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Parità di tempi di permanenza dei figli presso i genitori: ma de che?

ci terrei ad avere una tua opinione sul disegno di legge in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia della bigenitorialità presentato a Pillon e se secondo te verra’ approvato.

Non parlo molto volentieri di progetti di legge. Una delle tante cose sbagliate che fanno i media e i blog che si occupano di informazione giuridica, come ho sottolineato in questo post, è di parlare di progetti di legge, specialmente se di iniziativa governativa, presentandoli come «novità normative», con la conseguenza che molta gente, poi, si presenta a studio per far valere norme giuridiche in realtà mai, poi, approvate. Si alimentano speranza, illusioni, si generano falsi affidamenti… una cosa per me molto brutta.

La qualità dell’informazione giuridica in Italia è infima e io non ho nessuna intenzione di accodarmi con questo blog a questo livello, ma cerco sempre, anche se a volte mi scappa qualche parolaccia, di tenerlo in modo che sia utile, preciso, serio, affidabile e originale.

Sulla premessa, dunque, che, almeno al momento, stiamo letteralmente parlando del nulla, perché non c’è nessuna novità legislativa, ma solo una iniziativa di cui si sta discutendo, si possono fare le seguenti osservazioni.

Intanto, non sono purtroppo in grado di sapere se un progetto di legge verrà approvato. E credo che non lo possa sapere davvero nessuno, dal momento che dipende tra l’altro dalla continuazione di un governo che, come sempre in Italia, può cadere da un giorno all’altro in occasione di particolari snodi politici.

Detto questo, c’è da dire che questo progetto si colloca nel solco delle linee programmatiche indicate nel celebre «contratto di governo», dal momento che anche in quel documento di parla di parità di tempi di permanenza presso ciascuno dei genitori e mantenimento diretto. Ciò dovrebbe rendere più probabile l’approvazione del progetto, anche se non si sa mai, ci sono mille cose che possono intervenire.

Concludo aggiungendo che la parità di tempi di permanenza è sicuramente un bel concetto, e anche giusto, ma poi la sua realizzazione concreta si scontra con la situazione lavorativa ed occupazionale dei genitori.

Se la mamma non lavora, ad esempio, mentre il padre sì, che senso avrebbe far stare i figli 3 o 4 giorni alla settimana con la baby sitter del padre, mentre costui è al lavoro, quando potrebbero stare con la madre che è invece a casa? O anche viceversa, se vuoi. Ma è difficile trovare famiglie di separati in cui i genitori sono lavorativamente impegnati sempre per lo stesso numero di ore.

In conclusione, a me sembra che sia anche un po’ l’ennesima operazione di «marketing politico»: si buttano dei bei concetti in pasto al popolo, si raggranellano consensi e voti, poi saranno cazzi, come al solito, degli operatori, ad applicare le norme così giulivamente approvate.

E vedrai che purtroppo non mi sbaglio neanche stavolta.

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Mantenimento figli dallo Stato: l’avete visto?

Fake news

Il 7 gennaio 2016 ti scrivevo, in questo post che ti invito a rileggere attentamente, che la nuova legge sul matenimento dei figli pagato dallo Stato in caso di genitore inadempiente era pura fuffa.

Oggi, dopo un anno e mezzo, si conferma che purtroppo anche questa volta ho avuto completamente ragione e ci avevo visto giusto sin dall’inizio.

Quello che va sottolineato non è però tanto questo, ma il fatto che allora fui l’unico a scrivere come stavano davvero le cose.

E non capisco come l’informazione giuridica nel nostro Paese possa versare in una situazione così tragica.

Qui fanno cilecca innanzituto le testate generaliste come Repubblica e Corriere, dove comunque dovrebbero avere i mezzi per assoldare redattori in grado di «leggere» adeguatamente le riforme normative e dare una informazione corretta ai loro lettori, ma dove ciò purtroppo non avviene.

Fanno poi cilecca anche i blog giuridici – tutti tranne questo, e questa è la cosa che fa più piangere, perché la rivoluzione dei blog ha senso solo se, tramite il blogging, la gente può avere accesso ad informazioni che nel giornalismo tradizionale non poteva riuscire a trovare, informazioni preziose, vere, importanti – strumenti che ti mettono in grado di capire davvero la realtà, non farti fregare, non subire fregature, false illusioni, assurdità.

Anche oggi, a distanza di tempo da quella falsa riforma, nessuno dice nulla, tutti fanno finta di niente.

Solo questo blog torna a parlare di questa vicenda, non solo per confermare che la riforma non è mai partita, come anche un bambino avrebbe potuto capire allora, ma per denunciare di nuovo la scarsa qualità dell’informazione giuridica in Italia.

Capisci in che situazione ci troviamo?

Il governo, sia esso presieduto da Renzi, come allora, da Gentiloni, come oggi, o chissà da chi un domani, vara leggi che sono vere e proprie prese in giro.

Tutti i giornali, tutti i blog ne parlano come se fossero cose serie – provate ad aprire i link che ho messo nel post precedente, provate a fare una ricerca su google a riguardo.

L’unico che di fronte a queste stronzate spacciate per cose serie ha la capacità di dire che il re è nudo sono sempre solo io.

Ma questo non va bene perché questo è un blog solo e, per quanta diffusione e seguito possa avere, non sarà mai abbastanza per evitare che la maggior parte della gente riceva cattiva informazione, vera e propria disinformazione, rimanga cullata in una ignoranza dalla quale può ricevere solo danni.

Al di là del caso specifico di questa riforma ridicola, sono in gioco cose più grandi, che attengono alla stessa utilità della rete internet come strumento di conoscenza e di crescita.

Ogni grande mezzo tecnologico – radio, televisione, telefono – quando è stato introdotto avrebbe potuto comportare progressi notevoli, ma in realtà è stato spesso piegato ad esigenze politiche: per rendersene conto basta guardare un qualsiasi ignobile telegiornale italiano per vedere come i fatti davvero importanti siano relegati in secondo o terzo piano dopo le insulse e mortalmente noiose dichiarazioni dei politici di turno.

Ma così si finisce per innestare nella testa della gente idee e notizie prive di senso, con i bei risultati che sono sotto agli occhi di tutti.

Cerca di dare un senso a internet, ai blog, ai social network.

Segui e condividi la roba che vale davvero.

Le notizie del governo, di Corriere, di Repubblica, di molti blog giuridici sono le vere fake news.

Evviva noi.