Categorie
diritto

Quota di casa in eredità: influisce sul reddito?

mia suocera e’ deceduta lasciando una casa di sua proprieta’ esclusiva di cui diverranno eredi mio suocero e I suoi 4 figli ,I miei suiceri vivevano in divisione dei beni ,la casa di famiglia dove vive mio suocero e ‘ di sua esclusiva propieta’ .detto moo questo volevo sapere se la quota della propieta’ indivisa di cui mio marito diverra’ propietario con la successione incidera’ sul nostro reddito familiare

Innanzitutto, bisognerebbe capire a quale fine lo chiedi, se, ad esempio, ai fini delle imposte sui redditi o, sempre ad esempio, ai fini ISEE, per la concessione di benefici e la determinazione di tariffe e così via, perché la risposta può variare.

Ad ogni modo, peraltro, si tratta di aspetti che non rientrano nelle materie di cui sono esperti gli avvocati. Nel caso delle imposte sui redditi, bisognerebbe chiedere ad un commercialista.

Quello che, come civilista, ti posso dire è che con ogni probabilità sulla casa familiare ci sarà il diritto di abitazione del coniuge superstite, cioè tuo suocero, ai sensi dell’art. 540 del codice civile, quindi la quota di comproprietà della casa in capo a tuo marito è in realtà una nuda proprietà, che non gli consente di godere dell’immobile in alcun modo, né direttamente abitandolo (sia pur compatibilmente con gli altri comproprietari), né percependo un canone di locazione, sia pure solo in parte.

Si tratta, insomma, di una proprietà al momento solo «potenziale» e non fattuale.

Se e come questo possa riflettersi sugli aspetti che a te interessano relativi al cumulo del reddito non lo so e non lo posso sapere, anche perché la domanda non è stata formulata in modo completo.

Se vuoi approfondire, valuta di acquistare una consulenza, anche se non credo proprio che ne possa valere la pena, probabilmente può essere più interessante parlare con il professionista che vi segue per le denunce dei redditi. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

Categorie
diritto

Casa dei genitori: fino a quando si ha diritto di abitarvi?

sono una ragazza di 25 anni e vivo con il mio ragazzo a casa con i miei genitori.
ho un fratello gia sposato con 3 figli e abita in affitto …
lui petende di non comprarsi la casa perke dice ke la casa spetta a lui dicendomi che io me ne devo andare a vivere da un’altra parte …..mio padre ancora fuori casa non mi ha buttato e non le do per niente fastidio anke perke lo aiuto molto in vari lavori e poi essendo malato al cuore ha bisogno di noi…
io mi chiedo se un altro momento ke verrà a mancare mio padre (io spero il piu presto possibile ,no come altri…)mi chiedo se mia madre da ragione a lui davvero potrebbe buttarmi fuori di casa? io ho la residenza perke non potrei pagare l’affitto e stare li…problemi di gelosia crede tutto li sia dovuto…se lui ha gia la casa ok metà e metà ma lui la vuole tutta per se la casa come posso difendermi?
a poi dice anche che il pezzo di campagna che ho non cera bisogno di comperamelo .e mio padre gli ha risposto che ha 2 figli

Vi consiglierei in prima battuta di andare a fare qualche seduta di mediazione familiare, per riprendere la comunicazione tra voi e chiarire le rispettive posizioni. Queste sedute potrebbero dare risultati molto buoni. Potete andare al centro per le famiglie eventualmente esistente presso il vostro territorio, o da un professionista privato.

Per quanto riguarda gli aspetti giuridici, va detto che al momento della morte di tuo padre, tua madre avrebbe la disponibilità della casa e dei mobili che la corredano ai sensi dell’art. 540 cod. civ. che prevede appunto il diritto di abitazione del coniuge superstite.

Quindi sarebbe in ultima analisi tua madre a poter decidere, almeno finché sarà in vita, chi potrà utilizzare la casa, nonostante anche tu e tuo fratello siate eredi.

Categorie
diritto

Seconda moglie e figli di primo letto: come funziona la successione?

mio nonno e’ stato sposato in seconde nozze con una donna senza figli in comunione di beni.lui dalla prima moglie deceduta ne ha avuti 4 di figli tuttora in vita.e’ venuto a mancare pochi mesi fa senza lasciare testamento! come si divide l’eredita’ in questo caso? perche’ la seconda moglie on vuole lasciare niente a nessuno! tra l’altro ha anche chiesto di essere liquidata su la casa che mio nonno ha ereditato dalla prima moglie! non si puo fare niente in proposito? la legge non tutela i figli legittimi?

L’eredità di tuo nonno viene devoluta per 1/3 alla seconda moglie, cioè la moglie di secondo letto, e per 2/3 ai figli.

Su questo quadro prettamente «dominicale» si spalma però il diritto di abitazione del coniuge superstite che, come abbiamo già chiarito con un precedente post alla cui lettura ti rimando, si estende anche ai mobili e a tutto ciò che correda la casa stessa, con lo scopo di consentire al superstite di continuare a godere della casa sino a che resterà in vita.

Per tali motivi, i figli potranno prendere possesso e godere della casa coniugale solo quando si verificherà il decesso del coniuge superstite, i cui diritti, fino a quel momento, andranno rispettati.

Chiaramente, se tutte le parti concordano, si possono trovare altre soluzioni, diverse rispetto a questa situazione, che siano più adatte per tutti, restando inteso che, in mancanza di accordo, l’assetto non potrà che rimanere questo.

Categorie
diritto

Mobili della casa coniugale: a chi spettano dopo la morte del coniuge?

