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Mattarella: siamo fuori dalla democrazia.

È giusto quello che ha fatto il presidente Mattarella?

Nei giorni scorsi la casella postale del blog é stata letteralmente invasa da messaggi di gente incazzata, impaurita, indignata, dubbiosa per quello che aveva fatto Mattarella, gente che vorrebbe almeno sapere da me se il presidente ha agito in modo corretto o meno.

A volte, in casi come questi, mi sento davvero un po’ l’avvocato degli Italiani, come avrebbe voluto e forse potuto essere il collega Conte, famoso per 5 minuti come previsto da Andy Wahrol e ormai ritornato nel suo più piccolo mondo, anche perché dopo venti anni che comunico, scrivo e parlo con la gente tutti i giorni per cose giuridiche su questo blog molti in effetti fanno riferimento a me.

In realtà il diritto costituzionale é, soprattutto per quanto riguarda il funzionamento degli organi dello Stato, una materia molto al confine tra il diritto e la politica, per forza di cose.

Inoltre non so a cosa possa servire sapere cosa, secondo me, prevede il diritto e cosa ne penso io, ma visto che avete chiesto in così tanti voglio provare a spiegarvi, cercando di utilizzare il linguaggio più semplice possibile, come al solito, come stanno le cose secondo la «legge» e da giurista, oltre che fare qualche valutazione più politica.

Ma vediamo prima di tutto qual è davvero la questione, perché a mio giudizio la pressochè totalità di coloro che se ne sono occupati non l’hanno inquadrata bene nemmeno nei suoi termini di partenza, si sono concentrati sul dito senza vedere la luna.

La questione giuridica sottesa a quello che è accaduto non è se il presidente della Repubblica possa rifiutare la nomina di un ministro proposta dalla maggioranza parlamentare, ma, ancora di più, se possa, per questo o per altri motivi, di fronte ad una maggioranza parlamentare oggettivamente esistente, rifiutarsi di accoglierla e darvi corso per la formazione di un nuovo governo, nominando come presidente del consiglio una persona che non fa parte del Parlamento, non si è presentata agli elettori e che con alta probabilità non otterrà la fiducia del Parlamento, pur governando dopo il giuramento ad interim e per gli affari correnti.

Il punto è, come vedremo meglio in seguito, che se andrà avanti il governo Cottarelli e, come è molto probabile, non otterrà la fiducia, l’Italia sarà governata da un dicastero completamente scollegato dalla volontà popolare e tutto ciò per aver rifiutato la nomina di un ministro non per ragioni, ad esempio, di precedenti condanne penali, ma semplicemente per motivi di opinione, perché questo ministro aveva idee non considerate idonee.

Attenzione, sono certo che nessuno di voi crede alla favolina del «governo neutro»: un governo, una qualsiasi entità, non è mai neutra, per il solo fatto di esistere. Questo governo prenderà decisione, adotterà provvedimenti, farà decreti che non saranno affatto neutri ma basati su decisioni precise a favore di alcune cose e a sfavore di altre.

Come si vede, è una questione sia giuridica che politica e civica, che, a mio giudizio, non può che avere una risposta chiarissima ed univoca, nonostante tutto.

Ma procediamo con ordine.

La costituzione più bella del mondo?

Parliamo innanzitutto della costituzione e del diritto in generale.

Intanto, la costituzione italiana non è affatto la «costituzione più bella del mondo» come qualcuno ha un po’ troppo giulivamente voluto affermare.

É un testo, tutto al contrario, decisamente molto sopravvalutato, che contiene norme abbastanza ambigue, anche nella parte sui principi fondamentali, perché frutto di un compromesso tra forze politiche dalle visioni opposte.

Pensiamo solo alla definizione di «repubblica democratica fondata sul lavoro» che sembra più il manifesto fondante di una delle vecchie repubbliche socialiste dell’est europeo sotto influenza sovietica che una definizione adatta all’Italia reale, che non è mai stata socialista ed oggi si presenta, tutto al contrario, in avanzato stato di globalizzazione e, dunque, di capitalismo e consumismo piuttosto selvaggi, che hanno preso il posto della nostra tradizionale civiltà agricola e cattolica.

