Categorie
diritto

Avvocati+che+vogliono+esser+pagati: che fare?

>«come posso risolvere un problema con un avvocato che ha perso la causa civile non mi ha concesso il patrocinio gratuito dicendo che non fa nulla. Ora mi ritrovo con spese processuali compensate e avvocato mi ha chiesto 400 euro sapeva che ero disoccupato ma continua a tartassami di messaggi, vi prego come posso fare?»

Il patrocinio a spese dello Stato non è una cosa che ti possa essere concessa dal tuo avvocato. Nel civile, lo concede l’ordine degli avvocati, in via anticipatoria, mentre nel penale é direttamente il magistrato.

Se avevi i presupposti per ottenerlo, dovevi rivolgerti a questo enti per fartelo riconoscere.

Se non lo hai fatto, e hai commissionato un lavoro al tuo avvocato, ora non puoi più invocare un beneficio cui non sei mai stato ammesso, ma lo devi pagare tu con le tue sostanze.

Spese compensate significa che ognuna delle parti del giudizio deve pagare il tuo avvocato.

400 euro, peraltro, se per un’intera causa sono una somma bassissima, non so se te li richieda a saldo, dopo precedenti pagamenti, o se é la somma che ti richiede per l’intero giudizio.

In ogni caso, direi non ci siano soluzione e soprattutto non valga la pena per una cifra del genere pensare a niente altro che non sia saldarla appena possibile, magari concordando un pagamento rateale compatibile con la tua situazione economica.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, anche se difficilmente temo possa valerne la pena, chiama ora lo studio al numero **059 761926** e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente; puoi anche acquistare direttamente da [qui](https://blog.solignani.it/assistenza-legale/consulenza/): in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è [qui](https://goo.gl/maps/sS4isyhSuYDnP3Nz5), a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o anche tramite telefono, se lo preferisci. Ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo (https://youtu.be/ksoPba2DM1A) per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

Ti lascio alcuni consigli finali che, a prescindere dal problema di oggi, ti possono sempre essere utili.

– 👋 Entra oggi stesso nelle community degli avvocati dal volto umano: su [telegram](https://t.me/avvocatidalvoltoumano) e su (https://bit.ly/3RT11JG) e (https://bit.ly/3YsE5Dx);

– 📺 Iscriviti subito al [canale YouTube](https://www.youtube.com/@avvocatidalvoltoumano) degli avvocati dal volto umano e al (https://blog.solignani.it/iscriviti-al-podcast/) dove trovi altri contenuti, sempre gratuiti e utili per capire come meglio gestire e soprattutto prevenire i problemi legali.

– 📧 Iscriviti oggi stesso, in ogni caso, al blog in modo da ricevere, sempre *gratuitamente*, futuri contenuti come questo, utili per sapere come meglio gestirsi nelle situazioni legali della vita di tutti i giorni. Per iscrivrerti al blog, vai in fondo alla pagina e inserisci la tua mail nella casellina, ricordati di dare poi conferma nella mail.

– 😍 Metti «like» adesso, se ti è piaciuto questo post, e lascia un commento se vuoi dire la tua, risponderò volentieri; condividi liberamente, in qualsiasi modo, questo post se pensi che possa piacere o interessare a qualcun altro.

– 🎁 Valuta una [assicurazione di tutela legale](https://blog.solignani.it/sistemi-tariffari/tutela-giudiziaria/): la prossima volta che incontri un problema potresti gestirlo molto più agevolmente e a costo zero.

– ⚖️ Sei un avvocato? Ci sono delle risorse specifiche per te; collegati subito al blog https://www.farelavvocatoebellissimo.it, iscriviti al blog, al podcast, al canale YouTube e a tutte le altre risorse gratuite per avvocati!

Categorie
diritto

Spese legali: facciamo chiarezza!

Note dell’episodio.

Stai iniziando una causa e pensi che tutto quello che stai spendendo per farla alla fine, riconosciuta la tua giusta ragione, ti verrà rimborsato?
Bravo scemo.

Non funziona affatto così.

Ascolta la preziosa puntata di oggi di radio Solignani, l’unica radio che ti dice le importanti verità che nessun altro ti dice!

Riferimenti.

