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10 cose sul decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo.

1) Il decreto é provvisoriamente esecutivo quando chi lo riceve ha un termine di 40 giorni per fare opposizione ma intanto deve pagare la somma portata del decreto altrimenti gli fanno un pignoramento.

2) Un decreto può essere ottenuto provvisoriamente esecutivo sia all’origine, al momento della sua emissione, sia in occasione della prima udienza del giudizio di opposizione.

3) Quando viene apposta la clausola di provvisoria esecutorietà, il debitore deve pagare, nonostante vi sia o vi possa essere opposizione, altrimenti rischia un pignoramento.

4) Una volta che la clausola é stata ottenuta, se ne può chiedere la sospensione, ma non anche la revoca: se prima della sospensione sono stati fatti atti esecutivi, gli stessi restano validi fino alla fine dell’opposizione – se ti hanno pignorato i soldi in banca, ad esempio, rischi di non poterli più usare per anni.

5) Se ricevi un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, di solito insieme allo stesso ricevi anche il precetto: da quel momento hai 10 giorni di tempo per pagare, salva la riduzione o elisione del termine del precetto stesso.

6) Appena ricevi un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo devi chiamare il tuo avvocato o comunque un avvocato: sospendi tutto quello che stavi facendo e dedicati al decreto finché non hai messo la materia in mano ad un avvocato.

7) Se hai un’azienda, la notifica del decreto ti arriva via PEC, quindi: non stare mai più di due o tre giorni senza controllare la PEC!

8) Per legge, le notifiche di atti giudiziari devono riportare una particolare dicitura nell’oggetto della mail: con questa stringa, puoi settare un alert per essere avvisato subito quando tra le PEC in arrivo c’è una notifica giudiziaria.

9) L’opposizione al decreto provvisoriamente esecutivo si fa con l’atto di opposizione più un ricorso a parte, per innestare un subprocedimento sull’inibitoria, cioè la richiesta di sospensione dell’efficacia esecutiva del decreto.

10) Se non fai il ricorso a parte, rischi che il creditore ti faccia un pignoramento prima della prima udienza del giudizio di opposizione!

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Donazione alla moglie: si può revocare?

Vorrei sapere se si potrebbe REVOCARE DONAZIONE IMMOBILIARE a favore della moglie convivente da sempre con relativa rinuncio all’usufrutto e anche rinuncia da parte dei figli fatta con atto notarile, fatta chiaramente per togliere disponibilità finanziaria da un truffatore. Fare questo dimostrando che il DONATORE e’ collegato sia alla moglie che a suo tempo ha firmato in Banca come GARANTE per fargli ottenere un prestito, e sia come AUTORIZZATO DAL FIGLIO AD AGIRE SUL SUO C/C in sua vece. Si può fare domanda di revoca anche se sono passati 5 anni, oppure si puòrivalersi su moglie intestataria dell’appartamento DONATO o sul figlio per la correlazione del C/C?

È una cosa che si deve studiare ed approfondire molto di più, anche perché non si capisce nemmeno bene cosa significhi «per togliere disponibilità finanziaria ad un truffatore»: occorre capire esattamente come sono andate le cose.

Può darsi che ci siano i presupposti, in un caso del genere sembra che qualche elemento che possa costituire un’adeguata base legale per un’azione di invalidità, annullamento, revocatoria, revoca possa esserci, ma va approfondito appunto molto di più.

Questo lavoro di approfondimento deve essere condotto esaminando innanzitutto la donazione ma tutte le altre circostanze del caso che potrebbero essere rilevanti, tra cui l’esistenza di questa garanzia prestata dalla donataria a favore di questa persona – che poi andrebbe in qualche modo tuttavia ricollegata al contesto.

Se vuoi approfondire, puoi acquistare una consulenza da noi o da un altro avvocato di tua fiducia. Ovviamente, dovrai fornirgli tutta la documentazione del caso.

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Non sono pochi 10.000 euro per la perdita della falange di un dito?

Nel 2008 ho avuto un incidente stradale in cui persi la prima falange del primo dito mano dx.
Dopo mille stravolgimenti,4 operazioni,protesi,visite e contro visite,sembra sia arrivato alla fine.
Il mio avvocato,di cui negli ultimi due anni non mi sono fidato al 100 %,mi ha detto che al massimo potremo chiedere 10mila euro.
A me sembrano davvero pochi,e vorrei in qualunque caso sollevarlo dal caso,e se necessario aspettare anche altri 10 anni,ma almeno facendomi risarcire per quello che, per lo meno è stato,il mio dolore,più che fisico(non indifferente),mentale e psicologico.
Fino a quando,ho la facoltà di cambiare avvocato?a sentenza effettuata si può ritrattare,magari facendo ricorso?

L’avvocato lo puoi «licenziare» in qualsiasi momento e anzi dovresti valutare di farlo nel momento in cui seriamente non è più meritevole della tua fiducia, ma è una valutazione che non puoi fare alla leggera o solo sulla base di vaghe impressioni, perché rischi di cagionarti più danno che utile.

Se ottieni una sentenza di primo grado che non ti soddisfa, non è assolutamente cambiando avvocato che puoi sperare di riformarla in appello, che è una fase di giudizio fortemente vincolata dall’andamento del primo grado, nonostante tutto.

Al di là, comunque, di questi che sono discorsi generici e servono a poco, nel tuo caso bisognerebbe vedere che cosa ha detto il medico legale sull’ammontare del tuo danno.

Anche a me, così a occhio, sembrano un po’ pochi 10.000 euro per un danno del genere, ma è assolutamente fondamentale vedere la relazione del tuo **medico legale**.

Inoltre, anche se tu non ne hai parlato, potrebbero esserci problemi di **concorso di responsabilità** che parimenti andrebbero ad incidere sulla quantificazione del danno risarcibile.

Ti consiglierei di ordinare semplicemente, al momento, una consulenza da un altro avvocato per fargli esaminare la situazione e vedere così, con precisione, se quanto hai fatto sinora è stato fatto bene e quali sono le tue speranze riguardo al danno da risarcire.