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Separazioni e divorzi? Opera di Satana.

Il 27 dicembre 2016 scrivevo questo post su facebook, che diventava il più cliccato e il più condiviso di sempre. Lo ripropongo anche qui nel blog. Non è un post metaforico, credo in ogni singola lettera di quello che ho scritto.

Come avvocato divorzista, la domanda che le persone mi fanno più spesso e volentieri é «Come mai ci sono così tante separazioni, divorzi e famiglie che si sfasciano?»

Quando, però, rispondo che è colpa del diavolo, ognuno di coloro che mi hanno rivolto questa domanda se ne pente e subito desidererebbe non averla mai formulata.

Quando, poi, ulteriormente glielo dimostro in concreto e puntualmente, se ne pente ancora di più.

Che poi non è nemmeno del tutto vero.

Il diavolo è sempre esistito e se ne è sempre andato per il mondo e per le anime a raccontare le sue fesserie. Il punto è che oggigiorno, epoca della distrazione e della profonda convinzione dell’opportunità di seguire il proprio cuore, anche a costo di mettere il cervello nel cesso, nessuno ha più capacità di discernimento.

Anzi, pochi sanno addirittura cosa significhi la stessa parola discernimento.

Non è un’offesa, significa capacità di scelta, di cernita, di distinzione tra ciò che è buono e ciò che non lo è. Richiede consapevolezza, che a sua volta richiede di non essere distratti…

Torniamo al diavolo. A me non fa paura, a voi nemmeno, ma per motivi profondamente diversi e rilevanti.

Io non mi illudo che non esista (una delle sue bugie preferite, se non la preferita in assoluto), ho imparato a conoscerlo e, lavorando su me stesso, ho capito come mandarlo regolarmente affanculo, salvo momenti di debolezza che spero non arrivino mai o il meno possibile (già la consapevolezza che potrebbero esserci mi salva, tuttavia).

A voi invece non fa paura perché pensate che non esista, che sia una roba medioevale o cattoretrograda, buona al massimo per far rigare diritto i bambini, surclassato peraltro in quello da altre e più laiche figure, come l’uomo nero.

Ed è così che perdete il senso della necessità di lavorare su voi stessi per superare lo sconforto, la debolezza, i momenti di crisi, per riuscire a chiuderli e non farli invece precipitare sempre di più.

Ma torniamo di nuovo a lui, il diavolo. Partiamo dall’etimologia, dal greco dia ballein: dividere, separare, seminare zizzania, calunniare. Il nome “diavolo” significa letteralmente “colui che divide”. É azzeccatissimo. Infatti il suo lavoro e il suo godimento, la ragione stessa della sua esistenza, la sua essenza, é proprio quello, dividere, far litigare, allontanare le persone: i genitori dai figli, i genitori tra loro, i fratelli, l’uomo da Dio.

Come avvocato, vi posso dire che il diavolo oggigiorno il suo lavoro lo svolge con un ritorno di investimento incredibile, come mai ha avuto prima.

Forse proprio questo è il tratto caratteristico della nostra epoca: la divisione, l’isolamento e la profonda infelicità e insoddisfazione che ne derivano.

Va considerato che le guerre ad esempio per il diavolo ormai sono sicuramente noiose. Si vabbeh gli piace far crepare la gente e i bambini sotto le bombe, é bellissimo, ma poi finisce tutto subito… Vuoi mettere invece spaccare una famiglia e condannare tutti i membri a portare nel cuore dolore per tutto il resto della loro vita, fiaccarli come uomini e tenerli sotto il suo giogo per sempre? Uno che crepa smette di soffrire subito, lui vuole invece gente che soffre tutti i giorni, per tutta la vita.

É anche per questo che finiamo per fare campagne contro la guerra o preferiamo attardarci al lavoro per condividere foto di cani o gatti da adottare quando a casa c’è un uomo, una donna o un bambino che avrebbe bisogno di parlare con noi, di giocare o anche solo di una carezza.

O che tutti vogliono cambiare il mondo, ma nessuno aiutare la mamma a lavare i piatti.

O che sviluppiamo ragionamenti perfetti che però di fatto servono solo a tenere le nostre vite, e quelle di chi ci è vicino, immerse nel nulla.

O che non capiamo che il nostro valore è unicamente nell’amore e nell’affetto che siamo in grado di dare.

Ma torniamo per la terza volta a lui. Come opera il diavolo?

