Oggi parliamo di convivenza e obbligo di fedeltà, rispondendo alla seguente domanda di un nostro lettore:
«Salve in realtà mi sto preoccupando per mio cognato che è da diversi mesi che la sua attuale compagna lo tradisce ma lui ha paura di fare qualcosa perché un amico sua gli ha detto che non deve fare niente sennò lei lo può buttare fuori di casa e poi deve pagare un botto noi abbiamo foto e video delle macchine che stanno insieme in una casa di un’altra persona e fanno le loro cose (intime) lei esce dal lavoro alle 29 e torna a casa alle 00/01/02 di notte mi può dire cosa POSSIAMO FARE per non prenderlo di dietro?»
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Vivo una storia da tre anni con un uomo sposato, con alti e bassi. Lui in più occasioni ha detto di voler lasciare la moglie, con cui ha due figli, per costruire una famiglia con me, e ha anche compiuto dei passi concreti in questo senso, come affittare una casa, però ultimamente, in questi giorni, mi ha detto di aver deciso di provare a ricostruire con sua moglie. Io sono disperata, per lui avevo anche lasciato il mio ragazzo, ma soprattutto lo amo… Da quando mi ha detto così sto malissimo, passo momenti in cui vorrei metterli sotto con la macchina, lui e sua moglie, inoltre mi sono imposta di non scrivergli e non parlargli, vorrei farlo ma penso che sia meglio per il momento stargli lontana. Non so cosa fare, so solo che sto malissimo. Mi date un consiglio? Spero di fare cose buone…
Non è con la violenza che puoi uscire da una situazione di questo genere, violenza contro di «loro» (anche solo immaginata, di metterli sotto con la macchina) ma soprattutto contro di «te» (l’imposizione di non telefonare, non incontrarlo, non fare altre cose che vorresti fare ma pensi che non sarebbero opportune).
Tutto al contrario, è solo con l’amore che si può uscire da vicoli ciechi di questo genere, amore che però deve essere:
a) genuino e animico e non, invece, egoico;
b) rivolto verso tutti i protagonisti della situazione, compresa lui, la moglie del tuo lui e, soprattutto, te stessa.
Non è un discorso facile da capire e soprattutto da praticare, ma proviamo ugualmente ad affrontarlo perché credo che queste siano le uniche parole che potrebbero davvero servirti. Ti rimando, a riguardo, anche alla lettura di questa lezione sulla differenza tra amore animico ed amore egoico.
Cosa significa amare?
Significa forse desiderare una persona sino al punto da provare l’impulso di metterla sotto con la macchina nel momento in cui si pensa di stare per perderla?
Facciamo un passo indietro.
Nessuno di noi è completamente unitario e autentico, ma frammentario. Quello che facciamo, e anche quello che proviamo nelle nostre vite, è come se fosse la risultante di una serie continua di «votazioni» o elezioni che le svariate parti e personalità di cui siamo composti svolge, con una maggioranza che emerge volta per volta… Funzioniamo, anche se appariamo all’esterno come individui e «monadi», come tanti piccoli staterelli, con una popolazione interna che si divide in opinioni e punti di vista…
Tra le varia parti di cui siamo composti abbiamo una o più manifestazioni egoiche e una parte animica, una parte dell’anima.
Quindi, detto questo, amare cosa significa, nel suo significato letterale e rigoroso?
È semplicissimo, anche se tendiamo a dimenticarcelo o a non volerlo vedere.
Amare significa, molto semplicemente e incontrovertibilmente, mettere il bene di un’altra persona sopra al nostro.
Detto questo, se tu amassi quest’uomo di un amore vero, puro ed animico, avresti dovuto… fare dei salti di gioia nel momento in cui ti ha comunicato che voleva ricostruire con sua moglie, con cui ha anche dei figli, cosa che corrisponde probabilmente al suo bene, per come comunque lo ha valutato lui e per come generalmente avviene in situazioni del genere, in cui la separazione di una coppia con figli rappresenta sempre una ferita profonda per diversi aspetti.
Invece, tutto al contrario, sei caduta nella disperazione perché hai perso qualcosa che sentivi come tuo.
Quello che provi, dunque, al momento non è tanto amore, quanto un tuo desiderio di possesso, un volere una persona, al punto tale da immaginare di punirla gravemente per non voler essere più tua.
È, con tutta evidenza, più una manifestazione del tuo ego. Non c’è molto altruismo in questo, non c’è amore, c’è più che altro un capriccio egoico.
Almeno in questa fase. Non sto affatto dicendo che sei una donna egoista, materialista, che vuole comprarsi un uomo e tenerselo come oggetto. Siamo frammentari, l’abbiamo detto poco fa. In questo momento, la tua ferita è una ferita dell’ego.
