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Vaccino covid e figli: come evitarlo contro altro genitore?

mi chiamo xxx, sono la mamma di un bambino di 5 anni. Dopo essermi documentata ed aver cercato di ragionare nel modo più lucido possibile, ho preso la decisione di non vaccinarmi contro il COVID-19. Sono divorziata. Il mio ex marito, nonché papà del mio bambino, si è vaccinato e non dubito che se dovessero estendere la vaccinazione anche ai più piccoli, sarebbe ben contento di portare il nostro bambino a vaccinarsi. Io sono assolutamente contraria a che il mio bambino venga vaccinato contro il COVID-19.Ci sono delle azioni che io posso fare già da ora per tutelare mio figlio?

Non è una situazione facilissima, ti spiego perché.

Innanzitutto, il favore per la vaccinazione è enormemente diffuso presso politica, media e, alla fine, anche società civile.

Chi diffida del vaccino è una minoranza: ben determinata, ma pur sempre una minoranza.

donna che prende una pillola

La famiglia, dopo la riforma del 1975, è sostanzialmente una diarchia: tutte le decisioni di interesse dei bambini devono essere concordate tra i genitori. Anche quando la famiglia è ormai disgregata, come in caso di separazione o divorzio.

In caso di disaccordo, ci si deve rivolgere al giudice.

Purtroppo, le prime pronunzie dei giudici hanno mostrato di essere favorevoli alla vaccinazione. Ti allego ad esempio un provvedimento del tribunale dei minorenni di Trento, anche se il caso riguardava una vaccinazione obbligatoria ex lege 31 luglio 2017, n. 119, e non la vaccinazione, al momento facoltativa, contro il covid.

Per quanto riguarda i bambini, specialmente così piccoli, anche io penso che sia sbagliato sottoporli a vaccinazione. Proprio in questi giorni è uscito uno studio in cui si chiarisce che è più alto per gli adolescenti, ad esempio, il rischio di sviluppare una miocardite a seguito della vaccinazione che quello di subire conseguenze negative dall’eventuale infezione di covid.

Puoi leggere qualcosa a riguardo qui.

Detto questo, ci sono alcune cose che si possono fare sin da ora per tentare di scongiurare l’inoculazione di tuo figlio ad opera del padre eventualmente autorizzato da parte di un giudice:

1) innanzitutto, può essere utile comunicare ufficialmente tramite un legale, a mezzo di una apposita diffida, la tua contrarietà alla vaccinazione all’altro genitore, cioè al padre, il tuo ex marito, indicando le motivazioni relative;

2) inoltre, può essere utile iniziare a raccogliere documentazione, che deve essere a) sia di tuo figlio, relativa al suo stato di salute ed eventuali problematiche sia b) in generale studi, osservazioni e discorsi (facendo ben attenzione a lasciar perdere le bufale, che sono tantissime) sulla inutilità o inopportunità di vaccinare i minori, specialmente se così piccoli.

Entrambe queste cose servono per l’eventualità che il tuo ex marito dovesse ricorrere al giudice per chiedere l’autorizzazione alla vaccinazione, soprattutto ovviamente la seconda, perché sarebbe documentazione che potresti mostrare al giudice per chiedergli di denegare l’autorizzazione.

Nel caso di patologie specifiche di tuo figlio, potrebbe essere utile anche acquisire una apposita consulenza medico legale, che sarebbe un approfondimento utile rispetto all’attività di cui al punto 2), ma che va fatto solo in determinate situazioni.

Ti consiglierei di acquistare una consulenza di base da questa pagina (nella qual pagina, prima di fare l’acquisto, puoi valutare anche il costo): in seno a questa consulenza, potremmo fare intanto la comunicazione al tuo ex marito, inoltre potremmo organizzare la raccolta della documentazione in modo da essere pronti in caso di richiesta al giudice.

Iscriviti comunque al blog, riceverai tutti i giorni un unico post; ultimamente sto parlando molto della vaccinazione, è importante restare aggiornati.

20200720 provvedimento tribunale minorenni Trento.pdf

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Tribunale dei minorenni: può decidere senza i genitori?

Mia figlia (16 anni) è seguita dai servizi sociali dallo scorso autunno a seguito di una segnalazione fatta dalla scuola media dove era iscritta al tribunale dei minori per mancata frequentazione. Lo scorso hanno ha frequentato scarsamente la scuola, ed è anche scappata di casa una volta con segnalazione fatta ai carabinieri. I servizi sociali nel giugno di quest’anno hanno relazionato il tribunale dei minori sul comportamento di mia figlia e suoi nostri rapporti ( siamo genitori separati) senza però dire il contenuto della loro relazione. Pochi giorni fa sono arrivati ai servizi sociali i provvedimenti presi riguardo nostra figlia. La domanda che pongo è la seguente: Può il tribunale dei minori dare disposizioni sul minore senza interpellare i genitori (abbiamo ancora piena responsabilità sul minore) ed eventualmente una volta conosciuto il contenuto dei provvedimenti mi (ci) possiamo opporre?