Di seguito, alcuni precedenti post del blog, o puntate del podcast, menzionati durante l’episodio o comunque aventi ad oggetto tematiche collegate a quelle trattate in questa puntata, che ti consiglio di consultare.

blog.solignani.it/2010/01/25/se-si-vince-la-causa-ma-controparte-non-paga-le-spese-legali/ Se vinco la causa ma controparte non paga le spese legali …

blog.solignani.it/2007/05/25/ho-perso-una-causa-e-mi-trovo-da-pagare-una-barca-di-soldi/ Ho perso una causa e mi trovo da pagare una barca di soldi.

blog.solignani.it/2017/01/20/spese-dellappello-chi-le-paga-se-controparte-e-insolvente/ Spese dell’appello: chi le paga se controparte è insolvente …
blog.solignani.it/sistemi-tariffari/tutela-giudiziaria/ La tutela legale: una polizza da avere. | Tiziano Solignani

blog.solignani.it/2013/11/02/se-non-ho-soldi-per-pagare-le-spese-legali-come-posso-fare/ Se non ho soldi per pagare le spese legali come posso fare …

blog.solignani.it/2016/06/14/soccombenza-e-spese-legali-si-puo-avere-anche-in-divorzio-giudiziale/ Soccombenza e spese legali: si può avere anche in divorzio …

Categorie
diritto

Tribunali: perché non li smantelliamo e facciamo decidere a Forum?

Per ottenere giustizia, sei costretto a incaricare un difensore avvocato. L,ordinanza ex art. 700 ti dà, ragione, però, ti condanna a pagare le spese pocessuali anche della controparte. Protetto da tale imprevidente ordina, il colpevole ripete il reato di non consegnare documenti dovuti. Già questa è ingiustizia. Poi chiedi al tuo difensore il rimborso dell’onorario perché lascio’ scadere il termine per impugnarla, ma ti offre solo uno sconto. Allora penso che il modello di giustizia proposto da “Forum” andrebbe esteso il piu’ possibile e, almeno nel cause di condominio, andrebbero eliminati gli avocado di parte.
Lei cosa ne pensa ?

Innanzitutto, non si capisce bene che cosa è successo nel tuo caso. Non è possibile che una parte totalmente o comunque principalmente vittoriosa venga condannata a rimborsare le spese avversarie. Quello che può essere successo è che il giudice abbia compensato le spese, perché magari c’era soccombenza reciproca, come avviene abbastanza spesso, o parziale, o perché le circostanze lo consigliavano.

Con la compensazione delle spese, che può essere anch’essa totale o parziale, ognuna delle parti si paga le proprie spese legali, provvede a compensare il proprio avvocato, il chè, per la parte che riteneva di avere ragione, viene sentito come una ingiustizia.

Detto questo, e quindi al netto dell’impossibilità di valutare effettivamente quale sia stata la tua esperienza, rimane il discorso circa l’opportunità di definire delle forme di amministrazione della giustizia «alternative» rispetto a quella offerta dal procedimento civile italiano «classico».

A questo riguardo, va detto che il problema non è, a mio giudizio, in sé rappresentato dalla presenza – necessaria – di un avvocato per parte, che è una cosa che serve sia all’utente del sistema giustizia, sia al sistema giustizia in generale.

All’utente serve innanzitutto perché nei sistemi giudiziari statuali si applica il diritto, sia sostanziale che processuale, che è una materia complessa e per nulla intuitiva, al contrario di quel che si può pensare comunemente. L’avvocato è indispensabile così come è necessario un meccanico quando c’è da riparare un motore o un idraulico quando c’è da rifare un bagno. Nessuno si metterebbe in testa di aprire il motore di una macchina moderna o di rifare da solo la ristrutturazione di casa propria, perché mancano quelle nozioni e quell’esperienza che sono indispensabili per fare quel tipo di lavoro.

Al sistema giudiziari, gli avvocati sono ancora più indispensabili perché, grazie alla presenza della loro intermediazione e al confezionamento da parte loro di atti giuridici scritti o comunque di discorsi orali «condensati», la trattazione di un singolo caso dura 10 minuti al posto delle tre ore che sarebbero necessarie se si ammettessero le parti a parlare direttamente, parti che quasi sempre non hanno alcuna idea di come si espone un problema, tantomeno giuridico, né di quali siano le regole del procedimento civile italiano, che restano vincolanti e la cui inosservanza determina spesso decadenze e impossibilità di far valere i propri diritti.