Ma l’anima ce l’hai ancora. Anche perché è nella sofferenza che gli dei ci fanno visita e, quando lo fanno, ci ricordano della nostra dimensione animica.
Come sempre succede, è nelle tue ultime parole che, anche se sicuramente non te ne sei resa conto, fa capolino la tua anima, quando dici «spero di fare cose buone».
Qui abbandoni la tua dimensione individuale e intuisci che l’unica via d’uscita da questa situazione in cui ti sei cacciata da sola, come fanno tutti del resto (ognuno si costruisce da solo l’inferno in cui vive), è quella di elevarti al di sopra del tuo egoismo ed iniziare a capire davvero sia te, sia lui, sia l’altra donna e cioè sua moglie.
È solo cercando di fare la cosa giusta che uscirai da questa situazione, accettando che la cosa giusta possa anche essere finire per non avere quest’uomo.
Quello che devi iniziare a fare è provare sentimenti di compassione, benevolenza, amore per tutti e tre i protagonisti cioè per te, per lui, per sua moglie.
Devi capire che ognuno di voi tre sta soffrendo terribilmente per la situazione in essere, che ognuno di voi è una persona che desidera solo vivere, amare, essere amata e non provare dolore o sofferenza e che invece lo prova.
Al momento, pensi che sia difficile provare sentimenti di questo genere per lui, che vorresti mettere sotto con la macchina, per sua moglie, che probabilmente vorresti ugualmente imballare con la macchina, ma solo dopo averla torturata adeguatamente per almeno una settimana, ma io ti dico che la persona, delle tre, che ti sarà più difficile da amare davvero sarai tu stessa.
Ti senti in colpa verso di loro, ti stai giudicando per esserti ficcata in questa situazione, pensi di essere stupida, avventata e chi più ne ha più ne metta, sei molto crudele con te stessa e più soffri e più ti dai addosso. ti imponi delle regole – non chiamare, non parlarci – pensando che ti possano aiutare mentre accrescono solo il tuo fastidio.
Inizia proprio da qui, smettila di giudicarti e accettati per quello che sei e per quella che è stata la tua vita sinora. Può darsi che sia stato tutto un errore, ma chi non commette errori? E, se anche fosse, l’importante poi è ravvedersi e rimediare, per quanto possibile.
Devi essere inflessibilmente tenera e dolce con te stessa, come una madre lo sarebbe con un proprio figlio che pur sbaglia o ha sbagliato.
Fatto questo, dovrai riuscire a guardare la sofferenza anche degli altri due ed averne compassione.
Se riuscirai a fare tutto questo, ti eleverai ad un livello più alto dell’essere, quello della tua dimensione animica, che c’è e vuole uscire fuori, lo testimoniano le tue ultime parole, e uscirai da questa situazione, anche se non è detto che sia con l’uomo che desideri al tuo fianco: ma ricordati che lo scopo non è mai avere un uomo, una donna, un animale, ma essere felici e grati in e per questa vita.
Dovrà nascere una nuova e migliore versione di te.
È sempre lo Spirito che ci porta nel deserto e lo fa per farci diventare più grandi, più capaci di amore, più felici. Sta a noi fare quello che è necessario per portare tutto a compimento.
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In caso di tradimento in coppie non sposate ma con un bimbo minorenne l’affidamento può essere tolto alla madre perché è lei che ha tradito?
Oggigiorno, generalmente, non si ragiona più, sia per le coppie unite in matrimonio che per le famiglie di fatto o convivenze, in termini di affido, ma di collocazione prevalente, nel senso che l’affido è sempre condiviso, con – di solito – collocazione prevalente presso uno dei due genitori – anche se sempre più spesso ultimamente vedo praticare la parità di tempi di permanenza.
Quando il giudice deve decidere con quale dei due genitori deve stare più tempo un figlio, difficilmente considera eventuali fatti di tradimento della fedeltà, sia essa coniugale o, ancora a maggior ragione, di fatto.
Nel caso delle coppie sposate, la fedeltà è un obbligo, la cui violazione può determinare l’addebito della separazione, cosa che tuttavia non ha influenza sul regime di collocazione dei figli, ma determina per lo più la perdita del diritto al mantenimento del coniuge «infedele» – e sempre che sia dimostrato il nesso causale.
Nel caso della convivenza, la fedeltà, come obbligo giuridico, non esiste nemmeno, dal momento che si tratta di una unione libera, in cui la fedeltà è solo un impegno morale, etico ed affettivo dei membri della coppia, la cui violazione non ha alcuna conseguenza legale.