Quasi 25 anni fa mio futuro marito, vedovo con due figli maggiorenni che vivevano gia’ fuori casa, ed io siamo andati a convivere nella mia casa ed abbiamo unite le nostre masserizie. Se tratta delle solite cose, tavoli, armadi, tappeti, piatti, bicchieri e quant’altro, niente di un valore grande, come un quadro di Monet! Adesso purtroppo mio marito e’ mancato ed i figli dal primo matrimonio mi chiedono di restituire le soprannominate masserizie. Sono obbligata a farlo?
Aggiungo che 21 anni fa e’ nato nostro figlio, ci siamo uniti 20 anni fa in matrimonio religioso e due anni fa in matrimonio civile, anche se questo probabilmente non influisce sulla la mia domanda.

Il coniuge superstite gode di un diritto di abitazione sulla casa familiare ai sensi dell’art. 540 cod. civ. che, per espressa previsione della disposizione in questione, si estende anche agli arredi che la compongono.

Ciò a prescindere da qualsiasi questione relativa alla loro proprietà o meno.

Recita infatti la norma in questione che il diritto di estende «sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni».

La ragione di questa disposizione è quella di consentire al coniuge che sopravvive all’altro di continuare a godere della casa familiare nello stesso modo in cui ne godeva sinché era in vita l’altro coniuge, rimandando al suo decesso ogni questione relativa alla proprietà dei beni, che, intanto, rimangono dove stanno.

Se non ci fosse questa disposizione, si arriverebbe alla situazione paradossale, nelle coppie in cui ci sono figli, per cui la madre o il padre sopravvissuti all’altro genitore dovrebbero pagare l’affitto al figlio o ai figli in quanto questi ultimi avrebbero ereditato pro quota una parte della casa coniugale.

Si tratta di una situazione che sarebbe assurda, quindi se è giusto che il figlio o i figli ereditino le sostanze del genitore scomparso, è anche sacrosanto che su ciò prevalga il diritto del coniuge superstite di continuare ad abitare nella casa coniugale senza che nulla cambi almeno finché è in vita.

Categorie
diritto

Casa in usufrutto: il coniuge può abitarci dopo la morte dell’altro?

sono sposata di seconde nozze con mio marito dal 2009 in separazione dei beni ma conviviamo dal 1999, noi viviamo attualmente in un appartamento a Roma di proprietà del figlio ma acquisito dal padre e intestato al figlio. Due o tre anni fa il figlio ha stipolato un atto di uso frutto di questa abitazione solo al padre, vorrei sapere se dopo il decesso del padre io potrei essere sfrattata dal abitazione? E che cosa posso fare per potermi mettermi al sicuro visto che i due figli del primo matrimonio hanno intestate una casa per uno più un altro appartamento al mare di cui sono proprietari al 50%. Ho dei diritti o finirò in mezza ad una strada?

Ho già parlato del problema in questo mio precedente post che ti invito pertanto a leggere.

Il fatto, ad ogni modo, è che il diritto di usufrutto si estingue alla morte del titolare, mentre il diritto di abitazione del coniuge superstite presuppone che la casa familiare fosse di proprietà del coniuge defunto.

Per questi motivi, in occasione del decesso di tuo marito, i figli di primo letto potrebbero riprendere possesso della casa attualmente adibita a residenza familiare, con un procedimento che non è di sfratto ma per occupazione sine titulo.

Sarebbe il caso che tu affrontassi il problema con tuo marito, incaricando un bravo avvocato di studiare la situazione e individuare una soluzione che possa contemperare gli interessi di tutti.

Categorie
diritto

la moglie può impugnare il testamento con cui il marito aveva lasciato tutto al fratello?

mio fratello, nel 1984 aveva acquistato un immobile per se, facendo scrivere lo stato da celibe nel contratto di acquisto e gestendo anche un piccolo mutuo. nel 1986 si è sposato, ma in separazione dei beni e ha deciso di utilizzarlo con la moglie. Lui ha proseguito a pagare il mutuo restante senza avere nessun conto cointestato con la moglie. Dopo vent’anni e ristrutturata la casa di Lei si sono trasferiti nel 2005, ma a seguito di una grave malattia mio fratello decede nel 2010. Nel frattempo aveva redatto un testamento olografo lasciando il suo patrimonio a me come unico fratello. Io ho fatto pubblicare il testamento da un notaio per utilizzare l’immobile come mia prima casa. Ora la moglie pretende la legittima che sembra, a quanto dice lei, le spetta sull’immobile, impugnando il testamento. Ho una possibilità di mantenere le volontà del de cuius senza che io abbia a preoccuparmi delle sue pretese?

L’unica possibilità è tenere la casa ma liquidare in denaro alla moglie la parte che è stata lesa dell’eredità, oltre al diritto di abitazione che eventualmente le spetta per legge.

La moglie, infatti, è una erede necessaria del marito, questo significa che non può essere completamente «diseredata», ma può esserlo solo nell’ambito della quota disponibile. Secondo l’art. 540 del codice civile, infatti, «a favore del coniuge è riservata la metà del patrimonio dell’altro coniuge».

Questa stessa disposizione prevede poi il diritto di abitazione sulla casa familiare del coniuge superstite, a prescindere dalla proprietà, ma mi pare che nel tuo caso non sia applicabile dal momento che i coniugi si erano trasferiti in un’altra casa e quindi quella in questione non era più quella familiare.

Va precisato che il testamento, sia pur se viziato da queste circostanze, è valido ed efficace. Dovrà essere la moglie ad impugnarlo con azione di riduzione, entro i 10 anni dall’apertura della successione