Un’altra cosa divertente della costituzione è che tutti si sbracciano a dire che l’Italia é uno stato laico, ma l’Italia non lo è affatto – su questo sfido chiunque a dimostrare il contrario – perché lo stato laico è quello che tratta tutte le confessioni religiose allo stesso modo, mentre la legge fondamentale italiana, la costituzione di cui stiamo parlando, tratta diversamente la confessione cattolica, da un lato, e tutte le altre, dall’altro.

Un’altra enorme lacuna della costituzione più bella del mondo riguarda i partiti, che erano la realtà politica più importante all’epoca in cui la carta venne compilata ma a cui è dedicato solo un breve cenno, per confermarne pleonasticamente la legittimità, ad eccezione di quello fascista – anche questa è una incongruenza dal momento che un partito per l’instaurazione della sharia (a proposito, leggete Soumission di Houellebecq), per lo stato feudale, per la ruralizzazione dell’Italia e chi più ne ha più ne metta sarebbero perfettamente legittimi, anche se magari politicamente deteriori rispetto a quello fascista (che peraltro, in qualche forma, esiste o è esistito in passato).

Questi sono solo alcuni esempi, tanto per far capire.

La prima cosa da fare per comprendere la costituzione é prenderla per quella che è, un testo di compromesso con gravi lacune.

É vero, grazie alla costituzione sono stati fatti tanti passi in avanti, specialmente tramite la mannaia della corte costituzionale, però onestamente bisogna smettere di idolatrarla come se fosse il «Libro» che contiene la soluzione a tutti i possibili problemi.

Come dico spesso, la mia unica costituzione é il Vangelo di Luca, un testo ben più alto e, dei due, oggigiorno sottovalutato, ma che parla, con termini eterni, del vero cuore dell’uomo, raccontando la vita di un grande Maestro, di cui riesce a trasmetterci valori e insegnamenti, come un testo compilato da una commissione di politici e burocrati non potrebbe mai fare.

Ma c’è di più.

La costituzione resta comunque un testo giuridico, un testo dunque di diritto, un ammasso di regole e norme con cui si vorrebbero risolvere problemi, ma che, come strumento, mi riferisco al «diritto» presenta dei gravi limiti, di cui ho parlato in un altro post, al quale rimando.

Uno di questi limiti del diritto é che chi lo scrive non può prevedere tutte le ipotesi che si verificheranno nella pratica, inoltre soggiace comunque ai limiti propri del linguaggio, di talché non esiste diritto che possa essere applicato senza un passaggio interpretativo o ricostruttivo.

L’ideale illuministico dei giudici bouche de la loi é appunto una utopia: il diritto non è una macchina o un sistema meccanico, le leggi scritte devono sempre essere interpretate correttamente e calate nel caso concreto cui devono essere applicate.

Chi può interpretare la legge?

Una cosa molto importante da capire, parlando seriamente, è che, se non hai compiuto importanti e lunghi studi di diritto, é molto difficile che tu possa leggere e interpretare adeguatamente un testo giuridico.

Molte parti del codice civile e della costituzione sono oscure per gli stessi avvocati.

Per poter “leggere” in modo corretto un articolo di un qualsiasi testo normativo occorre una preparazione di fondo vasta e sistematica che consenta di contestualizzare e riempire del significato corretto quello che si sta leggendo ed apprezzando.

Se tu, senza questa preparazione alle spalle, tenti di dare comunque una tua lettura, sei ad alto rischio di errore, come se io andassi su PubMed per cercare di capire adeguatamente uno studio medico senza quella preparazione sistematica di base che ha chi ha compiuto studi poliennali di medicina o biologia.

Per questo motivo, é in buona parte necessario fidarsi dei giuristi, che però non sempre sono in buona fede, quindi anche qui bisogna cercare di capire chi fornisce interpretazioni oneste e sensate da chi invece ne fornisce di comodo o interessate.

Cosa dicono, a riguardo, i costituzionalisti?

In realtà, l’ipotesi è nuova, per quello che ho cennato prima, perché qui, sulla scorta della mancata accettazione di un ministro, è stato abortito un governo dotato di maggioranza politica a favore di uno che ne era sfornito.

