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Consorzio strade vicinali: obbligazioni in solido?

sono il Presidente di un consorzio strada vicinale, sul consorzio da me presieduto e su altri 4 consorzi presenti nel mio comune, abbiamo tra gli utenti, 4 fratelli in comproprietà su diversi lotti di terreno. Per ragioni loro hanno sempre preteso che i contributi venissero divisi per. 4 in maniera che ognuno pagasse la sul quota. 2 fratelli pagano regolarmente le quote, gli altri 2 sono 5 anni che non pagano nulla, nonostante i continui solleciti anche per raccomandata.
La mia domanda è questa, possiamo chiedere ai 2 fratelli che pagano di rispondere in solido per il debito degli altri due?

La questione dovrebbe essere approfondita con un apposito studio sia della situazione di fatto, che non è stata descritta con sufficiente chiarezza, sia della normativa applicabile.

Volendo provare a fare comunque qualche osservazione «a braccio», si può dire che i contributi dovuti per il mantenimento del consorzio della strada probabilmente hanno natura reale, direi che siano oneri reali collegati alla proprietà del fondo «servito» della strada vicinale.

In caso di comproprietà del fondo, il contributo dovuto per quel fondo appartenente a più proprietari è probabilmente dovuto in solido tra tutti loro, mentre ovviamente la relazione di parentela all’interno del consorzio non può avere alcuna rilevanza da questo punto di vista.

Rammento, in generale, che la solidarietà tra condebitori è la regola, per il codice civile, cioè il regime «di default», mentre la parziarietà è l’eccezione – l’ipotesi più nota di obbligazioni parziarie passive è quella dei debiti ereditari, dove i creditori possono chiedere solo a ciascuno la sua parte.

A livello strategico potete comunque tentare una diffida, facendola rigorosamente redigere da un avvocato.

Se vuoi valutare una diffida con la nostra assistenza, puoi consultare questa pagina.

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Causa persa e convivente sparito: come fare?

ho acquistato nel 2006 con ora il mio ex convivente una cascina 135 mila euro ma nel 2008 abbiamo avuto ordinanze da parte del comune per lavori abusivi e dei vigili del fuoco in quanto era dotata di un serbatoio 1750 kg gpl e non avendo i parametri x l’installazione praticamente una bomba.quindi siamo rimasti senza caloriferi acqua calda e gas x cucinare. Abbiamo fatto causa sia ai venditori che alla banca x risoluzione del contratto, il notaio ed agenzia con i venditori e credo banca erano tutti consapevoli e d accordo. La casa non ha l’agibilità, ci hanno venduto una casa abusiva. Abbiamo perso la causa in quanto il giudice ha ritenuto che con 2 stufe a pellet risolvevamo tutto. Il nostro legale, d’accordo anch’egli non ci mandato la raccomandata x ricorso quindi scaduti i termini sto pagando da sola spese legali ai venditori + mutuo e dopodichè pagherò spese alla banca sono stata precettata sullo stipendio ma solo io perchè il mio ex è sparito.

Come potrei mai fare ad aiutarti, anche solo dandoti un vago consiglio, in una vicenda come questa, dove ci sono profili molto complessi – validità di un contratto di compravendita immobiliare, impugnabilità di una sentenza, decadenza dal diritto di impugnare per decorso dei termini, rapporti con un ex familiare – ma dove non ho visto nessun documento tra quelli fondamentali della vicenda?

È evidente che per poter dire che cosa si potrebbe fare a tua tutela avrei bisogno di vedere quantomeno la sentenza che definisce il giudizio di primo grado.

Astrattamente, comunque, le cose che ci potrebbero essere a tuo favore potrebbero essere una responsabilità del legale che ha lasciato decorrere inutilmente i termini per l’appello e un’eventuale azione di regresso nei confronti del tuo ex convivente, rispetto al quale tuttavia bisognerebbe capire meglio che cosa significa che è «sparito».

Per quanto riguarda il primo aspetto, bisogna capire in primo luogo come sono andate effettivamente le cose e che cosa risulta documentatamente del loro andamento. Fai anche attenzione al fatto che non in tutti i casi di decadenza dall’appello ci può essere responsabilità del legale, dal momento che spesso i giudici fanno anche un giudizio probabilistico e prognostico circa l’accoglimento dell’appello.

Per ciò che concerne, invece, il secondo aspetto, riguardante il tuo convivente, hai commissionato delle ricerche ad una agenzia investigativa per vedere dove vive di fatto attualmente? È stato dichiarato corresponsabile e tenuto in solido con te al pagamento delle spese legali? Pensi che, se fosse obbligato in solido e tu riuscissi a trovarlo, egli sarebbe solvibile?

