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Fratello che dilapida i suoi soldi: posso essere tenuto agli alimenti?

DOMANDA – Vorrei sottoporvi una questione riguardante mio fratello. Egli ha 30 anni e non ha mai dimostrato nessuna voglia di lavorare (negli ultimi 10 anni ha lavorato forse 3 anni), dimettendosi sempre lui senza venir mai licenziato. Ha passato la sua vita a giocare coi videogiochi, mantenuto da mio padre che però un anno fa è morto. A quel punto mia madre gli ha trovato un altro lavoro e comprato la casa; lui pochi mesi dopo si è dimesso e ha venduto la casa consumando tutti i soldi rivenienti dalla vendita. Ora mia madre non lo vuole mantenere ne prendere in casa con sè. Chiedo in quali termini, se per esempio mio fratello avesse dei problemi psicologici di dipendenza da gioco accertati o depressione o altra malattia psichica (visto come si comporta), se mia madre potrebbe essere condannata a pagargli gli alimenti, e in subordine, quando mia madre mancherà, se potremo essere obbligati io e mia sorella.

— RISPOSTA – Le disposizioni civilistiche in materia sono previste dagli articoli 433 e seguenti del codice civile, per antica tradizione risalente sino al diritto romano.

Con queste disposizioni, tuttavia, si incrociano quelle, di diritto amministrativo ed assistenziale, che sono oggi previste e prevedono l’intervento da parte di enti territoriali o appunto assistenziali a sostengo della persona caduta in stato di bisogno.

È abbastanza raro, oggigiorno, vedere l’applicazione delle disposizioni in materia di alimenti, o almeno una applicazione completa, dal momento che prima di ciò, c’è quasi sempre un contributo, almeno parziale, da parte dei servizi sociali e dei vari enti che si possono chiamare in causa.

Purtroppo, intestare la casa a tuo fratello si è rivelato un errore, sarebbe stato preferibile che al medesimo venisse lasciato il godimento della medesima, ma non anche la facoltà di disporne.

L’applicazione delle disposizioni in materia di alimenti prescinde da un giudizio di colpevolezza dello stato di bisogno o meritevolezza del contributo, è una regola di tipo solidaristico – familiare che appunto viaggia autonomamente.

Piuttosto, mi pare che tuo fratello presenti dei problemi non trascurabili per cui potrebbe essere estremamente consigliabile valutare di ricorrere alla nomina di un amministratore di sostegno, per impedirgli di perdere quel poco che gli è rimasto e provvedere alla tutela del suo patrimonio, considerata la sua condotta di vita.

Ti suggerirei di non trascurare la situazione e di valutare, insieme al resto della famiglia, quali migliori iniziative intraprendere.

Se vuoi approfondire ulteriormente la situazione, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

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Alimenti per il coniuge: anche il separato rischia di pagarli?

sono separato da circa due anni, non verso gli alimenti alla mia ex coniuge ma verso gli alimenti per mia figlia minorenne. Il fratello della mia ex moglie non percepisce reddito ed ha una invalidità al 46%. Oggi vive in una casa popolare a lui intestata ed è mantenuto dal papà con la pensione di quest’ultimo. Qualora dovesse venire a mancare il padre che ora provvede a lui potrebbe essere chiamata al mantenimento la sorella, mia ex moglie? E in quanto ex coniuge separato ma non divorziato potrei essere chiamato anch’io al suo mantenimento? Se dovessimo addivenire alla separazione qualunque eventuale obbligo da parte mia verrebbe a cessare?

La classifica dei soggetti tenuti a prestare gli alimenti a familiari caduti in stato di bisogno è dettata, seguendo le linee di una antica tradizione, dall’art. 433 del codice civile, secondo cui l’ordine è il seguente:

1) il coniuge;
2) i figli, anche adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti

prossimi;

3) i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi; gli adottanti;))

4) i generi e le nuore; 5) il suocero e la suocera;

6) i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali.

Al momento, essendo tu separato ma non divorziato, sei ancora giuridicamente «coniuge».

