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Spese residenza universitaria: chi paga?

Son divorziata e vivo con figlio ventenne.
Il padre non vuole pagare spese affitto alloggio università.
Ha pagato la cauzione x 2/3 (abbiamo le spese straordinarie divise 1/3-2/3)nulla più. Io nn posso sostenere 250e mensili più luce gas. Può il ragazzo far valere il proprio diritto senza spese legali? O devo x forza rivolgermi io ad un avvocato?

Per questo tipo di vertenze, che riguardano materia considerata indisponibile come gli obblighi di famiglia, l’assistenza legale è obbligatoria.

Ciò per ogni titolare del diritto, cioè sia il genitore sia il figlio.

Per cui è necessario rivolgersi ad un avvocato.

Prima di fare questo, però, consiglio di verificare bene se ci sono adeguate basi legali per un’iniziativa nei confronti dell’altro genitore, consultando anche il titolo che regola il vostro divorzio cosa dice in tema di spese straordinarie e le circostanze del caso.

Se vuoi approfondire, valuta l’acquisto di una consulenza. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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Intervento con rene danneggiato: c’è responsabilità?

Ho subito un intervento di neovescica con asportazione della prostata nel dicembre 2014, nel corso del quale ho perso l’uso di un rene, perché ne è stato strappato l’uretera nel togliere il catetere. È stato intentata un’ulteriore operazione per recuperarlo, ma non è riuscita, perché il medico non ha più ritrovato l’uretera. La mia domanda: ci sono gli estremi per la richiesta di un risarcimento?

Mi dispiace per la tua vicenda.

Quanto al tuo legittimo quesito, purtroppo è una cosa cui io, come avvocato, non posso essere in grado di rispondere.

Il caso deve essere esaminato da un medico legale.

Costui è un medico specializzato appunto in valutazioni forensi che ha il compito di dire se questo tipo di “complicanza” – diciamo così per capirci – è normale e tutto sommato accettabile, cioè in altri termini è un rischio difficilmente eliminabile di questo tipo di interventi, o è invece dovuta a responsabilità dei sanitari che hanno praticato l’intervento, tanto che, se fossero stati prudenti, esperti e diligenti, si potrebbe dire che questo danno non si sarebbe verificato.

Può darsi benissimo che questa responsabilità ci sia, insomma, ma va accertato in concreto da un medico legale.

Per fare questo accertamento, è sufficiente intanto acquisire una consulenza medico legale da un tuo professionista di fiducia, non è necessario adire il tribunale, cosa che potrai fare in seguito, solo a condizione che il tuo medico legale di fiducia ti abbia confermato che si cono buone basi legali per sostenere la responsabilità.

Questo tipo di azione solitamente si fa con il ricorso per CTU preventiva.

Se vuoi approfondire ulteriormente, o comunque intanto inviare comunque la richiesta danni, valuta l’acquisto di una consulenza.

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Impugnazioni: attento alla seconda botta!

Hai perso una causa, o una fase processuale, e mediti di fare ricorso, proporre impugnazione, cioè ad esempio reclamo, appello, ricorso per cassazione, ricorso alla CEDU?

La prima cosa di cui devi prendere consapevolezza è che un ricorso è sempre solo un tentativo: non è affatto detto, anche se è statisticamente abbastanza probabile, che il risultato venga cambiato.

Può anche essere che tu spenda ulteriori soldi per fare ricorso e ti procuri un’ulteriore condanna alle spese rispetto a quella che, magari, hai già.

Più in generale, chi subisce una sfortuna nella vita, giusta e ingiusta, deve stare molto attento alla «seconda botta». A molti succede che, mentre si stanno ancora lamentando di ciò di cui sono rimasti vittima, arriva una seconda ondata, spesso peggiore della prima. Accade, ad esempio, per gli infarti, gli ictus, i terremoti e, comunque, anche per le cause.