Sull’art. 92 – lo hai visto in questi giorni – ogni costituzionalista ha opinioni diverse, ma questo è normale perché si tratta sempre di una norma giuridica. Secondo alcuni, il presidente della Repubblica non ha poteri di intervento sui nomi indicati dal presidente del consiglio incaricato, secondo altri il presidente avrebbe più margine. Però nessuno di questi costituzionalisti ha mai visto una situazione come quella dei giorni scorsi.

Sul fatto specifico di Mattarella, si è pronunciato, in un video, un giurista, esperto di diritto pubblico ma anche di altre discipline, che personalmente stimo molto e di cui inserisco di seguito il contributo. Si tratta di Mauro Scardovelli.

https://www.youtube.com/watch?v=bx41RlNQ3

 

Ma cosa dice in realtà l’art. 92.

Su queste premesse, proviamo a leggere le disposizioni applicabili e la vicenda che ci interessa.

Secondo l’art. 92 della Costituzione, sulla formazione del ministero, «il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri».

Come si vede, è un testo piuttosto laconico, che va integrato mediante interpretazione.

Il presidente della Repubblica può, dunque, rifiutarsi di nominare un ministro indicato dal Presidente del Consiglio incaricato e ciò sino a far fallire il tentativo di formare un governo sorretto da una maggioranza parlamentare esistente, per poi conferire incarico ad un soggetto privo di qualsiasi legittimazione politica e cioè di una maggioranza parlamentare e quindi di collegamento con la volontà popolare?

Per me, assolutamente no.

L’eventuale Governo nominato dal Presidente della Repubblica, dovrà comunque infatti avere la fiducia delle due camere (art. 94 Costituzione), dal momento che è solo il Parlamento che è rappresentativo del popolo, in quanto ne contiene – almeno in teoria – i rappresentanti.

Il Governo deve avere la fiducia non del Presidente della Repubblica ma del Parlamento.

Parlamento che, seppur con una legge elettorale penosa è espressione della sovranità del popolo (art. 1 costituzione) espressa nel voto (art. 48 costituzione) attraverso i partiti (art. 49 costituzione).

Il presidente della Repubblica, in Italia, è eletto dal Parlamento in seduta comune, non dal popolo.

Coerentemente con questo, si dice giustamente che l’Italia non è una repubblica presidenziale, come è ad esempio la Francia, dove il presidente è eletto direttamente dal popolo, ma una repubblica parlamentare.

Il presidente della Repubblica in realtà ha davvero poco collegamento con il popolo, è più un fiduciario o mediatore dei partiti che lo hanno eletto.

Durando in carica sette anni, spesso è il fiduciario di partiti diversi da quelli con cui si trova ad operare, esattamente come è avvenuto in questo caso.

I «costituzionalisti di facebook» ricordano che anche altri presidenti, in passato, hanno rifiutato nomi di alcuni ministri, ma il caso di gestito da Mattarella é completamente diverso.

Nei casi citati, le osservazioni del capo dello Stato erano state, in tutte le ipotesi, accettate: la maggioranza politica aveva deciso cioè di cambiare il nome del ministro accogliendo le indicazioni del presidente.

Se, invece, la maggioranza politica, anche di fronte ai dubbi e alle osservazioni del presidente, insiste, il capo dello Stato a mio giudizio può solo prenderne atto e procedere alla nomina, non può certo far fallire un governo sorretto dalla maggioranza del Parlamento, tanto più per dare luogo ad un governo che non ha la maggioranza ed è di conseguenza completamente delegittimato ad assumere qualsiasi provvedimento perché scollegato dalla volontà popolare.

Funziona un po’ come con il potere di rinvio di una legge alle Camere. Il Presidente può rinviarla, ma se la maggioranza la riapprova così com’è, identica, dopo é comunque obbligato a promulgarla.

Il presidente della Repubblica non è eletto dal popolo, ma solo dal Parlamento in seduta comune, cioè dai rappresentanti del popolo. Il collegamento del presidente con la volontà popolare è molto più sfilacciato di quello, già labile, che c’è coi parlamentari. Molto spesso il presidente é più un garante o mediatore dei partiti piuttosto che dei cittadini.

Presidente di chi?

