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Dopo i provvedimenti presidenziali posso trasferirmi altrove coi figli?

Sono una mamma di 2 bambini di 8 e 5 anni mi sto separando da mio marito e stiamo facendo una separazione giudiziale, entrambi vogliamo l’affidamento dei bambini.Il presidente del tribunale ha emesso un provvedimento provvisorio dove colloca i bambini presso la mia residenza.
Io ora ho trovato un lavoro ben retribuito che però dista 60km di distanza da dove abitiamo ( noi siamo in una piccola valle e il mio lavoro è in città).
Volevo sapere posso trasferirmi in città senza che il mio ex marito melo proibisce?

Ne abbiamo parlato dozzine di volte nel blog, sia nei post che nei commenti, per cui innanzitutto ti invito a fare a ricerca tra il materiale già pubblicato.

Nel tuo caso, di particolare c’è da dire che, essendo stati già emessi i provvedimenti presidenziali, il «titolo» o provvedimento che regola la famiglia sono proprio quelli, per cui la prima cosa da guardare è quella, cercando anche di capire la formula di affido impiegata, che tu non menzioni nemmeno e che è invece fondamentale per capire quali sono i «poteri» di ciascun genitore.

In generale, a mio giudizio, ogni cambiamento di residenza dei minori di questo tipo deve essere autorizzato dal giudice, previa verifica che il trasferimento risponda al loro interesse, sotto il profilo di far loro «guadagnare» un luogo con maggioro o almeno pari opportunità di istruzione, svago, futuro lavorativo e così via, cosa che può avvenire solo dimettendo un apposito progetto per la vita dei figli dopo il trasloco che consenta al giudice di valutare la situazione.

Questa autorizzazione può essere richiesta anche al giudice istruttore cui si dovrebbe trovare attualmente pendente la causa di separazione, dopo la fase presidenziale.

Ti consiglio comunque di fare con tuo marito un ciclo di sedute da un mediatore familiare, in cui potrete affrontare sia questo che tutti gli altri aspetti della separazione.

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Come gestire la casa in comune ora che mi separo?

ho intenzione di separarmi da mio marito e, al di là degli aspetti legati strettamente alla separazione, non so come fare con la casa.
Abbiamo acquistato l’immobile dove viviamo nel 2008, con un mutuo di 150 mila euro per 30 anni rata fissa e taso variabilie. Il mutuo è intestato a mio marito così come l’intera proprietà dell’appartamento. Io sono il garante del mutuo e pago mensilmente la mia quota, poichè ci siamo divisi l’onere, pur non essendo a me cointestato il mutuo. (effettuo un bonifico ogni mese a favore di mio marito). Come si risolve il problema del pagamento mensile della rata nel caso io decida di andare a vivere in affitto da un’altra parte (ammesso che mi convenga)? e come si risolve il problema del garante nei confronti della banca? siamo sposati dal 2009 e siamo in regime di separazione dei beni.

Se non avete figli che possano determinare un provvedimento di assegnazione della casa coniugale, il problema si può risolvere solo, a mio giudizio, tramite un approccio negoziale. Da questo punto di vista, bisognerebbe capire qual’è il «clima» che c’è tra voi due e quali sono, di conseguenza, le possibilità di una soluzione consensuale o meno. Se vi fossero buone possibilità di una separazione appunto consensuale, pur non facendo le questioni patrimoniali parte in senso stretto, come hai giustamente intuito, della materia, in quella occasione potrete regolare la questione adottando la soluzione che preferite.
Di solito in questi casi le possibilità sono diverse: o un coniuge acquista la metà di proprietà dell’altro, operazione che peraltro si può fare solo dopo l’omologa in caso di consensuale se i coniugi sono in regime di comunione dei beni, oppure si vende ad un terzo e si divide il ricavato. Naturalmente, i rapporti con la banca che ha concesso il mutuo andranno regolati a parte, l’istituto di credito non ha nessun obbligo di tener conto della vostra separazione. Se tu volessi mai essere liberata come garante, occorrerebbe sempre il consenso della banca, che la banca immagino presterebbe solo presentandogli nuove ed ulteriori garanzie. È comunque anche questo un aspetto da vedere con un approccio negoziale, l’unico praticabile.