ho appena terminato una causa civile di danneggiamento dove ero parte offesa, la giudice però non vuole pagarmi nulla se non una somma misera di 50 euro perché dice che alla domanda non sono stati quantificati i danni materiali, oltretutto non mi da neanche il danno morale, il fatto risale a marzo 2014 e poi si era depenalizzato con conseguente causa civile, come posso fare ora per recuperare i danni? Il fatto accaduto in condominio, il vicino di casa si permetteva di entrare nella scala mia per distruggere violenza i vasi e piante, vasi terracotta scaraventandoli da un altezza di 5 /6.metri.
Se hai «appena terminato una causa civile» ci sarà una sentenza che la definisce.
Se l’ipotesi è questa, allora la situazione è, di conseguenza, la seguente:
– l’unico modo per tentare di cambiare quanto deciso nella sentenza è impugnarla, probabilmente con appello;
– nel caso in cui non venga proposto appello, o comunque impugnazione, nei termini previsti dalla legge, la sentenza diventerà per sempre definitiva, a prescindere da qualsiasi questione a riguardo, da chi avesse ragione o torto e in che misura.
A questo va aggiunto che se non hai fornito una idonea dimostrazione del danno nel corso del giudizio di primo grado non potrai farlo in secondo grado, perché in appello è vietato salvo eccezioni di abbastanza rara applicazione introdurre nuove prove.
Per cui, l’appello potrebbe essere valutato solo se tu avessi introdotto prove sufficienti del danno che il giudice di primo grado avrebbe sbagliato a valutare: ad esempio avevi messo una ricevuta che il giudice ha ritenuto prova non valida, ma che puoi chiedere al giudice di secondo grado, cioè di appello, di ritenere, a contrario, prova valida.
Se, invece, le prove non sono proprio state richieste, allora l’appello sarebbe molto probabilmente non solo inutile ma anche controproducente, perché anche in quella sede potresti essere condannato alle spese legali.
Se vuoi farci esaminare le possibilità di impugnazione, il prodotto da valutare sarebbe questo anche se ti consiglio di riflettere bene sulla convenienza di spendere ulteriore denaro e investire ancora sulla vertenza.
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