Per capire di chi ha fatto gli interessi, di fatto, Mattarella, basta pensare a chi lo ha eletto a suo tempo, cioè la maggioranza composta da PD e Forza Italia, e leggere i tweet infarciti di orgoglio e soddisfazione di noti esponenti del partito democratico.

In realtà c’è poco da essere soddisfatti.

Il contratto di governo giuridicamente era di certo una boiata, ma era altrettanto certamente valido come programma: era un programma di governo, concordato dalla maggioranza parlamentare.

Se questo programma fosse valido o meno, nella sostanza, non spettava valutarlo ad altri che agli elettori alla prossima tornata elettorale, era comunque il programma formato dai partiti più votati dal popolo.

Fuori dalla democrazia

L’impeachment non esiste nella costituzione italiana. Esiste la messa in stato di accusa prevista dall’art. 90 della costituzione, un istituto che in Italia non è mai stato applicato fino in fondo: in un caso è stato respinto in fase preliminare (lo avevano chiesto i 5 Stelle contro Napolitano), in altri due bloccato dalle precedenti dimissioni dei presidenti Leone e Cossiga.

Al momento, la gravità di quello che ha fatto Mattarella non si può ancora valutare compiutamente, perché bisogna vedere se il governo che sta formando otterrà o meno la fiducia delle Camere.

Se, come probabile, non la otterrà, ebbene io credo che quello che ha fatto il presidente sia piuttosto grave, perché ha messo a governare l’Italia un dicastero completamente delegittimato al posto di un governo che invece godeva di una maggioranza parlamentare, cosa che a mio modo di vedere non avrebbe in alcun modo potuto fare.

Il punto finale e fondamentale di tutto il discorso, anche se se ne sta parlando poco, è che il governo Cottarelli, anche senza fiducia, prenderà, sino a che non ci saranno nuove elezioni ed un eventuale nuovo governo, dei provvedimenti aventi valore vincolante per gli Italiani.

Farà norme giuridiche e atti amministrativi che saranno obbligatori per gli Italiani, ma questo senza alcun collegamento con la volontà popolare e il voto di marzo.

Qui siamo senza dubbio completamente fuori dalla democrazia, anche da quel minimo sindacale che abbiamo sempre avuto in Italia.

Anche gente come Monti, Letta, lo stesso Renzi sono stati tirati fuori dal cappello a cilindro della politica, e in realtà rappresentavano poco più che loro stessi, ma comunque era gente che godeva di una maggioranza parlamentare, nel senso che i loro governi sono stati sempre votati dalle camere, le camere avevano dato loro la fiducia.

Se, invece, avremo questo aborto di Governo, un governo letteralmente nato morto, uno zombie che tuttavia governerà, senza fiducia delle Camere, per me la messa in stato di accusa di Mattarella giuridicamente ci sta tutta, perché è stato compiuto un atto che il presidente non avrebbe potuto adottare.

Semplificando.

Si possono non stimare Salvini o Di Maio, ma sono persone che ci hanno messo la faccia, hanno presentato dei programmi, hanno fatto campagna elettorale e hanno preso milioni di voti.

Cottarelli, per contro, onestamente chi è? Lui insieme alla lista di ministri che stanno compilando insieme a Mattarella.

Sono burocrati, magari brave persone, magari faranno pure bene quello che faranno, ma rappresentano davvero solo loro stessi.

Per quale motivo dovremmo essere governati da questa gente?

Soprattutto, per quale motivo andare a votare, spendendo milioni di euro, se poi il governo voluto dagli elettori deve essere rigettato e sostituito da un circolo di burocrati che non gode della fiducia del Parlamento e non ha nessun collegamento con il popolo?

Magari è gente che può fare un buon lavoro, forse anche migliore di quello che avrebbero fatto i ministri del governo giallo verde, allora a questo punto riformiamo la costituzione, torniamo alla dittatura e almeno non spendiamo soldi per fare inutili elezioni.

Con i soldi risparmiati potremo magari corrompere gli amministratori delle società di rating 😉

Resta con noi.

Se non vuoi perderti altri post come questo, dove io e altri giuristi del mio staff ti raccontiamo come stanno davvero le cose dal punto di vista legislativo e giuridico, senza peli sulla lingua, con onestà e franchezza, iscriviti alla newsletter o al gruppo telegram.