Insomma, ci sono un sacco di aspetti da approfondire e da valutare. Gli antichi dicevano vigilantibus, non dormientibus, jura succurrunt, per indicare il fatto che ci sono sì leggi di tutela, ma bisogna pur sempre che uno si attivi concretamente per trattare i suoi problemi, altrimenti poi è inutile limitarsi a esporre lamentele…

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Se muore mio marito pago anche la sua metà di mutuo?

mio marito e’ deceduto il 22 /01 /2015 avevamo un mutuo della casa intestato ad entrambi, mentre la casa e’ intestata solo a me. Ora volevo sapere, avendo rinunviato all’ eredita’ sia io che i miei figli, la rata del mutuo la devo pagare intera o solo la meta’.

La devi pagare intera, ovviamente.

Il fatto è che in base al contratto di mutuo tu e tuo marito eravate obbligati in solido nei confronti della banca che lo erogato.

La natura solidale, del resto, è la regola nel caso in cui ci siano obbligazioni con pluralità di debitori come nel vostro caso. Essa serve a tutelare il creditore nel caso si verifichi appunto l’impossibilità di riscuotere il credito da uno dei debitori, e consiste proprio nel fatto di poter chiedere l’intera somma dovuta ad uno qualsiasi dei condebitori.

Se tu non pagassi la rata per intero, la banca potrebbe chiederti il pagamento e, in mancanza, agire nei tuoi confronti, tipicamente con un decreto ingiuntivo, che poi potrebbe dare luogo a diverse forme di pignoramento, compresa quella sull’immobile a te intestato.

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Se il mio ex marito non paga la sua parte di mutuo cosa posso fare?

SEPARAZIONE GIUDIZIALE CON ASSEGNAZIONE DI CASA E FIGLI A ME. IL GIUDICE NON STABILISCE NULLA PER IL PAGAMENTO DEL MUTUO. MATRIMONIO IN SEPARAZIONE DEI BENI CASA ACQUISTATA AL 50% E MUTUO AL 50%. EX CONIUGE CHE NON PAGA NULLA NE’ ALIMENTI NE’ SUO 50% DI MUTUO. LA BANCA RISPONDE OVVIAMENTE CHE NON GLI INTERESSA SIAMO OBBLIGATI IN SOLIDO E QUINDI RISPONDO ANCHE IO, PERTANTO SONO TREE VIVONO I MIEI FIGLI ANNI CHE PAGO IL MIO 50% OGNI MESE MA VA A COPRIRE IL SUO SCOPERTO, OGNI 4 RATA PRIMA DI FAR PASSARE LA PRATICA AL LEGALE PAGO LE SUE QUOTE SCOPERTE PER TUTELARE IL TETTO DOVE VIVONO I NOSTRI FIGLI MINORI. ECONOMICAMENTE NON POSSO PIU’ SOSTENERE TALI COSTI. ESISTE UN MODO PER POTER RICHIEDERE DI SUDDIVIDERE IL MUTUO IN MODO CHE OGNUNO SIA RESPONSABILE DELLA PROPRIA QUOTA 50%.

È giusto che il giudice non abbia detto nulla sul mutuo, perché nella causa di separazione non si regolano gli aspetti patrimoniali tra i coniugi ma solo la crisi familiare.

Inoltre, e soprattutto, non c’era niente da dire, perché è già previsto che il mutuo sia pagato a metà per uno dai coniugi comproprietario, quindi il giudice anche volendo non avrebbe potuto dare nessuna prescrizione per te migliorativa.

Tu adesso, pagando la quota di mutuo anche di tuo marito, hai già azione di regresso verso lo stesso per la parte da lui non pagata.

La banca, comprensibilmente, e anche fondatamente in diritto, chiede l’intera quota a quello dei due condebitori che appare ad essa più solvibile, ma quello dei due che ha pagato, cioè tu, può chiedere indietro, appunto in via di regresso, la quota all’altro.

Che cosa devi fare, dunque?

Devi andare da un avvocato che faccia una lettera di diffida al tuo ex coniuge chiedendogli il rimborso della metà delle rate da te sinora anticipata.

In caso di mancato pagamento, dovrai valutare insieme al tuo avvocato se vale la pena procedere giudizialmente nei suoi confronti, e per fare questo dovrai valutare in primo luogo l’esistenza in capo allo stesso di beni o utilità aggredibili con un pignoramento o altra forma di esecuzione.