Stasera secondo me Conte fa un terzo decreto, poi annuncia anche il nuovo iPad
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Stasera secondo me Conte fa un terzo decreto, poi annuncia anche il nuovo iPad
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Un tipico post per malati di informatica quale io e voi ci pregiamo di essere.
Molti utenti Apple si sono affezionati all’inserimento del punto (il segno di interpunzione, questo: “.”) con la doppia pressione della barra spazio su iPhone e iPad.
Trovandolo comodo, vorrebbero avere questa possibilità anche su Mac. Io stesso mi sono trovato molte volte a battere come un ebete due volte la barra spazio sul Mac, senza che succedesse nulla, tranne un … avanzamento di due spazi.
La cosa, comunque, si può fare, usando il più noto software di espansione di testo per Mac, cioè TextExpander, cui sono recentemente ritornato dopo un periodo di utilizzo di aText, per avere la sincronizzazione anche sulle mie periferiche mobili.
Per creare uno snippet che espanda un doppi spazio in un punto, bisogna creare un nuovo gruppo apposito. Il gruppo di default, quello in cui ognuno di noi mette inizialmente tutti i suoi snippet di espansione, infatti è configurato per espandere le abbreviazioni di TextExpander solo quando sono precedente da un carattere di spazio.
La cosa, ovviamente, non va bene nel nostro caso, perché vogliamo inserire il punto proprio subito dopo l’ultima parola della frase, senza spazi intermedi.
Per fare questo bisogna creare un nuovo gruppo, andando a configurare le proprietà del gruppo stesso. Nell’ultima tendina, denominata «Espandi se», occorre inserire «Ogni carattere precede abbreviazione». Questo significa che tutti gli snippet collocati qui dentro saranno espansi anche se digitati di seguito ad altre parole, senza spazi di interruzione.
Creato il gruppo, non rimane che fare lo snippet, mettendo come contenuto il punto seguito da uno spazio, considerato che dopo il punto si prosegue sempre con uno spazio, anche quando ovviamente non si va a capo. Mentre, nel campo dedicato alla definizione dell’abbreviazione, basta semplicemente battere due volte la barra spazio. Anche se il campo non mostrerà nulla, cosa che in fondo è logica perché lo spazio non ha alcun aspetto di default, l’abbreviazione sarà stata definita.
Tant’è vero che poi funziona, io l’ho usata per tutti i punti che ho inserito in questo articolo ????????????.
Se non ci avete capito niente, sappiate che è normale, questo post è solo per una ristrettissima cerchia di patiti di computer Apple… (questo mi fa venire in mente che potrei fare uno snippet anche per i tre puntini di sospensione).
##Somma che vorrei realizzare.
350€
##Contatti.
gli interessati possono contattarmi, anche solo per eventuali domande, tramite il solito modulo di contatto, oppure lasciarmi un commento qui sotto.
Un limite piuttosto sentito della piattaforma di facebook è l’inesistenza di un sistema per la ricerca dei vecchi post, sia i propri che quelli degli altri, amici o pubblici. Quante volte ci torna in mente una battuta, una considerazione, un brano che abbiamo scritto sulla nostra bacheca o letto in passato su quella di altri, e vorremmo recuperarlo, ma purtroppo non è ancora stato implementato un sistema di ricerca.
Per riuscire ugualmente a ricercare tra i vecchi post, almeno tra i propri, si possono usare applicazioni di terze parti sia su Mac che, incredibilmente, sullo stesso iPhone, che è ormai la periferica che si sua per la maggior parte della giornata lavorativa e non.
Su Mac, un software che archivia in locale i nostri contenuti publicati su vari social non solo facebook è digi.me. Funziona, ma è a pagamento, mi pare ci sia un canone annuo, ed è un’applicazione un po’ pesante in termini di download e aggiornamento dei contenuti.