Una udienza di forum dura oltre un’ora e senza che il caso venga approfondito più di tanto; un’udienza civile nel processo civile italiano dura anche solo 10 minuti, ma il caso è approfondito molto di più, specialmente sotto il profilo probatorio, grazie al lavoro svolto dagli avvocati.

Il modello di giustizia proposto da forum peraltro si basa sull’arbitrato irrituale, che è previsto dal nostro codice di procedura civile ed è a disposizione di tutti coloro che se ne vogliono servire, anche al di fuori di Forum, solo che purtroppo è molto poco diffuso, sostanzialmente pur esistendo da svariati decenni le persone non lo usano. Occorre comunque il consenso di entrambe le parti coinvolte per farvi ricorso.

Ci sono, poi, una miriade di sistemi di gestione dei conflitti alternativi rispetto al ricorso al sistema giudiziario, di cui in Italia, proprio a causa dell’inefficienza della giustizia, si è tentato, anche maldestramente, purtroppo, di imporre la cultura e la diffusione, come la negoziazione assistita, la mediazione civile, i vari tentativi di conciliazione obbligatori previsti in determinate materie, come ad esempio le telecomunicazioni.

Va nominata anche la mediazione familiare, che è un tentativo di risolvere i conflitti familiari con un approccio alternativo, nel quale credo moltissimo.

Anche io, dopo oltre venti anni di professione forense, penso che la vera, o comunque il massimo di, giustizia che l’uomo, nel corso della sua storia, abbia mai avuto o possa mai avere fosse quella impartita, sulla base dell’equità e non del diritto, dai capi villaggio o dai saggi nelle più elementari forme di aggregazione umana, aggregazioni di cui parla ad esempio il sociologo Jared Diamond nei suoi bellissimi e indispensabili libri.

Lo stesso Diamond riporta come in alcune zone del suo stato di origine, il Montana, siano ancora oggi sopravvissute forme di amministrazione della giustizia del genere: persone o società che hanno un conflitto si rivolgono ad una persona ritenuta saggia ed imparziale affinché indichi una strada, vincolante o anche solo non vincolante, ma convincente. È una specie di arbitrato, ma basato moltissimo sulla fiducia nel «saggio», che può inventarsi anche soluzioni creative e slegate da riferimenti giuridici, anche perché i conflitti tra gli uomini non hanno se non raramente ragioni davvero economiche, sono per lo più problemi con una profonda radice emotiva.

È quello che ho realizzato con il mio cumSolvere, per le persone che hanno optato per servirsene, ed è l’unica forma di «giustizia» in cui mi sento di credere, non basata sull’applicazione di regole astratte scritte prima che insorgessero i problemi che si vogliono risolvere con esse, applicazione che peraltro avviene da parte di un «giudice» che è in realtà un burocrate che occupa quella posizione per il solo fatto di aver superato, magari decenni prima, un concorso, ma una giustizia basata sulla unanimemente riconosciuta qualità delle persone che sono chiamate ad impartirla per saggezza, capacità negoziali, capacità di leggere l’animo umano, creatività e ingegno.

Resta il fatto che purtroppo il ricorso a queste forme di giustizia alternativa rimane subordinato alla volontà di entrambe o comunque tutte le parti, per cui basta che una sola di esse rifiuti di prestare il proprio consenso che ritorni ad essere necessario il ricorso al sistema giudiziario statuale.

Vale comunque la pena, in ogni caso, di formulare un apposito invito prima di instaurare una vertenza giudiziale, naturalmente tramite un atto scritto e successivamente documentabile.

Categorie
diritto

Contributo unificato: in caso di compensazione delle spese va diviso?

In merito al pagamento del Contributo Unificato, se il giudice nella sentenza compensa le spese di lite
ciò significa che anche il Contributo Unificato deve essere diviso per due ?

No. La compensazione delle spese significa che ognuna delle parti, che possono essere due o più, si «tiene» le proprie spese, quelle relative al compenso del proprio legale, ma anche quelle per le imposte che gravano sul processo, come il contributo unificato.

Il giudice emette un provvedimento di compensazione quando ritiene giusto che nessuna delle parti rimborsi all’altra parte delle relative spese, perché, ad esempio, come avviene tipicamente, c’è stata una soccombenza reciproca, e non è individuabile in modo netto una parte vittoriosa ed una soccombente.

