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riflessioni

Never complain, never explain.

L’intervista di Totti é inopportuna e patetica.

La tentazione di trovare un colpevole, che in realtà non esiste quasi mai, quando si disgrega una coppia c’è sempre.

Essa tuttavia va evitata a tutti i costi, essendo innanzitutto in contrasto con la realtà, ma soprattutto perché, se ci sono dei figli, coltivarla significa andare a denigrarne l’altro genitore.

Questa é una cosa da non fare mai, se vuoi bene ai tuoi figli, perché nessuno vuol essere figlio di una persona non di valore, nessun figlio può sentire parlare male di uno dei genitori senza dolore.

L’intervista del pupone non è nemmeno da uomo: un uomo non si lamenta mai e non fornisce mai spiegazioni.

Un uomo conduce la sua battaglia e lo fa, come diceva Chesterton (che Totti non sa nemmeno chi è), per amore di quelli che sta proteggendo dietro di sé e non per odio di quelli che combatte.

Io spero che questa intervista almeno gliel’abbiano pagata cara quelli del Corriere, perché con essa Totti:
– ha danneggiato sensibilmente la sua difesa legale;
– si è procurato molto probabilmente una denuncia;
– ha fatto soffrire i suoi figli;
– ha mancato di rispetto a colei che é ancora sua moglie: mi dispiace, ma i panni sporchi si lavano sempre e comunque in famiglia;
– ha dimostrato a tutti che come uomo vale fino a un certo punto e non oltre.

Tutta la mia comprensione umana, però se fossi stato il suo avvocato dopo questa intervista gli avrei fatto un cazziatone gigante e, se non lo avesse accettato, avrei rinunciato all’incarico.

Mi meraviglio anche molto del suo avvocato attuale, a essere sincero.

Questa vicenda contiene insegnamenti utili per tutti coloro che si trovano ad affrontare un’esperienza di separazione.

Evviva nobis ?

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pillole

Un meraviglioso corso sul grandissimo maestro …

Un meraviglioso corso sul grandissimo maestro Chesterton. Solo in Inglese, purtroppo per chi non mastica la lingua.

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counseling

In cerca della persona perfetta? Ripensaci.

A quelli che, tra il serio e il faceto, propongono la creazione di siti con la recensione di ex partner, in modo che il pubblico possa poi scegliere con più consapevolezza, evitando egoisti, immaturi, narcisisti, sfaticati, bamboccioni, isteriche, pazzi e altre carinerie del genere, vorrei dire che la realtà è che ognuno di noi ha qualcosa di disfunzionale.

Ognuno di noi, in altri termini, ha la ferita narcisistica, non uscirà mai completamente dal proprio egoismo, né, tantomeno, dalla propria ipocrisia, per quanto possa sgolarsi a dichiarare «io dico sempre quello che penzoh!!!!1!».

Ognuno di noi ha, dentro di sé, una subpersonalità infantile, da bambino, che ogni tanto prende il sopravvento sulle altre.

L’uomo é stato creato impastando del fango, lo stesso termine indica il legame con la terra e le cose umili.

La scommessa, o l’investimento, di una relazione é proprio quello di andare e far andare l’altro oltre i nostri limiti, la nostra finitezza, e amare significa esattamente proprio riuscire a fare vedere all’altro quella sua bellezza che lui non riesce a guardare o che nemmeno ha mai saputo di avere.

La celebre «persona giusta» non esiste, perché nessuna persona é giusta in generale. Ogni persona, tutto al contrario, ha il compito di costruire se stessa: é un compito destinato a durare tutta la vita – e alcuni non lo cominciano nemmeno mai.

La persona giusta te la costruisci tu, esattamente come qualsiasi altro progetto, perché una relazione, un matrimonio, sono un lavoro quotidiano e costante: un lavoro su di te, l’unica cosa che rientra nella tua sfera di dominio, e, solo indirettamente, sul tuo partner, ignorandone le disfunzionalità e rinforzandone, invece, gli aspetti positivi, cioè la bellezza.

Una relazione in cui non ci si aiuta, non ci si benedice, non ci si ascolta a vicenda, non è una relazione vera e autentica, é solo una coabitazione o, peggio, una farsa. E tutte le coabitazioni alla lunga sono destinate a divenire insoddisfacenti e, da ultimo, insopportabili per estrema insofferenza.

Perché quando non c’è una scelta di fondo, un impegno, una cornice in cui collocare tutto, i difetti dell’altro diventano sempre, regolarmente, insopportabili, non essendoci alcuna ragione per tollerarli, per la mentalità edonistica dell’uomo contemporaneo.

Si sconsidera, in questi casi, che il nostro partner non è solo il nostro partner, da valutare in base a quello che ci fornisce o restituisce (che angustia, che tristezza, valutare i rapporti umani in termini contrattuali, sinallagmatici, di di do ut des), mentre invece lui o lei sono la misura della nostra capacità di amare, la finestra dalla quale guardiamo la nostra capacità di mantenere un impegno, di vivere davvero col cuore e i suoi infiniti spazi, e non con la mente e i suoi angusti calcoli, di lasciare che la nostra anima si connetta per davvero soddisfacendo così il suo più intimo e autentico desiderio.

Qualunque uomo, qualunque donna, se ci guardi bene dentro, sono da buttare.

Ecco perché chi decide di separarsi o porre fine a una relazione ha, ogni volta, sempre ragione e sempre torto allo stesso tempo: i difetti ci sono innegabilmente, ma si tratta di vizi di fabbrica… Tanto che spesso ci si separa e poi si trovano nuovi partner finendo solo per cambiare difetti, passando dal sopportare quelli del precedente al dover tollerare quelli dell’attuale.

Al di là dei difetti, vale poi la considerazione per cui uomo e donna sono, nonostante tutto, incompatibili. I discorsi sugli interessi comuni, i punti di convergenza e gli stessi gusti ed opinioni non hanno alcun valore e nessuna consistenza: fammi capire io dovrei stare con una donna perché a lei piace ad esempio andare in scooter come piace a me? Ma non si può costruire una famiglia o una relazione solida su questo, una famiglia si può costruire, tutto all’opposto, sulla capacità di volersi bene a prescindere, e di sbattersene altamente delle propensioni di ognuno, volendosi bene ed amandosi senza nemmeno la capacità di capirsi, sempre che – ovviamente – ci sia sempre quella di ascoltarsi, anche e soprattutto come enigmi irrisolti

«Se si può divorziare per incompatibilità di carattere mi chiedo come mai non abbiano tutti divorziato. Ho conosciuto molti matrimoni felici, ma mai nessuno compatibile. Tutto il senso del matrimonio sta nel lottare e nell’andare oltre l’istante in cui l’incompatibilità diventa evidente. Perché un uomo e una donna, come tali, sono incompatibili». (Gilbert Keith Chesterton)

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pillole

Nuovo libro di Chesterton, immancabilmente …

Nuovo libro di Chesterton, immancabilmente geniale.

"Non amo la serietà.  Penso sia antireligiosa. O, se preferite l'espressione, è un vezzo di tutte le false religioni. Chi prende tutto seriamente è colui  che idolatra ogni cosa: si prostra davanti a oggetti di legno e pietra affondando le sue membra come le radici di un albero o si profonde in inchini come la pietra infossata sul ciglio della strada".