Poi, come dicevo, oggigiorno si lavora per lo più con dispositivi mobili, per cui la soluzione che alla fine ha «attecchito», almeno nel mio caso, è stata quella di un’app per iOS. Si tratta di Search for posts App, un’applicazione dal nome e dalla grafica orribili, senza recensioni sullo store, ma che funziona incredibilmente bene.
Ho scaricato questa app pensando che fosse una mezza fregatura, impressione che non è scomparsa dopo i primi minuti di utilizzo. Infatti, al primo avvio avviene la creazione di un indice locale dei contenuti di facebook, indice che poi viene aggiornato ogni volta che l’app viene avviata.
Avendo impiegato pochissimo tempo a costruire questo indice, ho subito pensato che si trattasse di una delle tante applicazioni idiote di cui è disseminato lo store, ma mi sono dovuto ricredere quando ho fatto le prime ricerche.
Da allora, Search For Posts mi ha sempre trovato tutto quello che cercavo.
L’applicazione è gratuita, ma sino a che non viene sbloccata con un acquisto in app di pochi euro mostra solo un limitato numero di risultati di ricerca. Ovviamente, quando ho visto che funzionava, ho fatto lo sblocco e ne sono soddisfatto.
Una cosa importante da dire è che Search for Posts non salva in locale i contenuti di facebook, ma li indicizza solamente: con l’indice, mostra all’utente i risultati della ricerca, che poi, per vedersi completamente, dovranno essere visualizzati sul server di facebook, nella loro collocazione «originale»; in questo, credo sia diverso da digi.me che invece può essere utilizzato anche a scopo di backup.
Se anche voi avete l’esigenza di cercare nei vecchi post di facebook, provate questa app nella versione base, che è gratuita, dopodiché magari la sbloccate se vedete che vi è utile… Fatemi sapere la vostra esperienza nei commenti.
Scrivo qualche riga, dopo i primi giorni di uso del kobo aura HD, sulla differenza tra uso di un e reader a inchiostro elettronico e quello di un iPad, o altro tablet, per leggere.
La realtà di fondo è che l’ereader ha troppo poco, mentre il tablet ha troppo, anche se ognuno presenta vantaggi specifici.
Con l’ereader ti concentri molto di più, ma ti manca un browser disponibile per fare una ricerca relativa ad un termine, un concetto o un fatto che trovi nel libro, mancano molte funzioni di condivisione che invece hai sul tablet, ad esempio non puoi nemmeno copiare una porzione di testo (veramente assurdo). Ti stanchi un po’ meno la vista (tutta questa differenza, sinceramente, non l’ho notata per dire di più), ma soprattutto il vero vantaggio è che puoi leggere anche sotto al sole, cosa che, nel mio caso, ha determinato l’acquisto, considerato che amo stare almeno un paio d’ore sotto al sole tutti i giorni.
Il kobo, a differenza di altri lettori, consente anche di leggere gli articoli che ti sei «salvato per dopo» con Pocket e mi sono ritrovato spessissimo ad usare questa funzione, anche perché le finestre temporali che hai a disposizione per leggere a volte sono piccole, quindi ripieghi su articoli e cose più brevi del genere, rispetto ad un vero e proprio libro. Da questo punto di vista, è abbastanza godibile.
Riassumendo, i vantaggi dell’ereader dedicato sono: maggior concentrazione e possibilità di utilizzo anche sotto al sole. Non metto anche il minor impatto sugli occhi, perché la mia esperienza non ha visto una differenza così importante.
Per contro, i vantaggi del tablet sono una molta maggior disponibilità di funzioni, anche di condivisione. Con Marvin, il mio programma di elezione per leggere gli ebook su iPad, posso copiare parti di testo, inviare per email il libro a mia moglie, condividere su svariati social network parti di testo, evidenziare, farmi delle note, copia e incollare parti del testo dentro al programma, truck notes, che sto usando per scrivere il mio libro «La strada del ritorno», insomma fare veramente pressoché tutto quello che voglio.
