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Avvocati con regimi IVA diversi: che fare?

Se la parte vittoriosa non e’ titolare di partita iva, ha 2 avvocati con regimi iva diversi (1 forfettario,1 con p.iva) puo’ chiedere il rimborso totale dell’iva alla parte soccombente?
Purtroppo la liquidazione del giudice e’ stata inferiore a quanto da me effettivamente pagato di parcelle.
La parte di iva da me pagata ad uno dei difensori è comunque molto inferiore di quanto avrebbe dovuto pagare la parte soccombente se entrambi gli avvocati fossero stati con lo stesso regime iva.
La fatturazione dei 2 avvocati era 60% forfettario e 40% con p.iva , ho pagato il 30% in piu’ di parcelle, di quanto liquidato dal giudice.
Mi e’ stato proposto di divedere al 50%(metà) gli onorari liquidati dal giudice e solo su una metà di esse recuperare l’iva.

L’unico punto di riferimento a riguardo è la sentenza di condanna e, in particolare, il suo dispositivo nella parte che riguarda appunto le spese.

La condanna al rimborso delle spese che il giudice fa a sfavore di una parte ed a sfavore dell’altra non ha niente a che vedere con quello che tu hai pagato al tuo avvocato e coll’eventuale regime IVA dello stesso, ma viene determinata considerando, sostanzialmente, quello che è giusto che chi ha perso la causa rimborsi alla parte vittoriosa – che tale, peraltro, può essere stata, come accade molto frequentemente, solo in parte.

Occorre vedere cosa prevede al riguardo la sentenza, uno poi può avere anche cento avvocati ognuno con un regime IVA o fiscale diverso, ma l’unico riferimento rimane il capo della sentenza che dispone la condanna.

Il ragionamento per cui bisognerebbe guardare, a prescindere dall’importo, se i tuoi avvocati applicano l’IVA o meno non mi convince ed è comunque difficile da gestire, anche perché la cosa riguarda i rapporti interni tra di voi.

In ogni caso, la parte soccombente paga a te, poi sarai tu a pagare quanto dovuto ai tuoi avvocati, anche con l’eventuale aggiunta necessaria se quanto liquidato dal giudice non fosse sufficiente.

Il criterio che ti è stato proposto può essere un buon compromesso per risolvere pragmaticamente la situazione, al di là della difficoltà concettuale.

Se vuoi approfondire, valuta di acquistare una consulenza, anche se non credo che nel tuo caso possa valerne la pena.

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Se sul preventivo non è indicata l’IVA il fornitore può richiederla?

ho fatto verniciare da un carrozziere un vecchia auto d’epoca, mi espone un preventivo di circa 5000 euro che poi quando vado a ritirarla sono diventati 6000, va be pago e ritiro l’auto, nessuna ricevuta o fattura o perlomeno ho un biglietto scritto da lui che riceve i 5000, dopo circa otto mesi sull’auto compaiono delle bolle sulla vernice, gli telefono e lui viene a riprendere l’auto, dopo 6 mesi mi chiama e mi fa vedere le riparazioni, mi chiede ancora del denaro, io gli rispondo che il lavoro fatto non e stato eseguito a regola d’arte e quindi e giusto che lui ne risponda in pieno, ora ha riverniciato tutta l’auto ma per ritirarla adesso devo pagare l’iva perche adesso vuole fare fattura, ma il prezzo non doveva essere compreso d’iva ? Quindi avrei intenzione di denunciarlo

Il problema è che il preventivo, se ho capito bene, era orale, quindi non abbiamo nemmeno un documento di partenza.

A parte questo, quando si fanno i preventivi è bene essere chiari e specificare se la somma indicata è quella «finale» o se alla stessa dovranno essere aggiunti degli accessori previsti dalla legge.

Purtroppo, l’IVA è una somma la cui ripetibilità presso il cliente è prevista dalla legge, quindi direi che in caso di mancata indicazione nel preventivo comunque il fornitore, per quanto poco «corretto» e attento ai bisogno di informazione del cliente, abbia diritto di richiederla.

Suggerisco come sempre un approccio negoziale.

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Accessori di legge: che cosa sono?

Ad oggi, gli “accessori” sono l’IVA e il CNA (cassa nazionale avvocati).

L’IVA è una imposta, come tutti sanno, cioè soldi che noi professionisti incassiamo ma che dopo dobbiamo versare allo Stato. Il CNA è la cassa previdenziale degli avvocati, l’ente che gestisce la pensione dei legali. Anche questa è una specie di “tassa” che noi avvocati incassiamo e poi dobbiamo versare alla cassa.

E’ per questi motivi che i nostri preventivi indicano il costo separato dagli accessori, perchè il costo è la sola parte che rimane a noi, quella su cui noi basiamo la nostra “politica dei prezzi”, mentre rispetto alle altre voci facciamo solo i cassieri, o portatori d’acqua che dir si voglia, nei confronti di altri enti.

Per calcolare l’ammontare degli accessori a partire da una certa somma, si può utilizzare questo «widget». Inserisci la somma su cui calcolare gli accessori e fai clic su «submit»:

[wolframalphawidget id=”451faa63a8831b2c053ef7af9808a0ad”]

Il contributo CNA o CPA è il 4%, da calcolarsi sulla base imponibile e cioè nel nostro caso sui 100€. L’IVA, invece, per un meccanismo perverso tipico del nostro fisco italiano, ha come base imponibile il costo della prestazione più il 4% CNA. La misura dell’IVA è il 21% di questa base imponibile.

Sommando tutte le voci, ad esempio, 100€ diventano 125,84.

Naturalmente, anche volendo noi avvocati non potremmo non applicare queste voci, che sono obbligatorie per legge. Ci limitiamo ad esprimere sempre il “duplice totale” in tutti i preventivi che facciamo, così l’utente sa esattamente che cosa gli viene a costare la prestazione, specialmente se è un privato che non può “scaricarsi” l’IVA come invece avviene per le aziende.