Prendiamo, per capirlo, un altro dei suoi nomi (sempre alla faccia di quelli che dicono che l’etimologia non serva a un cazzo). Lui è Lucifero, ha la luce. Il diavolo ha la luce e la usa. Prende una bugia e la riempie di luce così che sembra vera, sembra talmente vera che solo un occhio attento è capace di vedere la differenza (discernere). Purtroppo, l’uomo moderno é generalmente senza alcuna difesa.

Un esempio dalle cronache di questi giorni: quel papà, nella notte di Natale, che ha creduto alla bugia per cui la più brillante soluzione per il fatto che la sua compagna, madre di sua figlia, volesse lasciarlo fosse ammazzarla.

Fate bene attenzione: questi uomini e queste donne che uccidono il partner non sono Orchi. Sono persone normali. Sono persone normalissime. Io ne vedo tutti i giorni persone che vorrebbero uccidere il partner. Vi dò una informazione: tutti quelli che attraversano una crisi familiare provano il desiderio di ammazzare l’altro. É umano. Io sono così bello e buono e laltro non mi vuole più, ma come osa? La differenza la fa la capacità di avere consapevolezza e fermarsi prima. Perché ci sono sempre più omicidi per questi motivi? Perché questa capacità non c’è più.

Chi ha ammazzato quella mamma, che era madre anche di un’altra bambina, ha reso orfane due bambine, si è condannato a finire il resto della sua vita in carcere e ha condannato sua figlia a non vederlo più e ad essere data, se va bene, ai nonni o ad un’altra famiglia. L’ha destinata a vivere una tragedia, un problema senza una possibile soluzione, un dolore che dura per sempre.

E tutto questo la notte di Natale, quando la bambina aspettava i regali sotto l’albero.

Il diavolo è un figlio di puttana, noi siamo diventati dei coglioni.

(la eventuale condivisione é sempre gradita)

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Camera usata per esposizione venduta per nuova: che fare?

Scrivo per una consulenza in merito all’acquisto di una camera da letto completa (nuova) acquistata con contratto ai primo di maggio 2018 presso un rivenditore di mobili. Al momento della consegna ci si è resi conto che la camera era quella esposta in negozio (priva di imballaggio e con evidenti segni dovuti alla esposizione). Abbiamo contattato immediatamente il rivenditore a diverse utenze ma non ha mai risposto….la camera è stata regolarmente montata dagli operai e, a seguito di incontro nel negozio con i rivenditori abbiamo avuto modo di notare che, nonostante i tentativi di convincerci che l’ordine fosse avvenuto realmente, una fattura riportante la data 12/08/2016 e relativa alla camera da letto esposta, riportava chiaramente evidenziati i ns. dati…..siamo stati aggrediti con atteggiamenti offensivi e costretti ad abbandonare il negozio…Vorremo gentilmente informazioni sulla procedura da adottare per far valere i ns. diritti.

Se ho ben capito, vi è stata venduta per nuova una camera che in realtà era già stata utilizzata per scopo di esposizione e che quindi avrebbe dovuto esservi, semmai, venduta con una riduzione del prezzo come è d’uso in questi casi, comunque lasciandovi la facoltà di scelta a seguito della dichiarazione precisa dello stato della merce da parte del venditore.

Da questo punto di vista, la cosa più urgente è segnalare ufficialmente, tramite una diffida a mezzo di un avvocato, la difformità tra quanto convenuto nel contrattocontratto che, tuttavia, dovrà prima esaminato accuratamente – e quanto consegnato, evidenziando anche – e ciò vale anche come denuncia relativa – i singoli «vizi» del bene e cioè al momento i «segni» derivanti dall’uso di esposizione fatto della camera.

In tale diffida, si può richiedere una riduzione del prezzo ovvero la risoluzione del contratto, cioè la restituzione della camera contro la restituzione del prezzo pagato, oltre ovviamente al risarcimento del danno, anche se naturalmente la soluzione migliore anche per una vertenza come questa è quella di trovare un accordo transattivo.

Per la denuncia dei vizi sono previsti termini molto rigorosi, per cui vi consiglio di andare immediatamente da un legale, anche considerando che probabilmente avreste fatto meglio a rifiutare l’installazione della camera da letto una volta constatato che non si trattava di un bene nuovo di fabbrica ma con un precedente uso espositivo.

Purtroppo le spese legali, se non avete una polizza di tutela legale, almeno inizialmente sono a carico vostro.

Se volete inviare una diffida tramite il nostro studio, potete acquistarla direttamente da questa pagina. Vi consiglio inoltre di iscrivervi alla newsletter del blog o al gruppo Telegram per non perdere altri preziosi ed utili aggiornamenti come questo, in grado di evitarvi di incorrere in futuri problemi.