Possibili diritti successori solo alla figlia escludendo il coniuge? Situazione: Divorziata dal 2009 con una figlia 22enne universitaria convivente. Se mi risposassi civilmente e con separazione dei beni con un vedovo (ha anch’egli un’unica figlia maggiorenne) per escludere reciprocamente le proprie proprieta’ ,in caso di decesso di un coniug, dalla successione all ‘altro/a , esiste come validita’,oltre al testamento in favore totale dei beni alle rispettive uniche figlie , la possibilita’ di una scrittura privata che escluda il diritto (a meno che il superstite non vi rinunzi, come auspicabile) alla” legittima” di un terzo del patrimonio ?La legittima, in tal caso, potrebbe sempre essere impugnata dopo il decesso? O quale altro escamotage esiste ,escludendo per motivi di libera gestione del proprio bene immobile in vita, l’intestazione di nuda proprieta’ alla figlia riservandosi l’usufrutto?
Non si può fare. Il coniuge è erede necessario, nei limiti della quota vincolata, e qualsiasi scrittura privata, o anche atto pubblico, per quel che ci interessa, sarebbe radicalmente nulla per violazione del divieto dei patti successori. Per legge, se ti risposi non puoi escludere questi effetti che derivano automaticamente dall’acquisto della qualità di coniuge. Esaminando la situazione in dettaglio, forse si possono raggiungere più o meno gli stessi effetti anticipando gli effetti della successione, per così dire, ovviamente tutelandosi, come ad esempio cedendo uno o più beni alla figlia con riserva di usufrutto, ma sono ipotesi da valutare molto approfonditamente, anche perché se realizzate in forma di donazione in sede di apertura della successione bisogna tenerne conto.