Evviva noi.

 

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Tutto quel che bisogna fare è solo iniziare a dire no.

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Buongiorno e buon anno a tutti.

Oggi è un buon giorno per disintossicarsi – esattamente come lo sono tutti i giorni della vita.

Ma cosa vuol dire disintossicarsi?

Semplicemente, significa iniziare a dire «no» a tutta la merda che qualcuno ci vuole far mangiare, pensare, vivere, quindi entrare nel nostro stomaco, nella nostra testa o più in generale nella nostra vita.

Iniziate la dieta paleo.

Iscrivetevi al movimento 5 stelle.

Smettete di far decidere al Mulino bianco la vostra spesa e la vostra alimentazione. Mandate affanculo le autorità almeno finché sono costituite da un illegittimo sistema partitocratico che ha come unico scopo quello di rubare e arricchire raccontando demenziali menzogne a tutti.

Riprendete a leggere libri e rimettete al suo posto anche facebook.

Se avete un “amico” che posta solo stronzate, non siete obbligati a sorbirvelo, toglietelo: siete voi che vi costruite il vostro facebook, se seguite solo coglioni poi non vi potete lamentare.

Seguite i blog che vale la pena di seguire, tramite un aggregatore feed che ve li rende un flusso comodamente consultabile, e smettete di leggere Corriere, Repubblica e gli altri giornali che, pagati coi nostri soldi, fanno gli interessi di industriali privati come De Benedetti, Berlusconi, gli Agnelli o di altri soggetti meno identificabili.

Mandate affanculo la partita o il film in tv su Sky, vestitevi e andate su un prato con vostra moglie, marito o i vostri figli e restate lì anche a non fare un cazzo, con un filo d’erba in bocca, oppure giocate coi vostri figli, fatevi una passeggiata, conversate con i vostri cari dal vivo e non tramite facebook.

Buttate nel cesso tutte le ossessioni che il sistema ci martella addosso in continuazione: devi essere bello, magro, sempre lucido, sempre sul pezzo, intelligente, corretto, amante degli animali, buon genitore, non sessista, politicamente corretto nelle azioni e nel linguaggio, buon elettore, buono, caritatevole, devoto, fiducioso, rispettoso… Iniziate a essere voi stessi e a vivere con leggerezza, che è l’unica cosa veramente indispensabile per la nostra specie, e sarete ancora meglio di questo. Le volte che sbaglierete chiederete scusa e non sarà morto nessuno. E se per qualcuno le scuse non dovessero bastare lo dovrete mandare affanculo, senza passare dal via, perché noi non sano perfetti e solo un presuntuoso idiota può pretenderlo dagli altri e mai da se stesso.

Non vivete la vita di qualcun altro, come ha detto una persona straordinaria che, da quando è scomparsa, sentiamo tutti ancora di più dentro di noi. Iniziare ad usare la vostra testa, ricordatevi che siamo animali sociali e le relazioni sono importantissime per noi ma nel nostro paese c’è una persona valida su 50 o 100 in qualsiasi categoria: avvocati, commercialisti, funzionari pubblici, insegnanti, idraulici, elettricisti, personal trainer, assicuratori, poliziotti, scrittori, quel che vi pare. Imparate a capire quali sono le persone di cui vi potete fidare, che vi possono arricchire, quelle coltivatele per bene come la cosa rara che sono e mandate affanculo tutte le altre senza il minimo rimpianto.

Non date mai spiegazioni, che sono sempre inutili perché alle persone intelligenti non servono mentre gli idioti non le capiscono, ma preoccupatevi di capire qual è la vostra strada e di seguirla.

Imparare a dire «no», e a dire «basta»: che siano il vostro mantra per il 2014.

Oggi è un bel giorno per far morire il vostro vecchio modo di vivere, e per inghiottire finalmente la pillola rossa.

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buona festa del Sole a tutti!

Sole-e-mare

Voglio cogliere l’occasione delle feste di fine anno per ringraziare tutti voi che mi seguite oramai da anni sul blog, dimostrando di apprezzare un punto di vista diverso sulla realtà, non solo giuridica, e per farvi naturalmente gli auguri, per voi e le vostre famiglie.