Per questo, la cosa più importante, quando si riceve un provvedimento negativo o si subisce una sconfitta processuale, è fermarsi e respirare.

Recuperare la calma e, una volta recuperata e raffreddata la mente e l’animo, valutare con cura se ci sono adeguate basi legali per fare ricorso e con quali chances di successo.

Proprio in considerazione di ciò, abbiamo strutturato il nostro lavoro in materia in modo progressiva: prima ti mettiamo a disposizione una consulenza su impugnazione e solo dopo, quando avremo eventualmente verificato la bontà dell’iniziativa che potresti intraprendere, ti possiamo indicare il tipo di ricorso praticabile nel tuo caso.

Tutti questi servizi legali sono stati pacchettizzati, cioè tariffati in modo flat o forfettario. In questo modo, sai sempre esattamente cosa vai a spendere, perlomeno su base annuale.

Quindi chi è genericamente interessato a valutare di fare un ricorso, può innanzitutto acquistare un servizio di approfondimento volto a verificare l’esistenza di adeguate basi legali per farlo. Anche questo a costo e condizioni chiare.

Una volta fatto questo approfondimento, potrai valutare ulteriormente, sulla base della nostra consulenza, l’opportunità di impugnare. Ti diremo quali sono i punti di forza e i rischi, per contro, dell’iniziativa.

Se deciderai di impugnare, potrai acquistare un «pacchetto» tra i prodotti del nostro store legale tariffato in modo forfettario o flat, avendo così anche in questo caso una conoscenza chiara dei costi.

Siamo molto soddisfatti di come abbiamo organizzato questi servizi, tutti peraltro acquistabili on line nel nostro store legale.

Se devi valutare un ricorso, dai un’occhiata ai nostri prodotti, che riportiamo anche sotto per comodità di lettura. In ogni caso, ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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Indennità di disoccupazione per rimpatriati: come averla?

Ho lavorato in Svizzera per 5 anni e sono rimpatriato da 3 mesi facendo la domanda per la disoccupazione per rimpatriati in italia.La domanda mi é stata respinta perché mi sono dimesso volontariamente,però é stato per giusta causa cioé ho riscontrato delle ernie al disco che mi hanno portato a blocchi continui con la schiena e facendo lavori pesanti non avevo possibilitá di continuare questo lavoro e ho deciso di ritornare in italia.Peró nella lettera di dimissioni non ho specificato questo problema di salute ma ho scritto una semplice lettera di dimissioni per rimpatrio definitivo.La mia domanda é questa: vale la pena fare ricorso all’inps e in che modo oppure non ne vale la pena?

Purtroppo non sono in grado di prevedere cosa possa decidere l’istituto, o il giudice che si occuperebbe del ricorso, però si possono fare alcune considerazioni.

Ovviamente, l’errore è stato quello di fare una lettera di dimissioni sic et simpliciter: sarebbe stato preferibile, se l’intento era quello di richiedere una indennità di disoccupazione, richiedere l’assistenza di un avvocato o quantomeno di un sindacato italiani, in modo da formulare la lettera nel miglior modo possibile.

Senza avere la documentazione a posto sin dall’origine, dunque, la vedo abbastanza grigia. Anche se immagino che tu un po’ di documentazione dei tuoi problemi di salute la abbia.

Tutto considerato direi che puoi tentare con un «ricorso» o una trattativa in via amministrativa, senza pensare a impugnazioni o ricorsi giurisdizionali per i quali probabilmente mancherebbero adeguate basi legali, soprattutto a livello istruttorio. Puoi cioè, a mio giudizio, tentare di negoziare con l’INPS e spiegare le tue ragioni.

Ti consiglio in questa fase di farti finalmente assistere da un esperto del ramo, un avvocato in primis, ma se non vuoi incaricare un legale o, dopo aver richiesto alcuni preventivi, questo legale ti costa un po’ troppo, almeno un sindacato o patronato.

Se vuoi approfondire maggiormente, puoi valutare di acquistare una consulenza. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.