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Aggiungere un cognome al proprio: si può fare?

mia moglie di recente ha scoperto che il suo padre biologico vive in Argentina,ma non è stata mai riconosciuta da lui.il suo padre adottivo ha dichiarato a suo tempo di essere il padre naturale.Non vorrebbe cambiare cognome,disconoscendo l’attuale padre a favore di quello biologico,per non perdere la sua identità.è possibile aggiungere il cognome del padre biologico a quello attuale,per sancire la sua origine?

Si può senz’altro tentare, la pratica si svolge presso la prefettura competente, come spiego meglio in questa scheda che ti invito a leggere con attenzione.

Questo procedimento è stato da me utilizzato, in un caso, proprio per l’aggiunta di un cognome a quello che un figlio aveva già.

Per dire di più, bisognerebbe però studiare più approfonditamente la questione. Soprattutto, considerate che un certo margine di discrezionalità in capo alla Prefettura rimane sempre, per cui pur partendo da basi legali buone non c’è in realtà la garanzia assoluta che l’aggiunta del cognome venga concessa.

Se credete, potete valutare di acquistare una consulenza per approfondire maggiormente.

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Mio padre non mi ha mai riconosciuto: cosa posso fare?

sono un ragazzo di 19 anni. Al momento della mia nascita non sono stato riconosciuto da mio padre e sono stato mantenuto esclusivamente da mia madre per tutta la mia vita. Volevo sapere, ho il diritto di chiedere a mio padre gli alimenti arretrati? Se si, cosa debbo fare per far si che ciò avvenga?

Il primo passo è verificare con cura la sussistenza dei presupposti per fare l’azione di riconoscimento della paternità, di cui all’art. 269 cod. civ., rubricato «Dichiarazione giudiziale di paternità e maternità».

Se ho ben capito, infatti, tuo padre al momento è «solo» il tuo padre biologico, mentre a livello giuridico e legale non esiste alcun accertamento e, pertanto, nessun rapporto di filiazione.

Per poter chiedere qualcosa al tuo padre biologico, il presupposto indispensabile è che venga accertato, anche legalmente, il rapporto di paternità.

Per questo tipo di azione sono previsti dei presupposti, in sostanza occorre trovarsi in una situazione in cui sarebbe ammesso il riconoscimento. Un esempio di caso in cui questa azione non sarebbe ammessa sarebbe quello in cui tu fossi stato adottato da un altro uomo, oppure risultassi figlio «legittimo» (diciamo così per praticità, anche se il termine non esiste più) di un altro uomo, perché ad esempio tua madre al momento del concepimento era sposata con costui – faccio esempi astratti perché se dici che ti ha mantenuto sempre tua madre non è questo il tuo caso. Nella prima di queste ipotesi non si potrebbe fare nulla, nella seconda bisognerebbe prima fare un’altra causa di contestazione della legittimità – anche qui dopo attenta verifica dei presupposti – e poi l’azione di riconoscimento in capo al «vero» padre.

Se ci fossero adeguate basi legali per l’azione di riconoscimento della paternità, si potrebbe, in quella sede, chiedere un risarcimento del danno, che secondo i giudici viene determinato in via equitativa (Corte d’appello di Lecce, sentenza 07-07-2016) e «indennitaria» in capo a colui che sarebbe poi, eventualmente, accertato essere il tuo vero padre.

Il punto è anche che il mantenimento dovuto per la tua sussistenza non è mai stato adeguatamente liquidato da un giudice prima di adesso, cioè quantificato nel suo preciso ammontare. Ulteriormente, è impossibile da liquidare, anche a posteriori, perché oltre al mantenimento ordinario ci sono anche tante spese straordinarie che, dopo quasi vent’anni, non si può pretendere di ricostruire minuziosamente – la sentenza sopra citata dice ad esempio che essendo «impossibile pervenire ad una esatta determinazione del dovuto atteso che non è pensabile che la madre conservi scontrini o ricevute di tutte le spese sostenute nell’interesse della figlia, anche in considerazione del lungo tempo trascorso tra la nascita di quest’ultima e l’introduzione del giudizio di primo grado (anni 32)» si è ritenuto preferibile e legittimo «fare riferimento al criterio equitativo».

Peraltro, se si parlasse di mantenimento vero e proprio, ci sarebbe anche un altro problema. È vero che il diritto al mantenimento è imprescrittibile, ma le singole rate si prescrivono dopo 5 anni, se non richieste. Per cui, se ragionassimo nell’ambito di questa logica, se tu ottenessi il riconoscimento giudiziale potresti richiedere il mantenimento solo andando indietro di 5 anni dalla sentenza che accerta la paternità, cosa che sarebbe abbastanza iniqua, in fondo.

Per fortuna, i giudici di solito ragionano abbastanza diversamente, inquadrando la cosa più come un risarcimento del danno che come un mantenimento arretrato.

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posso chiedere il mantenimento al vero padre dei figli riconosciuti da mio marito credendo fossero suoi?

Per 12 anni ho avuto una relazione extra coniugale con un uomo sposato da cui sono nati 2 figli una di 10 e l’altro di 4 anni che però sono stati riconosciuti da mio marito ovviamente credendo fossero figli suoi. Non ho mai ricevuto alcun aiuto economico dal vero padre dei 2 bambini e ora che sono in difficoltà economica alla mia richiesta di aiuto lui non ne vuole sapere. Tra noi è finita da qualche mese. Vorrei sapere cosa fare, come intraprendere un’azione legale e quali rischi corro oltre ha far scoprire a mio marito tutto.

Questi due bambini adesso hanno lo stato di figli «legittimi» (un termine destinato a finire prima o poi in disuso, in considerazione della nuova legge sullo stato dei figli entrata in vigore il 1° gennaio 2013) di tuo marito, quindi non esiste alcun titolo giuridico per cui tu possa chiederne il mantenimento al padre biologico. Per promuovere un’azione di dichiarazione giudiziale della paternità, devi prima togliere, e sempre che ce ne siano le condizioni, lo stato di figlio legittimo che questi due bambini hanno nei confronti di tuo marito, dal momento che un figlio può avere solo uno status e non può essere contemporaneamente figlio legittimo di una persona e naturale di un’altra.

È ovvio che si tratta di una decisione che non puoi affatto prendere considerando solo il vantaggio che ne deriverebbe dalla percezione di un mantenimento per i tuoi figli, mentre dovresti considerare l’effetto che una scoperta del genere ingenererebbe sia su tuo marito che sui tuoi figli, specialmente la femmina che è già piuttosto grande e ha sempre considerato tuo marito come il suo vero padre.

Quanto agli effetti che la cosa potrebbe avere sul tuo matrimonio, ovviamente tuo marito potrebbe chiederti la separazione con addebito perchè sicuramente fare due figli con un’altra persona e tenerlo nascosto al marito facendoglieli crescere come se fossero figli suoi, con tutto ciò che comporta affettivamente ed economicamente, concreta una gravissima e dimostrata violazione dei doveri derivanti dal matrimonio.