Questo può accadere ad esempio, banalmente, in un caso di risarcimento danni, quando chi chiede il danno pretende una cifra eccessiva e, al termine del processo, gli viene riconosciuto sì un risarcimento, ma di importo (magari anche sensibilmente) minore.

Per la verità, le cause in cui c’è soccombenza reciproca sono la maggior parte, se non addirittura la quasi totalità, dal momento che è abbastanza raro vedere una domanda accolta integralmente.

Ad ogni modo, in caso di compensazione ogni contributo unificato pagato all’inizio o nel corso della causa rimane a carico di chi l’ha sostenuto.

Categorie
diritto

Ho perso una causa e mi trovo da pagare una barca di soldi.

Ho perso una causa, dove tra l’altro avevo anche ragione. Il giudice mi ha condannato a pagare anche le spese dell’avvocato di quell’altro, sono una enormità di soldi, non c’è niente da fare?

Confermo innanzitutto che le cause si possono benissimo perdere anche quando si ha ragione, esattamente così come una squadra molto più forte sulla carta può perdere un incontro o una partita.

Un contenzioso, infatti, rappresenta sempre un’incognita: può venire a mancare la disponibilità di un documento “probatorio” su cui si faceva affidamento, può esserci una deposizione di un teste più incerta di quel che si sperava, possono verificarsi problemi e ingorghi procedurali, decadenze o prescrizioni, interpretazioni particolari della legge e così si finisce per perdere, quando invece si sentiva di avere ragione e magari la si aveva davvero.

Quando si perde, se il giudice non stabilisce che ognuno si paga il suo avvocato (compensazione delle spese), ci si trova, con niente in mano o magari con dei soldi da pagare a controparte, a dover affrontare una bella “zuppa” quanto a pagamenti di spese legali. Oltre che compensare il proprio legale, si deve pagare anche il legale avversario. Si può anche fare appello, se la sentenza è di primo grado, ma intanto bisogna pagare. La media, in questi casi, per una causa di Tribunale è di 4-5000 euro di spese, per ogni legale, con non rari picchi superiori, con la conseguenza che una persona può ritrovarsi a pagare mediamente anche 10.000 euro in caso di sconfitta in una causa, per non avere concluso niente.

Per questi motivi, è a mio giudizio assolutamente indispensabile al giorno d’oggi, sia per i privati che per le imprese, disporre di una adeguata forma di tutela giudiziaria, grazie alla quale, in caso di sconfitta, le spese legali sono sopportate dalla compagnia di assicurazione e non dalla parte stessa.

In questo modo, qualsiasi contenzioso può essere affrontato molto più serenamente, evitando i paradossi come quelli del nostro lettore, che alla fine lasciano sempre il segno. Purtroppo, la tutela giudiziaria, come tutte le assicurazioni, va stipulata prima che insorga il problema, farlo dopo avere preso la batosta non servirebbe a niente. Nel caso del lettore, pertanto, se non c’è tutela l’unica è provare a negoziare la rinuncia ad una parte di spese verso magari la rinuncia alla proposizione dell’appello, sempre che vi siano buoni motivi per presentarlo.

A livello, invece, di gestione concreta del problema, l’unico approccio consigliabile è quello negoziale, sia col proprio legale che con la controparte: concordare pagamenti dilazionati, ad esempio, oppure anche, all’opposto, disponendo di liquidità ottenere uno sconto in cambio del pagamento tutto e subito.

Se vuoi, invece, valutare un’eventuale impugnazione, ti consigliamo di leggere questo altro post, dove approfondiamo il problema. Quanto ai costi di un ulteriore grado di giudizio, ogni avvocato può praticare le sue tariffe, per cui ti conviene sempre chiedere un preventivo. Noi per appello e ricorso in Cassazione abbiamo definito tariffe flat, o a forfait, che puoi trovare indicate nel nostro listino. Ricordati però che l’impugnazione di norma non sospende l’efficacia della sentenza di grado precedente: devi intanto pagare, poi le somme ti saranno restituite solo se eventualmente vincerai il secondo grado. Per evitare questo si può tentare un’istanza di sospensione, ma non c’è nessuna garanzia di accoglimento.