Ovviamente, il tribunale dei minorenni può intervenire d’urgenza, con un provvedimento di tipo cautelare, senza aver interpellato prima i genitori, se ce ne sono i presupposti. Purtroppo nel tuo caso, le risultanze – scarsa frequenza della scuola, abbandono del domicilio – non sono granché favorevoli, anche se non è detto che possano, da sole, fondare un intervento d’urgenza.

I provvedimenti, comunque, devono esservi regolarmente notificati.

Molto facilmente sono previsti mezzi di impugnazione per le determinazioni del tribunale, ma parlarne così in generale non ha alcun senso né utilità: sarà bene vedere che cosa dicono questi provvedimenti ed esaminare per quali motivi si possono impugnare.

Vi consiglierei di incaricare prima possibile un legale di costituirsi nel procedimento pendente presso il tribunale dei minorenni; se non avete sostanze con cui compensarlo, potete chiedere l’ammissione al beneficio del patrocinio a spese dello Stato.

Al di là degli aspetti giudiziari, comunque, vi consiglierei di cercare di aprire un dialogo coi servizi sociali e di collaborare con gli stessi, oltre, ovviamente, a cercare di capire il disagio di vostra figlia e i problemi che determinano comportamenti come questi, vedendo se è possibile lavorarci sopra.

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Per un problema col padre di mio figlio ho bisogno per forza di un avvocato?

mi sono rivolta in passato al tribunale dei minori ( ho un figlio ora 14enne) xchè il padre beveva smodatamente ed era diventato un problema. il tribunale sentenziò la presa in carico del sert ,servizi sociali e NPI. per un paio di anni le cose andarono bene poi ricominciarono come prima ,quando una grave malattia colpì il padre di mio figlio ( un aneurisma a luglio 2012 e poi crisi epilettiche recenti) . appena uscito dall’ospedale lui ha ripreso a bere e con le terapie che fa basta sempre meno . Ora mio figlio nn vuole piu andare da lui ne sentirlo al telefono . E lui ci perseguita per poterlo vedere e sentire. Io non posso permettermi un avvocato ma non rientro nel patrocinio gratuito (reddito netto 13895 €). cosa è in mio potere di fare? posso rivolgermi al tribunale dei minori senza avvocato?i servizi sociali possono fare una segnalazione?

Al tribunale dei minorenni non credo tu possa rivolgerti senza un avvocato, dato che la materia è indisponibile.

Quello che puoi provare a fare è proprio rivolgerti ai servizi sociali, esponendo agli stessi il problema e lasciando che siano loro a fare una relazione al tribunale dei minorenni.

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a che mi serve chiedere il riconoscimento di paternità se poi mio padre imbosca tutto?

Mio padre non mi ha riconosciuto alla nascita, i miei genitori dovevano sposarsi ma lui ha cambiato idea a pubblicazioni avvenute quindi ha risarcito mia madre per rottura contratto (siamo nel 1960), siamo entrambi a conoscenza dell’altrui identità ma lui non si è mai interessato a me e non ha mai provveduto economicamente al mio mantenimento, sapendo da fonti certe di una sua buona posizione economica, vorrei sapere se facendo una domanda di riconoscimento di paternità lui potrebbe far sparire o intestare tutto alla figlia avuta in seguito da regolare matrimonio e io non avrei possibilità di ereditare ciò che mi spetta come figlio naturale

Potrebbe sicuramente provarci, come sempre accade non solo in queste situazioni ma più in generale in tutti i rapporti umani dove qualcuno tenta di fare il furbo, ma bisogna vedere se lo fa, in quali termini, con che modalità. Nel momento in cui gli notifichi l’atto introduttivo del giudizio diretto al riconoscimento giudiziale della paternità, tutti gli atti di disposizione dei suoi beni eventualmente compiuti successivamente sarebbero un po’ in partenza «sospetti» già solo per questo fatto.
Per cui, io ti suggerirei di provarci e poi vedere che cosa succede. Se vuoi un preventivo, ovviamente puoi compilare come sempre l’apposito modello.
Piuttosto, io allargherei un po’ il campo di azione e oltre all’aspetto economico cercherei di recuperare anche quello umano, che può avere importanti riflessi anche sul primo. Hai una sorella, a quanto ho capito, consanguinea, hai un padre biologico, perché non valutare anche qualche seduta di mediazione familiare parallelamente al discorso giudiziario, che, comunque, è giusto portare avanti? È chiaro che io parlo in generale e senza conoscere la tua situazione e storia particolari, devi poi essere tu a valutare e decidere.