Il grande difetto del tablet come strumento di lettura è che, proprio perché molto più ricco di funzioni, è molto più distraente rispetto all’ereader. Spesso mi ritrovo, in occasione magari di qualche passaggio un po’ noioso di un libro, a fare una pausa per aprire facebook, che come noto è un buco nero di attenzione che, con le notifiche, ti porta a saltare di palo in frasca, rompendo l’atmosfera. Oppure a consultare i miei feed rss o altre cose. Insomma, una volta che hai in mano uno strumento che, oltre al libro, ha tante altre cose dentro di sé, è davvero difficile resistere dal girovagare tra una funzione e l’altra, finendo, alla fine, per perdersi e non concludere niente.
L’altro difetto è che purtroppo sotto al sole o comunque in condizioni di abbondante luminosità non si riesce a leggere.
Attualmente, entrambe le periferiche sono piuttosto deludenti per i lettori veri. Ci vorrebbe una convergenza, con e reader con qualche funzione e apertura in più e tablet con schermi pensati maggiormente per la lettura in tutte le condizioni, ma onestamente la vedo un po’ grigia.
Personalmente, sono arrivato a portarmi dietro sia l’ereader che l’iPhone o il tablet, usando l’ereader per leggere e l’iPhone per farmi gli appunti, approfondimenti, tutto quello che non riesco a fare col primo, raggiungendo un certo equilibrio, che però comunque non è completo perché leggendo con l’ereader spesso cozzo coi suoi limiti, anche se devo dire che il kobo è un prodotto simpatico.
And there I go with one of my year 2014′ proposals: start blogging in English as well. I guess I’ll keep blogging in Italian for those topics interesting for people living in Italy, mostly law ones, while use English for the matters which can be useful to everybody. Enjoy!
Most of you know that the app I would suggest everyone as ePub reader on iOS is Marvin 1 . It’s today an universal one and a really well crafted application, with plenty of space to improve. So, if you like me love reading ebooks on iDevices, trash the lame Apple’s iBooks, which lately got even worse, and get Marvin.
With Marvin, you can have custom command to perform on selected text passages of books. You define up to five custom command into settings, then if you select some text they pop up and you can choose them to perform action on the selected text.
You can use custom commands for many things such as search with google, open some app and query it (f.i.: search Terminology with the selected word)
Being a share junkie, I wrote a couple of them to send some text to some groups of mine into facebook, and I thought I would share them, maybe they can be useful to you as well.
Now, there are 2 ways to post to a facebook group via mail: using the group’s own mail address, if the admin created it. Or through an IFTTT receipt.
This is the string you have to insert into custom command menu if you want to use the group own email address:
mailto:yourgroupname@groups.facebook.com?body=%22{text}%22%0D%0A%0D%0A({author}%2C%20%22{title}%22).
That way you’ll be using the mailto: custom URL and Marvin’s predefined variables to generate a message with both the book’s excerpt and its author and title.
But posting via mail to a facebook group is buggy and sometimes it does not work.
So you can use IFTTT instead. Build a receipt with tagged mail as a trigger and post to facebook group as action. Then use as custom menu command a line like that:
mailto:trigger@ifttt.com?body=%22{text}%22%0D%0A%0D%0A({author}%2C%20%22{title}%22)&subject=#tpaleo
What is the point in building such a sharing custom command if Marvin already provides sharing features? Of course, that way you can customize mail’s content and appearance, and that’s just the reason why I did it. Plus, it’s more handy to have it at the first pop-up level, so that you can tap straight away.
Have a nice reading!
While for PDF I’d suggest instead Readdle PDF Expert 5, together with Dropbox, but maybe we’ll talk about it into another post. ↩
quando arrivi a fine giornata con la batteria dell'#iPad al 4%, vuol dire che quel giorno hai davvero vissuto
È possibile farlo senza bisogno di rimuovere il DRM, procedura considerata da alcuni illegale (anche se io ho qualche dubbio, nel caso ovviamente in cui una persona lo faccia solo per uso personale e senza assolutamente diffondere ulteriormente la copia sprotetta): sul punto, per gli interessati, comunque c’è una discussione nella nostra Legalit.