Ti suggerirei pertanto di fare prima possibile il divorzio, cosa peraltro comunque opportuna nel momento in cui si vede che la separazione è irreversibile ed è già passato un po’ di tempo.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, o incaricarmi di seguire il tuo divorzio, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente; puoi anche acquistare direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

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Sorella con vita disordinata e dissoluta: che fare?

vorrei sapere se esiste l’obbligo di mantenimento fra fratelli nel caso in cui uno di essi fosse nelle condizioni di non poter provvedere a sé stesso ma per motivi di sua colpa. Abbiamo una sorella ormai 66enne che da sempre crea problemi con i soldi. Vive di lavoretti saltuari che non le bastano per mantenersi, contrae debiti che non restituisce, affitta appartamenti che non paga per poi sparire (e quindi non é dato sapere dove risiede), ha emesso assegni a vuoto, ha tentato di far firmare ai nostri genitori in maniera fraudolenta un’ipoteca sulla loro casa a garanzia di un prestito e così via. Sia noi fratelli che i nostri genitori ci siamo trovati alla porta ufficiali giudiziari e conoscenti che la cercano. Non abbiamo notizie di nostra sorella, ma gli anni passano e il nostro timore é che, con l’avanzare dell’età, io e i miei fratelli siamo obbligati a farcene carico economicamente.

Il codice civile prevede a tutt’oggi, per antica tradizione, la disciplina degli alimenti, agli artt. 433 e seguenti.

Il diritto agli alimenti spetta a chi si trova in stato di bisogno indipendentemente dalle cause che hanno determinato questo stato: anche se esso sia derivato dalla sua condotta disordinata o dissoluta, come sembra essere nel vostro caso. Se tale condotta di vita prosegue, il giudice può solo e semmai disporne una riduzione ai sensi dell’art. 440.

I membri della famiglia sono tenuti agli alimenti secondo il seguente ordine (art. 433 c.c.):

  • 1) il coniuge (se non tenuto all’obbligo del mantenimento per effetto della sentenza di separazione personale);
  • 2) i figli, biologici o adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi (nipoti), anche non matrimoniali ovviamente;
  • 3) i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi (nonni);
  • 4) i generi e le nuore;
  • 5) il suocero e la suocera;
  • 6) i fratelli e le sorelle

Per quanto riguarda fratelli e sorelle, gli alimenti sono dovuti solo nella misura dello stretto necessario.

Oggigiorno, le disposizioni sugli alimenti sono applicate più di rado che in passato, dal momento che ci sono enti pubblici preposti ad intervenire con provvidenze socio assistenziali, ma non è escluso che anche i parenti vengano coinvolti nell’azione dell’ente pubblico.

Piuttosto a me pare che il vostro atteggiamento sia un po’ troppo passivo e attendista riguardo ai problemi di vostra sorella, nel senso che vi limitate ad avere paura di quello che potrebbe succedere un domani, ma non riflettete invece anche su quello che si potrebbe fare adesso per impedire che vostra sorella, continuando a malgestirsi, si trovi un domani in stato di indigenza.

Da questo punto di vista, forse, potreste valutare un ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno, che sia in grado di assisterla nel mantenere una condotta di vita più ordinata, sia per quanto riguarda gli aspetti finanziari che lavorativi che altro.

Se volete una consulenza per approfondire questa eventualità, che credo potrebbe essere utile anche per definire meglio le vostre posizioni e responsabilità come fratelli, oppure un preventivo per procedere con il ricorso, potete richiederli compilando i moduli appositi nel menu principale del blog.

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diritto

Fratello che chiede alimenti: sono dovuti?

mio fratello 60 disabile con una pensione di 28900,00 chiede a me ed hai miei altri fratelli e sorelle un aiuto economico. premesso che lui nella sua vita a sempre stato uno spirito libero, libero di nn lavorare,libero a delinquere,libero di ubriacarsi, libero di lasciare in giro debiti ,libero di nn fare niente per il mantenimento del domani.
Ora io sono un pensionato 62 che ha lavorato x ben 41 anni x poter avere una pensionedignitosa .
M con una moglie invalida come mio fratello che devo accudire sono obbligato io a dare l’aiuto ad mio fratello? ho pure un muto ed un finanziamento da pagare.

