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Un avvocato può aiutarmi a vendere un marchio?

ho un marchio che è stato regolarmente registrato, ma, dato che non lo uso, vorrei venderlo o cederlo. Però non ho la più pallida idea di come si possa fare per proporlo, . Siete in grado di aiutarmi con delle informazioni?

Non è un problema per il quale ti possa aiutare un avvocato.

Ti serve un mediatore, un promotore, un venditore, un soggetto che si occupi di valorizzare beni immateriali e di collocarli sul mercato.

Un avvocato si preoccupa solo degli aspetti legali, curando l’ottenimento del marchio e la tua tutela in caso di problemi che si presentino successivamente, ma non aiuto nelle operazioni prettamente commerciali relative allo stesso.

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Posso vendere 3 marchi che ho acquistato da una società in liquidazione?

Sono interessato a vendere 3 marchi che fanno rifeimento a miei progetti editoriali nell’ambito dell’arte contemporanea. Vi chiedo se è possibile vendere uno o più marchi indipendentemente dalla società. La società è in liquidazione, io ho acquistato a titolo personale i marchi stessi e Ie le rimanenze (libri e riviste) e sono quindi il proprietario degli stessi.

La prima cosa da fare sarebbe vedere come è avvenuto l’acquisto di questi beni immateriali da parte tua nei confronti della società e controllarne la validità.

Un secondo profilo che sarebbe poi bene considerare è il possibile sviluppo dello stato di liquidazione della società, perché se questo dovesse essere infausto e quindi intervenire la sottoposizione ad una procedura concorsuale, il trasferimento di questi beni potrebbe anche essere oggetto di richiesta di revoca tramite esperimento dell’apposita azione, specialmente se di un certo valore.

Insomma, sarebbe bene conoscere il caso più in dettaglio, se hai un certo interesse all’utilizzo di questi beni ti consiglio di acquistare una consulenza da un avvocato.

posso usare un marchio non registrato simile a quello di un’altra azienda?

Ho un azienda che usa due marchi (uno registrato da 12 anni e l altro non registrato e usato da 6 anni). Ho lavorato per tre anni con un’altra azienda piu nota del mio settore, ora il rapporto si e’ concluso e loro mi contestano il marchio non registrato perche’ simile al loro. Nel periodo di collaborazione gli e’ andato bene e non lo consideravano una concorrenza sleale. Possono fare questo?

Una qualsiasi indagine in materia di marchi deve necessariamente iniziare dall’analisi … dei marchi stessi, e quindi dalla loro conformazione, grafica o lessicale, e dalla comparazione tra i medesimi. Inoltre, va visto il valore e la forza di protezione del singolo marchio, per cui se parliamo in entrambi i casi di un marchio d’uso, quindi se entrambi i marchi non sono registrati, occorrerebbe paragonare il preuso e il periodo d’inizio dello stesso. Se, invece, parliamo di un marchio, da un lato, non registrato e di un altro marchio, dall’altro, registrato, occorre particolareggiare l’indagine, perchè comunque il marchio non registrato è tutelato anche nei confronti di quello registrato, sia pure solo nei limiti del preuso.

Quando si tratta di marchi, poi, spesso vengono in considerazione altre disposizioni previste nel nostro ordinamento, molto più elastiche, in materia di concorrenza sleale, che potrebbero, pur nella legittimità dell’uso in astratto del marchio, renderlo illegittimo per altri profili, per cui non si può prescindere dall’analisi del modo in cui il marchio viene usato e dalla situazione concreta, oltre che dal paragone in astratto tra i due tipi di marchio.

 

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Tutti i diritti sono riservati…

Sono un vostro “acerrimo” lettore di 14 anni che ha avuto il dubbio anche sull’utilizzo di particolari simboli per i diritti riservati. Ho costruito un sito Internet e alla fine della pagina ho messo la dicitura: “TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI ED I MARCHI SONO DEI LORO RISPETTIVI PROPRIETARI”. Questa frase l’ho letta su una schermata del famoso gioco di calcio Fifa 2000 e, visto che mi sembrava simpatica, l’ho inserita nel mio sito con tanto di simbolo “®”. Ho però sentito da un mio amico che questa cosa non si può fare e così ho tolto tutto, perchè poi si può essere perseguiti ai termini di legge da società che si occupano di diritti riservati ecc. Ho fatto bene a togliere quella scritta o posso tenerla? (Andrea, via mail)

Quello sollevato dal lettore è un po’ un falso problema. Non è importante, ovviamente, la dicitura che si mette in calce, o anche come link, in un determinato sito, ma i contenuti. Questi devono essere integrati da materiale che non è coperto da diritto d’autore a favore di terzi e che è quindi liberamente inseribile in un sito web. Ad esempio, un testo scritto direttamente dall’autore del sito è certamente di libero utilizzo. Il discorso, invece, sarebbe diverso se l’autore del sito inserisse copie di articoli di una rivista, che sono invece oggetto di copyright a favore dell’editore della stessa. Una volta tracciata questa chiara linea di distinzione, le varie diciture in calce o a margine servono a poco. Non si può mettere materiale coperto da copyright sia pure riconoscendone l’origine, salvo che il titolare del diritto non abbia espressamente concesso questo diritto, appunto magari, come avviene spesso, con l’obbligo di indicare la fonte originaria (allora si hanno le espressioni tipo “riprodotto per gentile concessione di…”) ma occorre sempre, appunto, un accordo scritto. Un ulteriore tipo di dicitura, che si trova spesso nei siti web, è quella per cui “Tutti i diritti sono riservati all’autore di questo sito, la riproduzione è vietata in qualsiasi forma” e simili, che dovrebbe servire in teoria a rendere oggetto di copyright il materiale contenuto in un certo sito ed impedire che lo stesso venga illegittimamente copiato da terzi. Anche questa, però, è superflua, perché per l’esistenza del copyright basta che l’opera (il testo scritto, cioè le pagine di cui si compone il sito) esista, con caratteristiche di originarietà e innovazione, senza dover aggiungere nessuna specificazione. In conclusione, si tratta quasi sempre di acqua fresca: non fa male, ma nemmeno serve a molto. Magari gli spazi che nei siti web vengono riservati per queste diciture, quello che anche gli Statunitensi chiamano “legalese”, possono essere utilizzati per specificare come si vuole che altri soggetti linkino il sito, ad esempio mettendo una certa dicitura, un determinato logo, insomma per gestire il “proprio” diritto di autore sulle pagine web.