Il procedimento da me descritto è stato utilizzato con successo per una copia di «Terra del fuoco» di Francisco Coloane, un ebook in formato epub acquistato un paio di giorni fa dalla Libreria Rizzoli on line.
Subito dopo l’acquisto, per il quale ho pagato con paypal, ho potuto scaricare dal negozio on line un file con estensione .acsm, che credo sia semplicemente un bookmark per poter scaricare il libro vero e proprio e non contenga niente di per sè. Il file ha dimensione 4k.
A questo punto, ho scaricato gratuitamente dal sito di Adobe la versione di Adobe Digital Editions per Mac. Una volta installato questo programma, il file con estensione .acsm è stato associato allo stesso, quindi facendoci doppio clic sopra è partito Adobe Digital Editions ed è iniziato lo scaricamento del libro vero e proprio. Prima di poterlo leggere, ho dovuto inserire il mio Adobe ID. Non mi ricordavo nemmeno di averlo, ma ne avevo già uno, probabilmente perchè mi ero registrato anni prima al sito, se voi non l’avete dovete fare questa registrazione, è gratuita. Dopodichè ho dovuto autorizzare il mio Mac. In questo modo, ho potuto accedere al libro tramite il Mac.
Siccome non esiste che io legga un libro davanti allo schermo di un computer, mi sono messo subito alla ricerca di un sistema per poter portare il libro sull’iPad. Grazie alla segnalazione del collega Mario Sabatino, sempre all’interno di Legalit, sono venuto a conoscenza dell’applicazione Blufire Reader per iPad, che è appunto quella che dovete installare anche voi, è gratuita. Dopo averla aperta dovete autenticarvi nuovamente con il vostro Adobe ID e autorizzare l’iPad.
Per trasferire l’epub sull’iPad ho usato dropbox, che oramai è diventato il canale più usato di comunicazione e trasferimento di materiale tra macchine tradizionali e dispositivi mobili, almeno per me, seguendo una indicazione letta sulla guida di Blufire, che appunto indicava tale possibilità (oltre a quella di usare la funzione di file sharing di iTunes). Quindi sono andato a prendere il mio file epub (che si trova nella directory Documenti dell’utente, dentro ad una cartella che Adobe chiama «Digital Editions») e l’ho copiato nella root di dropbox. Quindi ho preso l’iPad, ho aperto dropbox e ho scaricato l’epub; terminato lo scaricamento, dropbox si è «lamentato» dell’impossibilità di leggere il file, ma premendo in alto a destra ho potuto dargli il comando di aprirlo con Blufire e voilà ho avuto accesso al libro, che si legge molto comodamente con l’iPad.
Purtroppo, non credo (almeno al momento non l’ho vista) che ci sia la possibilità di fare annotazioni sincronizzabili tra i diversi dispositivi, però il fatto che gli ebook si possano passare via dropbox è veramente un plus di Blufire, una funzionalità che sarebbe comodissima e che paradossalmente non ha nemmeno iBooks, che può andare a prendere files pdf allegati alla posta elettronica di Mail per iPad ma non è in grado di fare la stessa cosa per gli epub (e io preferisco di gran lunga il formato epub, che puoi annotare, sottolineare e così via, rispetto al formato pdf, per gli ebook).
È una ottima cosa che ci sia questa applicazione, Blufire, e mi sorprende che sui blog dedicati alle iDevices non se ne sia parlato maggiormente. Ora manca solo di aspettare che anche Apple si svegli, doti di maggiori funzionalità il suo iBooks e soprattutto riesca a riempire almeno un po’ lo store. Per il momento, sicuramente il primato continua a mantenerlo Amazon con il suo sistema Kindle, che funziona perfettamente sulle iDevices, molto meglio di iBooks, peccato che in Italiano ci sia poca roba.
Tutto questo sperando che tra poco il mio editore faccia finalmente uscire anche il mio libro in formato elettronico, con un sistema che non costringa i lettori a diventare scemi per poterselo leggere comodamente…