1) Per legge, oggi il divorzio si può chiedere dopo sei mesi dalla separazione, se consensuale, o dopo un anno, se giudiziale.
2) Prima della legge sul divorziobreve, il termine era di tre anni e, prima ancora, più lungo.
3) Il divorzio non può essere mai diretto in Italia, ma deve essere preceduto da separazione più un certo periodo di tempo.
4) Poche coppie divorziano immediatamente allo scadere del termine di sei mesi.
5) Questo avviene non perché queste coppie pensano ad una riconciliazione, ma perché non sono ancora pronte emotivamente per il taglio definitivo.
6) La riforma del divorzio breve é stata una riforma sbagliata, non corrispondente al sentire più comune delle persone a riguardo.
7) Se é comprensibile che quasi nessuno chieda subito il divorzio appena possibile, é bene tuttavia non andare troppo avanti.
8) Ci potrebbero essere infatti diversi problemi: con la separazione sei ancora sposato ad una persona con la quale non condividi più nulla.
9) Il problema più grosso può essere successorio: se muori, eredita il tuo ex coniuge e non magari la persona con la quale vivi adesso.
10) Il mio consiglio é di non aspettare più di due, massimo tre anni, per fare il divorzio.
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siamo una coppia sposata dal 2009 e nel 2011 io moglie ho chiesto la separazione e ce stata una causa…poi ci siamo ricongiunti e io ho chiesto all avvocato di mandare la domanda di riconciliazione al comune dove ci siamo sposati…adesso il problema è che per concludere la pratica di riconciliazione il comune ci ha detto che dobbiamo presentarci insieme ma lui dopo tre anni di carcere fatti in italia ha avuto l espulsione ed è stato portato al suo paese in marocco…come possiamo fare x concludere la pratica? Ci hanno detto che magari possiamo presentarci al consolato…quindi lui potrebbe andare li all ufficio consolare e io qui al comune? Viste anche le situazioni del virus che non ci permettono di viaggiare x avvicinarci…vorrei il suo aiuto….grazie
La vostra è una bellissima fiaba moderna, una specie di riscrittura in chiave contemporanea dei Promessi sposi, dove l’ostacolo non è più un cattivo signore, ma le crisi personali, la burocrazia e il detestabile diritto penale.
Comunque, la pratica di riconciliazione, che approfondisco anche nel mio libro «Come dirsi addio nel modo migliore», è una cosa che si fa presso l’ufficio di stato civile con una semplice dichiarazione dei coniugi che, normalmente, devono essere presenti di persona.
Per ovviare all’impossibilità per tuo marito di poter presenziare stante il provvedimento di espulsione (cosa che a mio giudizio assorbe anche il tema coronavirus…), forse si potrebbe provare con una procura rilasciata davanti alle Autorità consolari italiane in Marocco.
Magari potrebbero esserci anche altri sistemi, ma è una cosa su cui lavorare con l’ufficio di stato civile che deve raccogliere la dichiarazione.
Se ci tieni davvero a completare questa pratica, ti consiglio di incaricare prima possibile un avvocato che possa trattare la situazione e, dialogando con l’ufficio di stato civile competente, trovare una formula e un metodo che vadano bene e siano accettati dai funzionari addetti.
Se vuoi un preventivo dal mio studio per questo tipo di lavoro, puoi chiederlo, ovviamente è gratuito, compilando il modulo apposito nel menu principale del blog.
Parla di due coniugi in crisi che, per iniziativa di lei, prendono un aereo per andare a farsi una settimana intensiva di terapia di coppia.
Dopo essersi sistemati in loco, tutte le mattine si alzano e, anziché andare al lavoro, vanno dal loro terapeuta per vedere se riescono a riparare e sistemare il loro traballante matrimonio.
Ebbene, ho allestito un servizio del genere qui a Vignola (Mo), una terapia intensiva di una settimana per coppie in crisi che vogliono tentare di sistemare il loro rapporto.
Il pacchetto si chiama FixFam.
E sono pieno di entusiasmo e felice come un bambino.
Perché?
Sono vent’anni che vedo persone sfasciare le proprie famiglie, per motivi non di rado futili.
Quello che ho sempre potuto fare è solo aiutarle in questo percorso, in modo che la separazione prima, e il divorzio poi, fossero meno traumatici possibile.
Ma mi rimaneva sempre un fondo di insoddisfazione, un senso di impotenza, una tristezza per l’esito finale.
Non so voi, ma io penso che non si butti nel cesso un matrimonio, un rapporto importante, dove magari ci sono anche dei figli, senza aver tentato seriamente di sistemare le cose.
Per questo ho deciso di passare alla pratica giuridica positiva: perché intervenire solo quando le situazioni sono già degenerate, quando si può prevenire, evitare o magari anche persino ricostruire?
Inoltre credo molto nelle soluzioni, per questo tipo di problemi, di tipo intensivo, negli interventi «di attacco».
Credo cioè che nelle crisi familiari, nei rapporti di coppia problematici siano indispensabili interventi forti, per smussare grandemente o risolvere problemi stratificatisi per anni, vecchie ferite, situazioni dolorose risalenti e profonde.
Se due partner hanno dei problemi, insomma, non hanno così tante speranze di risolverli con, ad esempio, una seduta di mediazione o terapia al mese, mentre continuano a fare le stesse, identiche vite di prima, dove ormai non comunicano, spesso si offendono e si feriscono, senza nemmeno più accorgersene.
È assurdo.
Io voglio, invece, che queste persone rimettano la loro coppia al centro di tutto, anche se fosse solo per un ultimo, estremo tentativo.
Voglio che sospendano le loro vite ormai malate, si prendano le ferie, si spostino, venendo qui, facendo un viaggio, soggiornino qui per tutto il tempo necessario, e durante il giorno, tutto il giorno, si occupino solo del loro matrimonio, della loro famiglia, di loro stessi.
Questo è un gesto fondamentale da fare, se il rapporto è importante. Un gesto che può dare loro davvero tante speranze in più: dedicarsi a loro stessi e alla coppia per una settimana.
Può anche darsi che non si riesca a ricostruire, ma almeno così, con un impegno così serio e importante, non si avrà più nessun rimpianto se si dovesse poi prendere atto dell’insanabilità della rottura.
Ovviamente non ci sarò solo io, ci sarà Gianluca Ruggeri, mediatore familiare con cui lavoro da anni. Sto inoltre cercando di coinvolgere altri professionisti che considero delle eccellenze nel campo, di cui farò i nomi solo ovviamente una volta che ci saranno effettivi accordi.
Il pacchetto sarà venduto ad un premium price anche perché si tratta di tante ore di lavoro di diversi professionisti, con esperienze decennali. L’idea è comunque fare per il momento dei preventivi individuali volta per volta, per arrivare a definire una o più tariffe standard in seguito.
Io e doc Ruggeri siamo già pronti per accogliervi:
Chiedete un preventivo gratuito e senza impegno.
Chiedeteci maggiori informazioni, scrivendoci dalla pagina dei contatti, o chiamando la infoline, chiedendo del servizio «FixFam».
Per tutto il periodo del lancio, un mio sintetico ebook con l’elenco dei libri consigliati per nutrire e riparare la coppia. Leggere un libro, il primissimo gesto da fare per cambiare e migliorare le cose…