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Soldi sotto il materasso: come posso fare per metterceli?

io in posta ho una somma di denaro abbastanza considerevole, non fidandomi più ne delle banche e neanche della posta,volevo ritirare il mio denaro in contanti. Sono andato in posta e il direttore mi ha detto che non possono darmelo in contanti solo con assegno, volevo sapere per cortesia se è legale quello che mi ha detto il direttore? Per avere i miei soldi e metterli sotto il materasso come devo fare?

Il codice civile direbbe, in linea di principio, che «i debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale» (art. 1277).

Questo significa che il creditore ha sempre diritto di chiedere che il pagamento avvenga in contanti, rifiutando qualsiasi altra forma di pagamento, come il bonifico bancario, l’assegno, paypal e quant’altro. Viene fatta solo salva l’ipotesi, dai giudici, che il mezzo di pagamento diverso dal contante che si vuol utilizzare sia un mezzo usuale tra le parti, come avviene ad esempio tra due imprese che regolano da sempre i rapporti reciproci tramite bonifico, nel qual caso il rifiuto del mezzo consueto da parte del creditore e la sua pretesa del contante viene generalmente ritenuto violatore del principio di buona fede, previsto dal codice civile.

Purtroppo, su questo chiaro, semplice e, in fondo, corretto sistema codicistico intervengono le disposizioni di natura od origine fiscale, che vietano i pagamenti in contanti nei casi in cui le somme superino un determinato importo. Non è purtroppo il solo caso in cui istituti e regole propri del diritto civile vengono distorti per ragioni tributarie, tanto che sicuramente si potrebbe parlare di fiscalizzazione del diritto e della pratica civile, un discorso molto ampio che qui mi limito solo ad accennare.

Ora non ti so dare il corretto riferimento normativo, cosa per la quale occorrerebbe una apposita ricerca, che non ho né il tempo né la voglia di fare, anche perché le disposizioni fiscali, a differenza di quelle civilistiche, sono una vera e propria congerie di testi sparsi qua e là, ma si tratta, in fondo, di una mera curiosità a questo punto.

Volendo andare a fondo nella questione potresti chiedere con una diffida tramite pec il pagamento in contanti, a quel punto per denegartelo sarebbero tenuti ad indicare i riferimenti normativi e le basi legali, ma anche qui direi che si tratti per lo più di una perdita di tempo.

Per convertire i tuoi asset in banconote da mettere sotto al materasso, credo che l’unica sia accettare questo assegno dall’ente postale, poi tentare di prendere accordi per cambiarlo presso il tuo istituto di credito. Purtroppo, le poste hanno voluto fare le banche ma ci sono ancora alcune lacune…

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Posso rispondere con una mia lettera alla diffida di un legale che mi chiede le spese condominiali?

ho ricevuto una lettera raccomandata con A/R da parte di un legale, in forma di “avviso bonario”, per asserite morosità nei confronti del condominio dove risiedo, alla quale ho risposto via fax al mittente e, per conoscenza, anche all’amministratore senza rivolgermi, per il momento, ad un avvocato. In tale documento ho evidenziato analiticamente le relative controdeduzioni e, alla luce di ciò, ho chiesto di rideterminare la mia posizione. Entro quanto tempo il legale è tenuto a fornire una risposta? Vi è una fonte normativa di riferimento al riguardo? A margine: il bimestre corrente può essere oggetto di diffida senza preavviso da parte dell’amministratore?

Le obbligazioni pecuniarie che sono liquide ed esigibili non necessitano di costituzione in mora, perché si «costituiscono in mora» automaticamente al momento della scadenza, in virtù di un principio generale previsto dal codice civile per questo genere di obblighi.

A stretto diritto, il condominio non avrebbe avuto nemmeno l’onere di mandarti una diffida stragiudiziale, ma avrebbe potuto procedere giudizialmente con un ricorso per ingiunzione, che come noto è sempre anche provvisoriamente esecutivo, nei tuoi confronti per il solo fatto dell’avvenuta scadenza del termine per pagare.

Non c’è, ovviamente, un termine entro il quale il legale ti debba rispondere, anzi sia l’amministratore che il legale possono decidere di ignorare le tue osservazioni e procedere nel modo di cui sopra.

Peraltro, al di là del merito delle tue osservazioni, e quindi del loro fondamento o meno, bisogna vedere se le stesse riguardano materie oggetto di deliberazioni assembleari che magari, non essendo state impugnate nei termini di legge, sono comunque diventate definitive, per cui appunto, anche avendo ragione, non puoi più, per decadenza, fare valere questa ragione.

Secondo me ti conviene far vedere tutto ad un legale prima possibile.