesse presentare di credibilità.

Si tratta, ovviamente, nel suo caso di un comportamento gravemente scorretto, che costituirebbe anche condotta penalmente rilevante per almeno un paio di reati, anche se la presentazione della denuncia va valutata con ancor più attenzione e in una prima fase meglio limitarsi alla sola diffida.

Può essere utile anche la collaborazione di una agenzia investigativa per raccogliere informazioni sulla situazione e sulle persone coinvolte.

Per quanto riguarda i pagamenti, non dici se quelli che avete fatto li avete erogati con metodi tracciabili come assegni, bonifici, ecc., ovvero in contanti e, in questo ultimo caso, se vi siete fatti rilasciare delle quietanze.

In ogni caso, avendo ricevuto una richiesta tramite avvocato, devi comunque farla riscontrare ad un altro avvocato, per cui la mossa che devi fare adesso, quella sulla quale devi concentrarti ora, è proprio cercarne uno valido che possa assisterti, a prescindere da qualsiasi questione di merito.

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Posso rinunciare ai miei stipendi di badante se mi hanno nominata erede?

Sono rumena e lavoro da 10 anni a tempo indeterminato come badante ad una signora molto buona che mi ha fatto un testamento in regola con il notaio e testimonianze. La signora non ha parenti stretti di primo o secondo grado ma ha dei nipoti da parte dei fratelli morti , lei ha fatto 11 anni fa un testamento da mano per una di questi nipoti invece me lo ha fatto circa 2 anni fa . Per favore , lavoro senza soldi di quella data , la nipote non ci aiuta mai,e sempre che inganna , la nostra dottoressa di famiglia e sempre con lei a ristorante …..per favore che chance ho, se lei prende tutela ed io rinuncio legalmente avrò sicuro i miei diritti di liquidazione ed stipendi precedenti ? Se dottoressa li da un certificato negativo , io cosa devo fare,posso chiedere un certificato medico ad un dottore psico neurologia ? Menziono che si parla di un piccolo appartamento

Ovviamente io non ho nessuna maniera di poterti dire come andrà a finire questa successione, sia sotto il profilo della validità del testamento fatto a tuo favore sia sotto quello di un eventuale revoca di questo testamento con un altro più recente.

Il fatto è che sino al momento della morte, una persona, se lucida, può disporre come vuole delle proprie sostanze, sia facendo un nuovo testamento, sia per atto tra vivi, cioè questo piccolo appartamento potrebbe benissimo venderlo e spendere tutto il ricavato o donarlo in beneficenza.

Non ha il minimo senso erogare prestazioni lavorative sulla base dell’aspettativa di un’eredità che può ridursi a nulla o cambiare destinatario prima di essere assegnata.

A mio giudizio, ti conviene chiedere gli stipendi e quanto ti spetta lasciando perdere l’eredità che dovrà essere un eventuale ringraziamento che questa persona se vorrà deciderà di lasciarti, liberamente, ma senza alcun collegamento con il tuo lavoro, solo come riconoscenza.

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Un servizio on line per chi è alla ricerca di badanti o assistenti domiciliari.

Come forse sapete, il nostro studio gestisce diverse amministrazioni di sostegno, più che altro tramite Franca, e spesso abbiamo bisogno di reperire, per i nostri amministrati, badanti o assistenti domiciliari.

Si tratta, peraltro, di un’esigenza abbastanza diffusa, a seguito della nota circostanza dell’aumento della vita media, con conseguente presenza di una popolazione sempre più anziana.

Girovagando per il web, ho trovato questo sito che vorrei segnalarvi, che mi sembra carino.

Si tratta di Assistenza amica.

Noi non lo abbiamo ancora testato, ma abbiamo intenzione di farlo la prossima volta che ce ne sarà l’occasione per un nostro assistito.

Al momento c’è da dire che sembra ben strutturato e con sedi dislocate sul territorio, cosa che è abbastanza importante per un servizio assistenziale di questo genere.

Nel frattempo, se a qualcuno fosse capitato di utilizzarlo, ci farebbe piacere leggere un commento. Quando si ha bisogno di servizi di assistenza, erogati da persone che entrano nelle case dei clienti, c’è sempre bisogno della massima serietà.

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cosa si rischia per aver tenuto una badante in nero?

Le chiedevo a cosa vada incontro mia suocera 83 anni per aver tenuto una badante rumena,senza essere collocata dal 2005 a Dicembre 2011, ed essendo andata via, adesso ha intrapreso una denuncia sempre nei confronti di mia suocera, per mancato versamento di contributi all’ispettorato del lavoro. Premetto che lei non ha nessun elemento in mano per dimostrare che ha lavorato, solo verbalmente o a meno che non trovi dei testimoni. Come ci si può tutelare quando saremo chiamati dalla sua denuncia? Se mia suocera venisse condannata a pagare e nel frattempo passasse ad altra vita, i debiti di contributi da pagare si rivalserebbero sui figli? Come ci dobbiamo comportare, la rumena non accetta nessuna forma di accomodamento bonario. Generalmente quanto tempo passa per definire queste vertenze.

Purtroppo, invece, continuare a negoziare sino a che non si raggiunge un accordo è l’unica soluzione per un problema come questo, peraltro piuttosto frequente.

Il debito, infatti, si trasmette agli eredi, salvo che ovviamente non ci sia rinuncia all’eredità. Inoltre non credo proprio che vi sarà sufficiente negare il rapporto lavorativo, che potrà essere dimostrato in tanti modi, tra cui testimoni, possesso di dati personali di tua suocera da parte della badante e così via.

Per quanto riguarda la durata, puoi farla finire anche subito la vertenza, vai all’Ispettorato del lavoro e ti autodenunci, così ti fanno subito tutte le sanzioni che ci sono da fare e impari subito il «conto» qualè, ma probabilmente ti conviene andare con calma e vedere di trovare un accomodamento.