Il periodo non è favoloso per il nostro Paese e il settore legale non fa eccezione, anzi per non pochi aspetti è messo molto peggio di altri comparti dell’economia e dell’amministrazione.

Gli ultimi governi, con pretesti demenziali e bugie davvero falsissisime, hanno aumentato in modo esorbitante il costo della giustizia, tagliando al contempo i servizi della stessa, compiendo operazioni che in un altro Stato avrebbero determinato forme di ribellione, come quella che ha privato ampie fasce della popolazione di un tribunale di riferimento, mentre da noi sono passate nella generale indifferenza, oppure la riforma, estremamente penalizzante, dell’equa riparazione, anche questa perpetrata con la scusa della sua «razionalizzazione».

Solo qualche avvocato ha protestato, ma purtroppo la gente quando vede un avvocato scendere in piazza pensa lo faccia per difendere qualche privilegio – che in realtà non esiste, è solo che i legali riescono a capire cosa si perde quando viene soppresso un tribunale, mentre la gente comune lo capisce solo nel momento in cui gli capita di aver bisogno di un giudice.

A quanto pare, la legge di stabilità approvata in via definitiva nei giorni scorsi, ha sostanzialmente eliminato la possibilità per molte persone di ricorrere al patrocinio a spese dello Stato, l’unico modo che aveva tanta gente di potersi permettere un avvocato, compromettendo così definitivamente un istituto che aveva già molti limiti nell’assetto precedente. Anche questa è una cosa profondamente vergognosa, il problema è che la società non capisce queste cose ancora una volta finché non gli capita una questione o una vertenza in cui è necessario rivolgersi ad un legale. La cosa più triste è che non lo capiscono, o più probabilmente non lo vogliono capire, nemmeno i media, che in un paese moderno dovrebbero svolgere la loro funzione fondamentale di avvertire la società almeno delle magagne più grandi tentate dai governi, mentre nella nostra repubblica, fatta alla rovescio, sono pagati dal governo.

Sapete che sono iscritto al movimento 5 stelle, del quale si può dire tutto quello che uno vuole, e sul quale si possono esprimere tante critiche, ma che non si può negare costituisca finalmente una opposizione vera e genuina in parlamento e fuori, una cosa di cui c’era assoluto bisogno nel nostro paese dopo decenni di inciuci architettati da forze politiche formalmente contrapposte ma sostanzialmente pronte sempre ad accordarsi per combinare qualche affare, come del resto comprova il fatto che siano al governo assieme.

Non so come sarà il 2014, dovremo temo aspettarci tanti altri cambiamenti e non tutti positivi, anzi. Però credo che si debba rimanere positivi, non tutto quello che porta la crisi è negativo, ci sono anche tante cose da recuperare. La rivoluzione digitale, una delle grandi ere della parabola umana dopo quella agricola ed industriale, è solo agli inizi, ma già ci ha fatto capire quanto sia importante ed arricchente restare in contatto e poter interagire, tramite le reti sociali e i blog, con le persone in grado di avere un significato per le nostre vite.

Vedremo cosa succederà, al momento limitiamoci a celebrare con soddisfazione la rinascita del Sole. Da un paio di giorni, le notti hanno iniziato ad essere meno lunghe e sempre più corte, abbiamo iniziato la risalita verso la bella stagione e verso la vita.

Vi lascio una manciata di link, con l’invito a darci un’occhiata, potrebbero esservi utili nel periodo che verrà.

  • Lo stile di vita paleo
  • La tribù della paleo
  • La tutela giudiziaria (consiglio UCA o DAS, mentre purtroppo non posso più consigliare Arag)
  • gli avvocati dal volto umano su facebook
  • e tutti gli altri gruppi da me gestiti, che sono una occasione fondamentale di interazione e contatto.
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5 stelle fammi posto!

Poco fa ho richiesto l’iscrizione al movimento 5 stelle. Non sono ancora un associato, dal momento che la mia iscrizione deve essere approvata dagli organi dirigenti, ma spero che la mia richiesta venga a perfezionarsi presto.

