mio figlio di 24 anni esce da poco più di un mese con una ragazza di 26 anni. Il rapporto è turbolento ma c’è una forte passione. Qualche sera fa avendo un rapporto sessuale senza precauzioni lui l’avvertiva ke era giunta “l’ora” ma lei non ne voleva sapere lui glielo dice di nuovo ma lei lo tiene e lui arrivato al limite non riesce più a fermarsi! Nei momenti che seguono lui le chiede perché l’avesse trattenuto e la sua risposta è stata ” ma tu dovevi spostarmi!!!!!” Dopo visita ginecologica, lei sa di essere sotto ovulazione (?) quindi corsa spasmodica all’una di notte x cercare una guardia medica che le prescrivesse la pastiglia del giorno dopo! Finalmente con la pastiglia in mano vanno in un bar e si presume l’abbia presa. Nel caso in cui lei restasse incinta, cosa va incontro mio figlio visto che due giorni dop o si sono lasciati e naturalmente, frequentandosi da un mese soltanto il figlio nn lo vuole.
La nostra legge collega, generalmente, la paternità giuridica a quella biologica.
Questo significa che se nascesse un figlio, e tuo figlio si rifiutasse di riconoscerlo, la madre potrebbe promuovere un’azione di accertamento della paternità, nel cui seno tuo figlio verrebbe invitato a sottoporsi ad esami ematogenetici per verificare la relazione parentale col bambino.
È del tutto evidente che, di fronte ad un esito positivo di questi esami, e cioè all’accertamento della paternità del bambino in capo a tuo figlio, quest’ultimo non potrebbe assolutamente sottrarsi alle sue responsabilità facendo ai giudici lo stesso resoconto di come è andato il rapporto sessuale che hai fatto sopra, per vari motivi tra cui segnatamente il fatto che:
- innanzitutto non è detto che il figlio sia nato da quel rapporto in particolare, mentre potrebbe essere stato concepito da altri rapporti sempre tra la madre e il padre;
- tutte le circostanze che hai riferito non sarebbero dimostrabili in alcun modo, presupponendo che, come avviene nella pressoché totalità dei casi, al rapporto non abbiano assistito altri che non fossero i protagonisti;
- se anche fosse vero e dimostrato quanto sopra, tuo figlio rimarrebbe comunque il padre e comunque colui che, nonostante gli equivoci nella fase finale, è pure andato a letto con la madre, per cui né la legge né i giudici potrebbero sollevarlo dalla paternità.
La stessa decisione di assumere la pillola del giorno dopo da parte della ragazza è stata completamente libera e tuo figlio non avrebbe potuto obbligarla in alcun modo a procedere in quel senso, trattandosi di una determinazione lasciata interamente alla discrezionalità della donna.
Nel caso quindi ci fosse una gravidanza, salvo che non ci siano sospetti di paternità a favore di altri, che si potrebbero peraltro fugare con esami ematogenetici da fare di comune accordo stragiudizialmente presso un laboratorio di fiducia, a tuo figlio probabilmente converrebbe riconoscere il bambino come proprio, risparmiandosi i fastidi e le spese di una causa di accertamento della paternità