Sono cose che si possono valutare solo in concreto, non ha molto senso parlarne in generale.

Oltre a quanto percepisce tuo fratello di pensione, che giustamente hai riportato, bisogna vedere quali spese deve affrontare, non tanto a livello facoltativo ma più che altro obbligatorio ad esempio per eventuali patologie o inabilità croniche. Qual è, in questo contesto, la sua situazione abitativa, le eventuali provvidenze erogate dagli enti pubblici preposti e così via.

Sempre su un piano generale, e quindi con ogni riserva, si deve osservare che una pensione di circa 30.000€ all’anno è superiore alla media e dovrebbe consentire un discreto tenore di vita. Non pare comunque che una persona con un trattamento del genere possa definirsi in stato di bisogno, ma la cosa è relativa per quanto detto sopra.

Inoltre, per quanto riguarda i fratelli, il codice civile, agli artt. 433 e seguenti, prevede che la contribuzione sia limitata allo «stretto necessario», dopo averli comunque collocati per ultimi tra tutti i soggetti tenuti agli alimenti.

Credo che sarebbe opportuno che tu facessi rispondere per iscritto e da un avvocato, tramite una apposita diffida, a tuo fratello, per indicare i motivi per cui non ritieni dovuta una contribuzione o comunque, se lo dovessi preferire, per instaurare trattative sul punto.

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Sono in stato di bisogno: mi spetta un mantenimento?

ho 34 anni, a 25 anni sono andata a convivere, ho aperto partita IVA e ho iniziato a lavorare facendo la Cartomante. Sino all’arrivo della crisi che mi ha portata a chiudere purtroppo il tutto.ho vissuto poi da sola un anno,senza prendere residenza, o domicilio in comune.ho lavorato in bar, in “nero” per mantenermi,era il 2012. Anno in cui ho avuto la meningite batterica, ho rischiato la vita. ero sola,zero contatti con la mia famiglia per oltre un anno, andai via mio padre picchiava. tornai a casa dei miei genitori nel maggio del 2013,una mia amica gli disse che stavo molto male di salute.In questi tre anni vivendo con loro, fra tante visite mediche, problemi alla colonna vertebrale,quasi mi impediscono di camminare,ho dovuto annullarmi, tante umiliazioni,non posso lavorare,mi danno solo il mangiare, vestiti o altro,nulla.Vorrei sapere che diritti ho,la prego mi aiuti a sapere se ho diritto a un “mantenimento” mensile

Potresti avere diritto al mantenimento in base alla disciplina sugli alimenti di cui agli artt. 433 e seguenti del codice civile.

Quindi non al mantenimento dovuto dai genitori ai figli quando questi non sono ancora autosufficienti, durante la fase della crescita, ma al mantenimento dovuto non solo ai figli, ma ad un certo novero di parenti, definito dall’art. 433 già citato, nel caso in cui vengano a trovarsi in stato di bisogno.

Ovviamente, lo stato di bisogno, che è il presupposto per la richiesta degli alimenti, deve essere valutato con adeguato approfondimento e con il giusto rigore, anche perchè non deve esserci ad esempio capacità lavorativa in capo a te.

Quindi occorrerebbe esaminare la documentazione, anche sanitaria, relativa alla tua situazione.

Peraltro, la normativa sugli alimenti è di non così comune applicazione oggigiorno, dal momento che gli interventi sulle persone in stato di bisogno sono per lo più prodigati dagli enti pubblici preposti.

Come primo passo, pertanto, ti suggerirei di rivolgerti agli assistenti sociali, per poi rivalutare l’ipotesi di richiesta degli alimenti solo in seconda battuta, anche perchè è una strada la cui percorribilità è tutta da verificare.