Comunque, ho preso la decisione di iscrivermi perchè non mi sembrava giusto che gli iscritti fossero i soli a godersi tutte quelle favolose critiche da parte del vecchio establishment e di chi ancora ragiona alla vecchia maniera. Non lo faccio con entusiasmo, un sentimento che mi interessa di rado, anzi lo faccio con la precisa consapevolezza che ci sarà sicuramente anche un giorno in cui me ne pentirò, ma credo che il 5 stelle rappresenti, ad oggi, l’unica cosa nuova e fresca che c’è nel panorama politico e sociale italiano.

Alcune idee del programma sono forse vagamente utopiche, ma sono idee talmente belle e affascinanti che potrebbero portare a realizzare qualcosa di bello a livello concreto, come tante idee del passato che se non sono state portate fino in fondo hanno comunque consentito di fare qualcosa di magnifico. Poi devo dire che davvero non può non esserci qualcosa di buono in un movimento che espelle un proprio membro perchè va troppo in televisione! Questa è una cosa che ho trovato concettualmente rivoluzionaria…

Alcune critiche a Beppe Grillo e agli esponenti del movimento hanno sicuramente un fondo di verità, ma niente e nessuno è perfetto e bisogna appoggiare ciò che, al momento presente, riteniamo possa essere utile per cambiare, per migliorare, almeno sino a che la speranza è legittimamente nutrita.

Era da anni, da decenni, che non si sentiva parlare un linguaggio chiaro, pulito, in Parlamento. Forse i parlamentari a 5 stelle chiedono cose impossibili, difficili da realizzare, ma sentirli intervenire, ribadire con la massima sincerità e trasparenza quel che è giusto, quelli che sono i veri valori – e non quelli di plastica della vecchia politica – è già un risultato, in un ambiente stantio e ammalorato come quello italiano.

Penso che non ci siano dubbi sul fatto che il nuovo governo Letta sia qualcosa di assolutamente ributtante, dove due dei principali partiti del paese hanno dimostrato che le idee per loro non valgono assolutamente niente, mentre l’unica cosa cui sono interessati è continuare a fare i loro affari poco puliti, chiaramente con la solita giustificazione per cui bisognava «dare un governo al paese» (senza dire, tuttavia, che ogni governo è differente e non ne basta uno qualsiasi, altrimenti non sarebbe nemmeno necessario indire delle elezioni).

Attenzione inoltre che questo governo non è solo vergognoso, ma è anche molto più pericoloso di quelli che lo hanno preceduto, perchè gode di una maggioranza parlamentare particolarmente ampia, viene dopo aver rotto il ghiaccio che era rimasto con i governi «tecnici» (che in realtà dietro la facciata tecnica nascondevano lo stesso accordo politico) e si basa su un coagulante molto potente per gli uomini di affari che è la convenienza reciproca.

Questo governo assolutamente improponibile, e inviso alla maggior parte degli Italiani che si sono già pentiti di aver votato PD o PDL, dispone di numeri per approvare, e in poco tempo, leggi molto importanti e financo riforme costituzionali, che un presidente della repubblica preso al mercato dell’ «usato garantito» non avrà alcuna difficoltà a firmare. In questo contesto, paradossalmente, l’azione di opposizione vera, dopo tanto tempo, del movimento 5 stelle, sarà per certi versi un sostegno per il governo Letta e i suoi ministri, perchè li terrà compatti e decisi a godersi gli ultimi anni di occupazione del potere. Non per questo, tuttavia, bisognerà rinunciare a farla, anzi bisogna cercare di incrementarla sempre di più.

Resta il fatto che chi è giovane, ha coraggio di cambiare e pochi parenti in Italia a mio giudizio dovrebbe assolutamente emigrare. Questo è un paese completamente alla deriva, noi non la vediamo un po’ perchè l’hanno nascosta abilmente un po’ perchè non la vogliamo vedere. Bisognerebbe avere le palle di vendere tutto, prima che i prezzi crollino ancora di più (cosa che credo succederà tra non molto), e andarsene all’estero. Io ci ho pensato tante volte, soprattutto come regalo da fare ai miei figli, ma poi al momento di decidere mi manca proprio il coraggio di fare un passo così grande. Cerco allora di contenere un po’ i danni, fare qualcosina nel mio piccolo per una società che sta andando completamente alla deriva, ma dove ho in fondo scelto di vivere e dove forse un domani vivranno anche i miei figli.