Fatti di tradimento possono venire in rilievo per quanto riguarda i figli sia nelle coppie sposate che in quelle non sposate solo quando vi sono particolari modalità che determinano l’insorgere di legittimi dubbi sulla capacità genitoriale o sulla bontà dell’ambiente di vita che avrebbe il minore. Pensiamo ad esempio al caso di un genitore che si accompagna ed inizia una nuova convivenza con un delinquente abituale o con una persona con un problema di alcolismo o tossicodipendenza o cose del genere.
Concludo ricordando come faccio sempre che nel caso di figli «non matrimoniali» è sempre meglio far regolare l’affido, come spiego meglio nella scheda relativa.
convivo da 7 anni io sono un libero professionista e lei gestisce una attività ho un mutuo su un terreno di sua proprietà e vorrei separarmi da lei ma mi vincola a pagare e mi dice che le spetta la metà di tutti i miei averi compresa la mia casa di proprietà come devo fare? Sa che l ho tradita questo gioca a mio sfavore?
Per situazioni di questo genere, occorre pensare ad un vero e proprio progetto di vita dopo la separazione e non ci si può limitare a due o tre aspetti a «spot», che, per quanto si possa pensare siano importanti, non esauriscono affatto la trattazione del problema.
Il primo consiglio, pertanto, non può che essere quello di andare prima possibile a parlare con un avvocato, o acquistare una consulenza, in cui esaminare approfonditamente la situazione e cercare di definire una strategia per affrontarla, nel suo stato attuale e nelle sue eventuali, e magari probabili, evoluzioni.
Ciò doverosamente premesso, possiamo vedere velocemente gli aspetti da te indicati, per iniziare ad avere qualche prima idea.
La convivenza, in generale, è un’unione libera. Non c’è obbligo di fedeltà a livello giuridico, come c’è nel matrimonio: è solo un obbligo «etico» e morale, se vogliamo, tra i conviventi, come precipitato del rispetto che deve, o dovrebbe, esserci tra persone che hanno scelto di mettere le loro vite in comune. Ad ogni modo, il tradimento è privo di conseguenze giuridiche, anche se questo può suscitare disapprovazione.
I mutui contratti prima della cessazione della convivenza sono contratti che devono essere rispettati. Ovviamente, non si può chiedere la risoluzione del mutuo per la cessazione della convivenza.
Per quanto riguarda la divisione del patrimonio, a me non risulta che sia così, però è un aspetto che sicuramente sarebbe meglio approfondire.
Per 12 anni ho avuto una relazione extra coniugale con un uomo sposato da cui sono nati 2 figli una di 10 e l’altro di 4 anni che però sono stati riconosciuti da mio marito ovviamente credendo fossero figli suoi. Non ho mai ricevuto alcun aiuto economico dal vero padre dei 2 bambini e ora che sono in difficoltà economica alla mia richiesta di aiuto lui non ne vuole sapere. Tra noi è finita da qualche mese. Vorrei sapere cosa fare, come intraprendere un’azione legale e quali rischi corro oltre ha far scoprire a mio marito tutto.
Questi due bambini adesso hanno lo stato di figli «legittimi» (un termine destinato a finire prima o poi in disuso, in considerazione della nuova legge sullo stato dei figli entrata in vigore il 1° gennaio 2013) di tuo marito, quindi non esiste alcun titolo giuridico per cui tu possa chiederne il mantenimento al padre biologico. Per promuovere un’azione di dichiarazione giudiziale della paternità, devi prima togliere, e sempre che ce ne siano le condizioni, lo stato di figlio legittimo che questi due bambini hanno nei confronti di tuo marito, dal momento che un figlio può avere solo uno status e non può essere contemporaneamente figlio legittimo di una persona e naturale di un’altra.
È ovvio che si tratta di una decisione che non puoi affatto prendere considerando solo il vantaggio che ne deriverebbe dalla percezione di un mantenimento per i tuoi figli, mentre dovresti considerare l’effetto che una scoperta del genere ingenererebbe sia su tuo marito che sui tuoi figli, specialmente la femmina che è già piuttosto grande e ha sempre considerato tuo marito come il suo vero padre.
Quanto agli effetti che la cosa potrebbe avere sul tuo matrimonio, ovviamente tuo marito potrebbe chiederti la separazione con addebito perchè sicuramente fare due figli con un’altra persona e tenerlo nascosto al marito facendoglieli crescere come se fossero figli suoi, con tutto ciò che comporta affettivamente ed economicamente, concreta una gravissima e dimostrata violazione dei doveri derivanti dal matrimonio.